La ricerca si propone di studiare le valutazioni e le iniziative che, in seguito alla radicale trasformazione del mercato petrolifero mondiale causata dagli shock degli anni Settanta, furono messe in campo dai responsabili della politica energetica italiana, per tentare di risolvere il problema dell'approvvigionamento nazionale (un problema - come noto - diventato centrale nell'agenda politica del paese per via della crescente dipendenza dalle importazioni petrolifere mediorientali e delle politiche seguite dai paesi produttori, tese alla nazionalizzazione delle industrie petrolifere locali e al continuo rialzo dei prezzi del greggio).
In particolare, l'obiettivo non è solo e non tanto l'analisi dei vari passaggi del processo decisionale, ma soprattutto la ricostruzione del dibattito e della riflessione fatti intorno a tali temi da parte dalla classe dirigente italiana, intesa in senso lato come responsabili di governo, politici, uomini dell'impresa pubblica e privata, esperti del settore e consiglieri. Le decisioni di assicurare le forniture petroliferi rilanciando i rapporti con paesi arabi guidati da regimi autoritari, di approfondire le relazioni con l'Unione sovietica al fine di diversificare le fonti di approvvigionamento ricorrendo al gas russo, di puntare con decisione sul nucleare, salvo poi abbandonare tale strada pochi anni dopo per avviare lo sviluppo delle energie alternative, non erano evidentemente solo il frutto di scelte tecniche, ma avevano anche una valenza politica, con ripercussioni non solo interne, ma anche in ambito europeo e atlantico. In conclusione, lo scopo della ricerca è uno studio sull'origine di decisioni che tanta parte hanno avuto e continuano ad avere nella vita politica ed economica italiana dei decenni successivi.
L'unità di ricerca, impegnata nello studio del problema petrolifero tra gli anni '70 e '80 e nell'analisi delle ricadute sul processo decisionale della politica italiana (transizione energetica, piano energetico nazionale del 1975 e successive modifiche, rilancio dell'azione dell'Eni, nuovi rapporti con i paesi arabi produttori di petrolio ecc.), ha individuato una fonte importante per lo studio di tali temi presso l'Istituto Sturzo di Roma, dove sono depositate le carte di Giulio Andreotti.
Andreotti, come noto, nel secondo dopoguerra, ebbe diversi incarichi di governo e fu uno dei principali protagonisti della politica italiana. Negli anni Settanta, in occasione delle crisi petrolifere e del dibattito pubblico e del processo decisionale che ne seguirono, fu presidente del Consiglio dei Ministri (1972/73 e 1976/79) e ministro del Bilancio e della Programmazione Economica (1974/76).
L'Archivio Andreotti rappresenta, quindi, una fonte di straordinario interesse e rilevanza per la ricostruzione del processo decisionale dell'epoca, che l'oggetto del presente progetto di ricerca.
L'Archivio Andreotti è diviso in numerose pratiche. Una di queste, composta di 24 faldoni, è relativa alle questione petrolifere negli anni Settanta.
Pertanto, l'unità si propone di esaminare le carte della serie petroli dell'Archivio Andreotti per ricostruire e valutare, in maniera più approfondita e circostanziata di quanto non sia stato fatto finora, i principali passaggi del processo decisionale della classe dirigente italiana dell'epoca, costretta a confrontarsi con le questioni energetiche poste dagli shock petroliferi.