La presente proposta di ricerca ha come obiettivo lo studio di aspetti cognitivi coinvolti nel controllo del movimento. Sulla base della recente letteratura scientifica sui movimenti coordinati ritmici, viene proposto uno studio esplorativo sulle capacità del ritmo di poter essere considerato un facilitatore del controllo motorio. In particolare, i partecipanti allo studio saranno soggetti clinici, portatori di diverse patologie neurologiche, e soggetti sani a cui verrà richiesto di eseguire movimenti con gli arti superiori ed inferiori in diverse condizioni sperimentali.
Per la realizzazione dello studio verrà implementato un software con cui sarà possibile valutare le abilità percettive musicali e verranno impiegati, successivamente, altri strumenti per la rilevazione dei movimenti degli arti.
Verrà effettuata un'analisi statistica finalizzata a valutare l'impatto che diverse tipologie di ritmo hanno nell'influenzare il controllo del comportamento motorio.
Rispetto alle ricerche finora condotte nell'ambito dei movimenti coordinati, pochi studi si sono occupati di come il ritmo possa influire nel controllo motorio in patologie come la malattia di Parkinson o lo Stroke, dove è presente un deficit specifico della realizzazione del movimento intenzionale.
A tal proposito, rispetto agli studi fin qui esposti, la presente proposta di ricerca ha come oggetto lo studio del ritmo in funzione del controllo motorio: si vuole studiare se il ritmo possa essere considerato un facilitatore del controllo motorio, laddove quest'ultimo sia compromesso da patologie neurologiche.
Rispetto agli studi sui movimenti coordinati, quindi di sincronizzazione e sincopazione, finora sono stati studi i movimenti relativi all'arto superiore, questo studio ha come obiettivo l'ampliamento del repertorio motorio indagato, estendendo l'oggetto di studio anche ai movimenti dell'arto inferiore.
Un altro aspetto di innovatività è rappresentato dal fatto che ciò che si vuole andare ad indagare non è solo se la musica possa favorire l'apprendimento di una sequenza motoria facilitata dal seguire un ritmo esterno, ma se questo tipo di training possa aiutare i pazienti a realizzare un movimento più fluido reso possibile dalla possibilità di sviluppare un proprio ritmo.
In quest'ottica, i risultati attesi da questo esperimento è di poter sfruttare la competenza ritmica dei pazienti in chiave riabilitativa.
References
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