La sterilità e l'infertilità sono condizioni che rappresentano un problema di vaste proporzioni in tutto il mondo, e che comportano un profondo disagio sul piano psicologico per gli individui e le coppie coinvolte. Attualmente sono disponibili tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), che permettono alle coppie di realizzare il loro desiderio di genitorialità, ma che contemporaneamente comportano un notevole coinvolgimento delle donne nelle cure mediche, con un forte impatto sulla qualità della vita. Alcune condizioni psicofisiche, come la presenza di aborti precedenti e un'età superiore ai 40 anni, possono esacerbare i vissuti dolorosi, oltre che impattare sulle possibilità di esito positivo delle procedure mediche. Una buona capacità di elaborare gli eventi dal punto di vista emotivo appare un fattore di protezione per lo sviluppo di quadri di disagio psicologico nelle donne in PMA, tanto che gli interventi in questo ambito tendono a rafforzare le competenze emotive delle donne, per far fronte allo stress che derivano dall'infertilità e dellla PMA. Non esistono studi in letteratura che analizzano le memorie autobiografiche delle donne infertili in PMA, nonostante esse rappresentino un indicatore della capacità di far fronte alle esperienze dolorose presenti e passate, e potenzialmente risultare un fattore predittivo del successo del PMA.
Il presente lavoro si pone l'obiettivo di esplorare le caratteristiche delle memorie autobiografiche di donne infertili in PMA, ed il loro rapporto con la capacità individuale delle donne di prendere contatto ed esprimere le proprie emozioni. Tale relazione verrà esplorata in condizioni di rischio diverse, quali la presenza di aborti pregressi (sia naturali che indotti) e un'età over 40, oltre che in un gruppo senza ulteriori elementi di rischio psicofisico. Infine, verrà analizzato il rapporto tra la qualità delle memorie autobiografiche, la capacità di elaborazione emotiva e l'esito delle procedure mediche.
Analizzare la memoria autobiografica può rappresentare una strategia efficace per comprendere come le persone rappresentano se stesse e le loro esperienze, entro una narrazione del senso di Sé. E' noto che eventi difficili, stressanti o traumatici, possano essere organizzati e rievocati in memoria in maniera diversa, in base alle caratteristiche della persona e dell'evento stesso. Avere una buona capacità di prendere contatto con i propri vissuti emotivi, e dunque una buona capacità di regolazione affettiva delle proprie esperienze, può avere un impatto sull'organizzazione delle memorie, da un lato, e sul risultato del PMA, dall'altro.
Nessun lavoro di ricerca ha finora analizzato le memorie autobiografiche di donne con infertilità, nonostante essa possa rappresentare un evento dirompente rispetto alla propria identità, che rischia di minare il senso di continuità dell'esperienza, nonché la progettualità di vita individuale, di coppia e sociale. L'analisi delle memorie, oltre ad avere un interesse conoscitivo della modalità di organizzazione dei vissuti legati all'infertilità e ai suoi trattamenti, ed essere potenzialmente predittiva del successo del PMA, può anche fornire informazioni rilevanti per orientare gli interventi psicologici in questo ambito.
In Italia, infatti, nonostante la Legge n.40 del 2004 imponga ai Centri di PMA la presenza di uno psicologo che si occupi della salute psicologica di donne e coppie, sancendo il diritto all'assistenza psicologica in questo ambito, non esistono linee guida sulle modalità cui questi interventi debbano essere condotti. Partendo dal presupposto che l'infertilità non è un'esperienza univoca, e che può essere caratterizzata da condizioni diverse, il nostro studio intende inoltre prendere in considerazione due situazioni particolari, ma allo stesso tempo sempre più frequenti, come l'età avanzata (over 40) della donna e le precedenti esperienze di aborto. Lo scopo è quello di individuare delle specificità nelle ricostruzioni di memoria, che offrano al clinico l'opportunità di comprendere come orientare e focalizzare interventi di promozione dell'elaborazione dell'esperienza che l'infertilità e i trattamenti rappresentano all'interno del ciclo di vita. Tali interventi appaiono rivelanti, non solo per supportare donne e uomini che affrontano un evento doloroso, ma anche per favorire lo sviluppo di capacità genitoriali basate sulla possibilità di ricostruire e poi riflettere in maniera consapevole sulla propria storia.