Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1436225
Anno: 
2019
Abstract: 

La patologia autoimmune più frequente al mondo è la malattia autoimmune tiroidea (2-5% della popolazione in Europa). L' espressività clinica della malattia varia dal mantenimento della condizione di eutiroidismo all'insorgenza di ipofunzione ghiandolare più o meno severa, ma i meccanismi responsabili della conservazione o del declino della funzione ghiandolare non sono noti. Nell'etiopatogenesi di alcune malattie autoimmuni o autoinfiammatorie è stato ipotizzato un ruolo della disbiosi gastrointestinale, come trigger ambientale in soggetti con un genotipo predisponente. La presenza di un' alterazione del microbiota contribuisce infatti alle variazioni di permeabilità della barriera intestinale. Questa barriera modula il traffico di macromolecole che, a sua volta, è spesso responsabile dell' alterazione dell' equilibrio tra la tolleranza immunologica e la risposta immunitaria verso antigeni non-self. Alterazioni della barriera intestinale sono state individuate in numerose patologie autoimmuni gastrointestinali, come le malattie infiammatorie del grosso intestino e la celiachia così come in autoimmunopatie organospecifiche e/o sistemiche. Anche i soggetti con tiroidite di Hashimoto e funzione tiroidea conservata presentano una barriera intestinale più permeabile se paragonati a soggetti normali. Nessuno studio finora ha valutato comparativamente l' impatto delle variazioni dell' omeostasi della barriera gastointestinale nel determinismo e sulla diversa presentazione clinica della tiroidite di Hashimoto. La valutazione della permeabilità intestinale dei nostri pazienti sarà effettuata tramite la misurazione del valore sierico di due analiti: la zonulina e il lipopolisaccaride capsulare. Saranno perciò analizzati i valori di questi due analiti in tre gruppi di soggetti (sani, con tiroidite di Hashimoto in fase eutiroidea od in fase ipofunzionale) nei quali la permeabilità intestinale verrà comparata all'espressività clinica della malattia.

ERC: 
LS6_3
LS1_2
LS6_4
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2024830
sb_cp_is_1791704
sb_cp_is_1794399
sb_cp_is_1882588
sb_cp_is_2013483
sb_cp_is_2033238
Innovatività: 

La base fisiopatologica della progressione verso l'ipotiroidismo franco in soggetti con tiroidite di Hashimoto non è nota. Il riscontro di diversi gradi di gradi alterazione della barriera intestinale potrebbe aprire nuove porte nella comprensione del differente outcome clinico di una patologia estremamente diffusa. In patologie come il morbo celiaco ed il diabete mellito di tipo 1, l' aumentata permeabilità della barriera intestinale è stata descritta come evento estremamente precoce negli step di progressione del danno autoimmunitario. In ceppi di ratti predisposti al diabete di tipo 1, l'utilizzo precoce di Larazotide acetato, un inibitore della zonulina, ha mostrato un effetto protettivo nei confronti del danno all'insula pancreatica responsabile dell'insorgenza di questa patologia. E' fondamentale ricordare che la composizione della compagine microbica intestinale riveste un ruolo fondamentale nel mantenimento dell'omeostasi della barriera. Numerosi trials hanno dimostrato che l'uso di probiotici, di acidi grassi polinsaturi o il trapianto di microbiota fecale possono avere un ruolo nella rimodulazione dell'ambiente microbico e della sua influenza sulla permeabilità della barriera intestinale. L'identificazione di un'alterazione della barriera intestinale differente a seconda dello stato della malattia di Hashimoto dovrebbe indurre all'analisi della popolazione microbica del piccolo intestino ed alla eventuale individuazione di target microbici e strategie terapeutiche, nel tentativo di arrestare il progredire del danno tiroideo che esita nell'ipotiroidismo permanente. Il principale risultato atteso è quello di individuare un marker semplice ma affidabile per individuare e monitorare la progressione della malattia autoimmune più diffusa al mondo.

Codice Bando: 
1436225

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