La ricerca intende indagare i sistemi adoperati nell¿ultima fase della storia della produzione libraria di manoscritti greci attraverso il caso dell¿atelier di Nicola Coniata, uno dei maggiori protagonisti del fenomeno della reviviscenza del libro manoscritto greco a Venezia nel sec. XVI. A causa della ridda di mani anonime che vi risulta impegnata e, spesso, della somiglianza tra queste e quella del capofila Nicola, manca a tutt¿oggi una ricerca sistematica su tale atelier. Sulla scorta delle rare indicazioni sparse nella bibliografia, ma soprattutto alla luce dei dati ricavati da una mia recente ricerca ¿ in corso di stampa - sui codici vallicelliani riconducibili a detto ambiente, si mira a indagare il gruppo, particolarmente nutrito, dei codici collegati all¿attività dell¿atelier custodito nelle biblioteche di Cambridge, Londra e Oxford. Identificati i codici provenienti dal milieu di Coniata sulla base di alcune caratteristiche materiali (riconosciute come peculiari di questo gruppo), si intraprenderà uno studio paleografico-codicologico finalizzato alla ricostruzione delle prassi messe in atto nella confezione di detti manoscritti. Nella fattispecie, si dedicherà particolare attenzione all¿analisi della costituzione fascicolare e degli `snodi¿ presenti nei codici, al fine di ricostruire i vari sistemi di produzione cui si è ricorso; lo studio paleografico, mirato in special modo alle mani anonime, permetterà, poi, di determinare ruoli, funzioni e ricorrenza dei responsabili della copia; gli elementi filologici, infine, saranno utilizzati in fase di rielaborazione dei dati, incrociando quest¿ultimi con gli esiti prodotti dalle mie precedenti ricerche e inquadrando i risultati nel panorama storico e grafico del sec. XVI.
La ricerca costituirà un tassello dei desiderata degli studi sulla produzione manoscritta del sec. XVI, per la quale spesso si è lamentata una certa lacunosità. Nella fattispecie, la mancanza di uno studio specifico dell¿attività dell¿atelier di Nicola Coniata ha determinato un¿evidente difficoltà degli studiosi ad affrontare l¿argomento. Non è raro, nell¿ambito di questi studi, incappare in definizioni vaghe o attribuzioni errate.
Recentemente, lo spoglio del fondo greco della biblioteca Vallicelliana in Roma - intrapreso per lo svolgimento del mio progetto di ricerca dottorale nell¿ambito del Dottorato in Scienze del testo, Curriculum Paleografia greca e latina (XXXII ciclo), presso l¿Università degli Studi di Roma ¿La Sapienza¿ e finalizzato all¿individuazione dei manoscritti verosimilmente appartenuti alla biblioteca di Achille Stazio, poi passati alla Vallicelliana nel 1581 per volontà testamentaria dell¿illustre umanista (PINTO 1932; MOREIRA DE SA¿ 1957; ROSA CORSINI, FORMICA 1987; FORMICA 1989; PEREIRA 1993; FINOCCHIARO 2011; CALDELLI 2013) ¿ mi ha permesso di ricondurre al circuito di Nicola Coniata alcuni manoscritti vallicelliani dei quali non era ancora nota l¿origine (Vall. B 28, Vall. D 6, Vall. D 56) e di riconoscere la mano di Nicola in alcuni codici oggi a Torino e finora attribuiti a mano anonima. Ulteriormente, ho potuto individuare delle caratteristiche tipiche dell¿atelier ancora inedite, collegate all¿indicazione di consistenza fascicolare e alla localizzazione di titolo in maiuscola epigrafica. I frutti di questa mia ricerca sono confluiti nel mio studio sopra richiamato, in corso di stampa, in Greeks, books and libraries in Renaissance Venice (ed. R. M. Piccione).
Sulla scorta dello studio dei manoscritti Vallicelliani, il gruppo di codici ¿inglesi¿ sembra particolarmente promettente giacché, a fronte delle poche immagini di cui ho potuto disporre finora (4 manoscritti digitalizzati sui 25 da esaminare), ho già potuto riconoscere un copista anonimo molto attivo nel gruppo Coniata, da me denominato Anon. ß¿, presente in porzioni dei codici Lond. Royal 16 D XV, Vall. D 56, Vat. gr. 660, Paris. gr. 170, Mutin. ¿. T. 8. 16.
L¿ampliamento della ricerca ai manoscritti inglesi sarà quindi finalizzato alla pubblicazione di un contributo che dovrà apportare nuove informazioni sulle prassi seguite dall¿atelier, correggendo o aggiornando quanto delineato dal gruppo di codici Vallicelliani, soprattutto riguardo la divisione settoriale del lavoro di copia, il carattere seriale di alcuni copisti, la produzione ripetuta di alcuni testi, il rapporto con gli antigrafi e con le edizioni a stampa.