Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1537712
Anno: 
2019
Abstract: 

L'ipotesi di partenza vede nei diritti umani temi particolarmente rilevanti e in divenire, tanto da essere classificati per "generazioni", in relazione alla loro insorgenza nell'agenda delle priorità internazionali (Archibugi, Beetham,1998; Bobbio,1990; Rodotà,2013; Touraine,2017). Tuttavia, essi sono spesso esclusi dai media mainstream o relegati a linguaggi e format comunicativi inaccessibili ai più. In Italia questi temi sono affrontati sporadicamente, in funzione di eventi traumatici e facilmente spettacolarizzabili (Perniola,2009; Debord,1967, Gavrila,2013). La relazione biunivoca tra i temi delle agende pubbliche e la comunicazione è stata anticipata già negli Anni '80, nel McBride Report, dove il direttore generale dell'Unesco sottolineava la chiara incidenza di quanto passa attraverso i media cosiddetti di massa sulle ampie platee e il rischio che questi vengano asserviti a interessi meschini e trasformati in nuovi strumenti di potere, "giustificando gli attentati alla dignità umana ed esasperando le ineguaglianze già esistenti tra le nazioni e all'interno di ognuna di esse" (Amadou-Mathar M'Bow,1982, p.14).
Nell'attuale contesto, a distanza di più di un trentennio e in ambiente socio-culturale, geopolitico e tecnologico profondamente mutato, viene confermato il convenzionalismo dei media e la loro incapacità di raccontare il mondo che cambia. Il progetto, si propone, in risposta a tale ipotesi, di delineare alcune conseguenze di questo nesso strategico in termini sociali, comunicativi ed educativi, tentando di mettere le basi per un nuovo "Rapporto sulle comunicazioni nel mondo", aggiornato ai tempi della transmedialità e della Rete e applicato al tema sensibile del rispetto dei Diritti umani. La nostra proposta è quella di elaborare un modello comunicativo-educativo, a partire dallo studio della normativa e della letteratura scientifica nazionale e internazionale, dall'analisi dei dati secondari e dall"indagine empirica su opinion leader e giovani.

ERC: 
SH3_12
SH2_4
SH5_8
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_1921694
sb_cp_is_2011430
sb_cp_is_1943621
sb_cp_is_1948859
sb_cp_is_2213787
sb_cp_is_1925610
sb_cp_is_1941543
sb_cp_is_1924259
sb_cp_is_2031828
sb_cp_is_2246646
sb_cp_es_303855
sb_cp_es_303856
Innovatività: 

Il progetto, inscrivendosi nel percorso auspicato dalle più recenti iniziative sul piano nazionale, europeo e internazionale in tema di diritti umani, si propone di incrementare le conoscenze sul tema in un'ottica interdisciplinare, rispondendo ad una necessità sempre più sentita dall'intera società civile: "Un innegabile bisogno di diritti e di diritto si manifesta ovunque, sfida ogni forma di repressione, innerva la stessa politica. È nata una nuova idea di cittadinanza, di un patrimonio di diritti che accompagna la persona in ogni luogo del mondo" (Rodotà, 2013).
L'analisi dei dati raccolti attraverso lo studio delle narrazioni mediali e transmediali e la realizzazione delle interviste e dei focus group permetterà di evidenziare gli aspetti più significativi esplicitati dai partecipanti alla ricerca rispetto alle dimensioni considerate, rilevando analogie e differenze tra i diversi punti di vista, in grado di offrire spunti di riflessione e contributi inediti ai diversi attori della società civile circa il nesso strategico tra comunicazione e diritti umani in termini di ricadute sull'opinione pubblica. Il progetto intende pertanto concorrere concretamente all'elaborazione di strumenti sensibili alla cultura dei diritti, tenuti ad andare oltre la rilevazione del dato quantitativo, al fine di prestare attenzione all'aspetto qualitativo del problema, valorizzando il ruolo che le narrazioni mediali e transmediali possono svolgere nella promozione di contenuti e strategie dirette a valorizzare i diritti umani, in particolar modo quelli di terza generazione.
La prospettiva utilizzata per riflettere sulle sfide poste al dibattito tra comunicazione e diritti umani, consentirà inoltre, sulla scia della terza missione che l'Università è chiamata a svolgere, di promuovere relazioni significative con soggetti appartenenti al mondo istituzionale, dell'associazionismo di settore e della ricerca per realizzare efficaci iniziative multistakeholder di contrasto alle criticità evidenziate e valorizzazione delle differenze. Ciò nella convinzione di come le rappresentazioni mediali debbano rendersi parte attiva di quel progetto di educazione culturale ai diritti umani, da rivolgere e da costruire insieme alle nuove generazioni, a fronte di contesti sociali e politici che sempre più spesso sembrano autorizzare e amplificare l'espressione di forme di intolleranza verso tutte le tipologie di differenza.
A partire dalle più recenti ed innovative iniziative sul tema intenzionate a ritrovare le parole inclusive e i valori fondanti del patto sociale alla base delle società libere e democratiche, come la Carta di Assise (2019), il progetto intende arrivare alla stesura di una Carta della Comunicazione quale strumento operativo per addetti ai lavori e operatori dei media, aggiornata ai tempi della transmedialità e della Rete e applicata al tema sensibile del rispetto dei Diritti umani.
Sul piano dell'incidenza sulla qualità della vita sociale, il progetto presenta caratteri di innovatività anche per l'obiettivo di puntare a dare una risposta all'esaltazione della dimensione individualistica, già oggetto di tanta letteratura sociologica sul tema, generando un innaturale annientamento della natura sociale dell'essere umano. Ma più che l'individualismo, quella che si attua di fronte alle impreviste minacce de tempi moderni, quasi sempre legate anche a situazioni di scarsa considerazione per i diritti umani, è la paura che genera immobilismo e si traduce in isolazionismo: viene meno la sicurezza data dalla vita "insieme", dalla fiducia come piattaforma di solidità e di felicità di una società (Gavrila, 2014, p. 40). Ad esempio, il soddisfacimento del bisogno di sicurezza risulta, non a caso, anche dal punto di vista del World Happiness Report 2013/Rapporto mondiale sulla felicità 2013 (Helliwell, Layard, Sachs, 2014) una delle categorie chiave per comprendere e interpretare il grado di felicità di un gruppo sociale o di una nazione. D'altronde, già alla fine degli Anni Novanta, Amartya Sen aveva argomentato in modo convincente che il riconoscimento della complessità della natura umana e della diversità dell'ambiente fisico e umano circostante, identifica il benessere di una persona non in una sola dimensione, come nella visione utilitaristica, ma in una pluralità di funzioni vitali, di azioni e di condizioni che una persona ritiene importanti nel corso della sua vita. Queste funzioni spaziano da quelle elementari, come quella di essere adeguatamente nutrito o di non essere afflitto da malattie, fino ad attività o condizioni complesse come la libertà politica, la garanzia del lavoro, le opportunità sociali, l'accesso all'educazione e all'informazione, la garanzia di protezione e di sicurezza (Sen, 1997, 1999).

Codice Bando: 
1537712

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