Una sfida importante che la famiglia deve oggi affrontare è la crescente variabilità della sua fisionomia altrimenti chiamata 'pluralizzazione' delle forme familiari. Questo processo, causato da mutamenti socioculturali, demografici, legislativi e tecnologici, è iniziato negli anni settanta del Novecento ed è tutt'ora in corso.
Attualmente si parla di famiglia al plurale perchè tante sono le forme che essa può assumere e che affiancano quella tradizionale formata da genitori eterosessuali e figli/o: monogenitoriali, ricomposte, omogenitoriali, immigrate, interculturali, nate dalla medicina procreativa, unipersonali.
Sembra che questo cambiamento nella 'struttura familiare' sia l'aspetto più evidente a quanti si confrontano con lo studio della famiglia: in realtà un importante cambiamento è anche nella complessità dei sistemi di relazioni che esse generano e quindi nel loro funzionamento familiare.
Per questo in questa ricerca si vuole indagare circa il funzionamento di queste nuove strutture nonchè le caratteristiche psicopatologiche dei suoi membri. L'obiettivo della ricerca corrisponde alla comprensione finale se è la struttura ad essere prioritaria per il benessere dei/l figli/o oppure le caratteristiche del suo funzionamento.
Il campione della ricerca sarà reperito in alcune scuole superiori e saranno intervistati sia i figli adolescenti che i loro genitori a casa. Gli strumenti di ricerca sono 2 self report: il Faces IV che valuta il funzionamento familiare e l'SCL-R per indagare le caratteristiche psicopatologiche dei membri (P, M, F).
Il Gruppo di Ricerca (da ora GR) si aspetta di ritrovare nelle classi una distribuzione simile a quella disegnata dai dati ISTAT.
Tecniche statistiche appropriate saranno utilizzate per l'elaborazione dei dati.
Una ricaduta del Progetto può essere quella di sensibilizzare rispetto alla necessità di approntare interventi psicologici specifici per queste recenti strutture familiari.
Come detto in precedenza contrastanti in letteratura sono gli studi che valutano gli effetti della 'struttura' familiare in relazione alle caratteristiche del suo funzionamento ed al benessere dei suoi membri, in particolar modo i figli che vi crescono. Eccezione a questo, fanno la grande attenzione ricevuta dalle famiglie omogenitoriali.
O meglio, le ricerche effettuate nel passato si sono rivolte a precise categorie familiari, talvolta intervistate in un contesto clinico. Questa ricerca invece intende coinvolgere famiglie che non hanno fatto nessuna richiesta, un campione normativo, non prescelto.
Si vuole così dare un contributo, soprattutto in quei casi in cui una struttura familiare viene trascurata nonchè stigmatizzata anche dai professionisti e nelle pratiche istituzionali, poichè troppo forte e diffuso è l'ancoraggio a modelli di riferimento e procedure adatte ad un unico tipo di famiglia ossia quello tradizionale (Coleman, Ganong, '04; Ribbens, McCarthy, Edwards, Gullies, '16).
La ricaduta del Progetto è quella di sensibilizzare ai fini della strutturazione di interventi di politiche sociali specifici per le nuove famiglie emergenti.
Inoltre esse sollecitano l'approfondimento delle loro caratteristiche e del loro funzionamento nonchè del benessere dei suoi membri. Ad esempio gli effetti della migrazione sulle dinamiche familiari, non possono essere sottovalutati perchè una serie di perdite la caratterizzano: tradizioni culturali, ambiente fisico familiare, reti di sostegno sociale, senso di appartenenza, identità, ruoli di genere tradizionali, ruolo sociale e reddito. Per questi motivi l'evento migratorio può essere un fattore di vulnerabilità per la crescita psicosociale delle famiglie e conoscendone i processi in atto, anche il terapeuta può evitare un proprio comprensibile smarrimento.
Infatti può risultare utile a chi opera in campo clinico, psicosociale ed educativo, individuare i probabili momenti di tensione, da una parte, ed attivare i processi efficaci a farvi fronte, dall'altra (Walsh, '03).
Un buon funzionamento di una famiglia plurinucleare, come sono quelle separate e/o ricostituite, è legato tra l'altro alla capacità dei suoi membri di coordinarsi senza poter contare sulla condivisione degli spazi comuni. I canali della coordinazione e della comunicazione non possono contare sull'assiduità quotidiana. Le strategie attraverso cui ogni membro mantiene ed alimenta, giorno dopo giorno, il proprio rapporto con gli altri è frutto di una coordinazione e di una negoziazione di modi, tempi e spazi, che si fondano sull'intento da parte degli adulti di favorire la possibilità per i figli coinvolti nella plurinuclearità, di mantenere e godere del rapporto con tutti, anche attraversando i CONFINI spaziali che delimitano i nuclei: 'quella del 'ponte' allora può essere la metafora del compito arduo che spetta ai genitori che si stanno separando. Essi infatti dovrebbero costruire un collegamento tra le famiglie di tipo agevole su cui il figlio possa comodamente muoversi nel quotidiano' (Tafà, '16: p. 111). La collaborazione e la coordinazione che i due genitori separati sapranno realizzare, influenzerà la qualità della relazione che ognuno di loro intratterrà con i figli e il benessere di quest'ultimi.
Alcune funzioni familiari risultano complesse in un situazione di non coabitazione che può e deve essere compensata da una comunicazione fluida e costante tra i genitori/ex coniugi. Lo spazio fisico non abitato assieme, se non riempito di scambi e di informazione, può facilmente diventare lo spazio in cui i figli trovano il modo di sottrarsi a norme e regole.
La ricerca descritta rappresenta una Family Research, come già da tempo segnalato da Feetham (1988). L'Autore ha colto infatti la distinzione tra i cosiddetti 'Family Related Studies', che considerano le percezioni individuali di un singolo soggetto relative ad alcune caratteristiche delle relazioni familiari, trattandole erroneamente come 'dati relazionali' e le vere e proprie 'Family Researches', che focalizzano l'attenzione sull'intera famiglia come unità di analisi, attraverso le percezioni di tutti i membri familiari misurati, assumendo così una prospettiva multipla.
Una conoscenza delle nuove famiglie che abitano lo scenario sociale, può facilitare una necessaria 'de-costruzione' del concetto -ormai solido- di 'relazione affettiva' al fine di poter includere tutte le sue possibili declinazioni e variazioni delle dimensioni di composizione, genere, etnìa e cultura. Questo può servire sia al Ricercatore in grado di misurare un ventaglio relazionale ampio che lo scenario gli impone, sia allo Psicoterapeuta che non può basarsi su rappresentazioni 'antiche' che lo intrappolano ad una visione unica della famiglia non corrispondente all'attuale realtà.
Bibliografia breve
Lanz M., Rosnati R. (2002). Metodologia della ricerca sulla famiglia
Ribbens, McCarthy, Edwards, Gullies (2016). Making Families: Moral Tales of Parenting and Step-Parenting.