Il Genji monogatari (Storia di Genji, 1008ca.) è giunto a noi in una forma standardizzata che ha saputo generare una molteplicità di materiale ispirato all'originale. Tuttavia, le tracce di tale originale - il cui status era già stato messo in discussione dall'autrice stessa in Murasaki Shikibu Nikki (Il diario di Murasaki Shikibu) - sono invero andate perdute nel secolo successivo alla sua stesura, forse a causa dei rimaneggiamenti al testo o alla difficoltà di trasporto dei molti rotoli che lo compongono. Nonostante ciò, il Genji monogatari è rimasto per lo più invariato sia nella struttura che nella percezione collettiva del classico che rappresenta, e tale immutabilità è attribuibile all'influenza che commentari all'opera risalenti al tardo periodo Heian (794-1185) e agli inizi del Kamakura (1185-1333) hanno esercitato sulla regolamentazione delle tradizioni testuali che lo riguardano.
Lo scopo del progetto è quindi analizzare il commentario Genji shaku (Spiegazione del Genji monogatari, 1160ca.) e dimostrare come la sua influenza sui commentari successivi abbia plasmato l'ordine dei capitoli del Genji monogatari contribuendo a codificare il testo in maniera così standardizzata da renderlo immutabile. Il Genji shaku, del quale solitamente vengono analizzate le glosse sui waka e i richiami alla poesia classica cinese, vuole invece qui essere visionato sotto una nuova luce, distante dal piano poetico già largamente indagato, per concentrarsi sui riferimenti all'ordine dei capitoli: questo commentario è infatti il primo a farne menzione ed è verosimile ritenere che i commentari successivi abbiano riproposto lo stesso ordine per suo diretto effetto, inducendo così la struttura narrativa del Genji monogatari a rimanere invariata nonostante i riadattamenti.
La ricerca intende quindi spiegare come le glosse relative all'ordine dei capitoli inserite nel Genji shaku, alla luce delle sue imitazioni da parte di commentari successivi, abbiano plasmato il Genji monogatari.
La ricerca intende porsi in maniera innovativa soprattutto dal punto di vista nazionale, ove mancano studi approfonditi riguardo ai commentari al Genji monogatari, studi che invece si concentrano sull'analisi poetica, sul suo attuale status di classico in riferimento alla letteratura giapponese contemporanea e alle problematiche traduttologiche relative alle lingue moderne, nonché sugli adattamenti moderni e i vari media attraverso i quali l'opera è stata riproposta (Milasi, Quasi lo stesso monogatari: trasposizioni in lingua moderna nell'epoca del Genji boom, 2021). Il presente progetto permetterebbe quindi di ampliare lo stato dell'arte con una produzione scientifica relativa all'analisi della critica letteraria al Genji prodotta a distanza di poche centinaia di anni dalla stesura dell'originale.
Ove studiosi come Gatten e Cook hanno preferito un approccio cronologico e l'analisi eterogenea di diversi commentari in relazione ai primi capitoli del Genji monogatari, come anche all'influenza del Genji monogatari sulla cultura giapponese moderna, mentre Kern si è concentrato sull'analisi di un singolo capitolo dell'opera per poi spostarsi ai riferimenti che lo vedono protagonista di alcune porzioni di vari commentari, in questa sede si preferirà procedere innanzitutto con uno studio mirato e dettagliato di un unico commentario, per dedicarsi a una visione più ampia solo in un secondo momento. Tale visione, seppur allargata, intende comunque restare fedele alle premesse di ricerca e non spostarsi né dal punto di vista cronologico né da quello narrativo, rimanendo strettamente legata alla problematica dell'ordine dei capitoli e al loro essere stati tramandati in questa forma in maniera così standardizzata.
Questo aspetto, infatti, è stato tralasciato persino dagli studi giapponesi che, seppur avanzati grazie alla condivisione della lingua del testo fonte, non si sono mai di fatto spinti al di là dell'analisi della versione già codificata dell'opera: questo approccio, pur restando totalmente fedele all'impianto di ricerca nipponico, tende a rimanere antiquato nella metodologia e negli oggetti di analisi, mettendo da parte quella che è la concezione di una edizione critica. La ricerca qui proposta, intende dunque fungere da collegamento tra gli studi anglofoni e quelli giapponesi, ponendosi come obiettivo non semplicemente quello di affermare che la versione originale del testo fosse diversa da quella che poi sarà canonizzata nel tempo, ma invero quello di dimostrare cosa e chi abbiano effettivamente determinato questo processo di diversificazione e, successivamente, di standardizzazione dell'opera.
In un panorama di studi così ampio e variegato, questa ricerca vuole in altre parole affrontare in maniera esaustiva lo studio di uno dei commentari al Genji monogatari, per il quale non esistono ad oggi studi mirati: nella grande pluralità di opere di critica letteraria all'opera, questo studio potrebbe fare luce in maniera completa sul Genji shaku, per apportare una novità - ed una novità nella sua interezza - alla ricerca nell'ambito del corpo testuale del Genji monogatari.
Più in generale, poi, tale studio apporterebbe in maniera trasversale delle novità nel campo degli studi sul Genji monogatari e sulla letteratura Heian: da un lato si discosterebbe dalla mera analisi poetica o narrativa del testo - già sapientemente affrontata sia dall'accademia italiana che da quelle americana e giapponese - ponendo invece l'attenzione sulla dimensione strutturale e sulla critica letteraria all'opera piuttosto che sull'opera stessa, e dall'altro si potrebbero creare dei nuovi spunti di riflessione in relazione alla fruizione moderna di classici della letteratura Heian - non è infatti da escludere che anche altri grandi monogatari considerati classici siano incorsi nello stesso processo del Genji monogatari e che la letteratura ad essi ispirata non li abbia altrettanto modificati fino a renderli come oggi sono a noi noti.