La ricerca si propone, per la prima volta nell'ambito degli studi italiani e internazionali, di indagare il fenomeno delle connessioni fra teatro e romanzo in Italia nel periodo che va dalla seconda metà del Settecento al primo Ottocento, attraverso autori come Carlo Goldoni, Pietro Chiari, Carlo Gozzi, Antonio Piazza, Francesco Cerlone, Antonio Bianchi, Francesco Gritti, Zaccaria Seriman, Francesco Albergati Capacelli, Alessandro Verri, Giovanni Gherardo De Rossi, Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo, Pietro Borsieri, Alberto Nota, Silvio Pellico e altri.
Obiettivo del progetto è individuare e analizzare quei testi teatrali (commedie e tragedie) e quei romanzi che intrecciano, secondo differenti modalità retoriche e strutturali (contenuti, citazioni, registri, codici, allusioni, personaggi, ecc.), il mondo del teatro e quello del romanzo. Vista la peculiare impostazione pseudo-autobiografica del romanzo e la sua contiguità con i generi limitrofi in area italiana, si prenderanno in considerazione anche le autobiografie, ormai ritenute vere e proprie opere di finzione, in cui il teatro è materia del racconto (fra le più importanti quelle di Goldoni, Gozzi, Casanova, Alfieri, Da Ponte).
L'interrogativo che guida la ricerca è se sia possibile estendere a una più ampia produzione romanzesca, oltre ad alcuni casi già individuati e studiati, l'interferenza con la scrittura teatrale e fare di quest'aspetto la cifra caratterizzante la via italiana al romanzo. Parallelamente si indagherà l'importanza che nella produzione drammatica sette-ottocentesca hanno temi, personaggi e funzioni desunti dal novel europeo, e come il dialogo col genere principe della modernità letteraria possa influire sulla tendenza italiana al "comico serio".
La ricerca si propone per la prima volta nell'ambito degli studi italiani, ed internazionali, di indagare il fenomeno delle connessioni fra teatro e romanzo in Italia nel periodo che va dalla seconda metà del Settecento al primo Ottocento. I lavori che hanno indagato tale intreccio (vd il datato ma interessante E. Showalter, "The Evolution of the French Novel, 1642-1782", Princeton 1972; P. Brooks, "The melodramatic imagination: Balzac, Henry James, Melodrama, and the Mode of Excess" (New Haven 1976), modello per indagare i rapporti fra narrativa e scena, e il già citato "Jeux d'influences. Théâtre et roman de la Renaissance aux Lumières", a cura di V. Lochert, C. Thouret, Paris 2010) non sono rivolti alla tradizione letteraria italiana, ritenuta sino ad alcuni decenni fa orfana proprio del romanzo, il genere più rappresentativo della modernità. Parallelamente, una serie di pregiudizi storiografici ha relegato a lungo il teatro italiano settecentesco, e in particolar modo la tragedia, in una zona d'ombra, diversamente dal rilievo dato ai generi teatrali nelle letterature inglese, spagnola e francese. In questo quadro, le interferenze fra romanzo e teatro non erano neanche contemplate. Grazie, invece, ai più recenti approcci che hanno rivitalizzato e il romanzo italiano e la tragedia, e grazie ai percorsi delle studiose che fanno parte del progetto è stato possibile ipotizzare le linee di ricerca qui proposte.
L'équipe della ricerca punta, innanzitutto, a evidenziare la peculiarità del caso italiano in rapporto all'Europa. La riflessione sul nesso strettissimo fra romanzo e teatro, non solo dal punto di vista dei temi e delle trame, ma anche a livello di funzione, aprirà prospettive nuove sui diversi generi: restituirà piena dignità al romanzo italiano, tenendo conto delle parallele carriere drammaturgiche degli autori che vi si cimentano; leggerà inoltre in un'ottica innovativa il teatro goldoniano, il cui "realismo", visto in una dimensione troppo sbilanciata sul fronte sociale dalla critica marxista, può essere invece ricondotto alla capacità di assorbire e veicolare l'identificazione emotiva del novel; aiuterà infine a comprendere meglio la persistenza dei codici tragici anche nella genesi dei primi romanzi dell'Ottocento.
Infine, l'impianto ampio della ricerca, non circoscritta a un filone o su un gruppo ristretto di testi, ma aperta ad accogliere - nel rispetto dell'impostazione metodologica che prevede l'intersezione fra i generi - sia indagini su classici come Goldoni e Foscolo, sia invece analisi sull'attività di drammaturghi e romanzieri minori, poco o per nulla indagati, è garanzia di un sicuro progresso nelle conoscenze perché si troverà ad affrontare testi recuperati e messi in relazione fra loro per la prima volta o quasi.