La pandemia determinata dal SARS-CoV2 oltre a determinare un rischio di contrarre la malattia (CoViD-19) ha costretto molti atleti nel mondo ad una forzata sedentarietà con i danni sulla salute che questa determina direttamente (rischio cardiometabolico) ed indirettamente a causa della inattività fisica (rischio trombotico e infiammazione cronica di basso grado -ICBG- e quindi rischio di contrarre le principali malattie croniche non trasmissibili - not comunicable diseases - NCD).
Scopo: Valutare lo stato di forma e di salute di cestisti su sedia a ruote, costretti ad un periodo di sedentarietà e di inattività fisica per ottemperare alla richiesta del Governo di "lockdown" e distanziamento sociale, al fine di riprendere in sicurezza la consueta attività sportiva di squadra.
Obiettivo primario: valutare lo stato di salute (polmonare, cardiocircolatoria e metabolica) e le capacità funzionali motorie (componenti della physical fitness) dopo un periodo di sedentarietà forzato in atleti paralimpici con impairment locomotorio.
Obiettivo secondario: valutare negli Atleti il rischio cardiovascolare in relazione alle possibili mutate abitudini alimentari.
Campione: Atleti (30-35) delle squadre nazionali della Federazione Italiana Pallacanestro In Carrozzina. Metodologia: visite mediche; analisi cliniche; spirometria; diffusione alveolo capillare, test cardiopolmonare integrato (CPET) durante ergometria incrementale massimale con monitoraggio metabolico, elettrocardiografico e della saturazione di ossigeno dell'emoglobina; ecocardiografia; test di forza muscolare, massima potenza esplosiva, capacità glicolitica anaerobica; capacità antiossidante; ICBG (IL-6); stato nutrizionale. Risultati attesi: deterioramento dello stato di salute e di capacità funzionale e di esercizio (confronto con test precedenti al culmine dello stato di allenamento e con atleti veterani con mielolesione); messa a punto di metodologie da applicare ad eventuali altri periodi di sedentarietà forzata.
Il presente studio presenta numerose innovatività. ln primo luogo è innovativa la valutazione specifica, funzionale e dello stato di salute, per la ripresa in sicurezza delle attività sportive in atleti con "impairment" locomotorio successivamente al "lockdown" ed alla forzata sedentarietà conseguente a CoViD-19, che introduce nell'ambito della visita di idoneità sportiva paralimpica la valutazione della diffusione alveolo capillare che, a nostra conoscenza non è stata mai misurata in atleti con patologie disabilitanti probabilmente esenti da patologia respiratoria. Inoltre, a nostra migliore conoscenza, mai è stato implementato nel test cardiopolmonare integrato (cardiopolmunary exercise test - CPET) di questi atleti la misura contemporanea del grado di saturazione dell'ossigeno nell'emoglobina se non in atleti con patologie polmonari. Assolutamente innovativo risulta poi in atleti paralimpici la contemporanea valutazione (pre e post CPET) dello stress ossidativo (l'alterato bilancio tra radicali liberi e difese antiossidanti) e l'infiammazione cronica di basso grado che hanno entrambe un ruolo critico nella prognosi del COVID-19 (1) integrando l'impatto relativo della fitness aerobica e dello stato nutrizionale. La letteratura scientifica ci conferma che sia la dieta (2) che l'allenamento (3) possono ridurre i livelli di IL-6, che è parte integrante e favorente la "tempesta di citochine" post-infezione ed è stata messa in relazione anche al rischio trombotico (4). In questo contesto, un nostro recente studio retrospettivo, pur indicando in atleti paralimpici amputati un elevato rischio cardiometabolico mentre in quelli con mielolesione alta un maggior rischio derivante dall'attivazione delle piastrine (5), non ha consentito di valutare l'interazione dieta-fitness cardiovascolare (6) con questi indici ematologici di infiammazione cronica di basso grado. Alcune componenti dietetiche sono in grado di modulare gli indici ematologici di infiammazione (7), le citochine infiammatorie (8, 9), lo stato antiossidante (10, 11) e l'attivazione delle piastrine (, 12) e sono stati suggeriti anche nell'ambito di patologie oncologiche (13). La nutrizione è particolarmente importante non solo per migliorare le difese immunitarie in caso di COVID-19 (14, 15), ma in generale per prevenire le malattie infettive durante i periodi di competizione (16). Particolare attenzione andrebbe data ad atleti che possono avere disturbi intestinali legati alla patologia (17).
Ref
1. Korakas et al. Am J Physiol Endocrinol Metab. 2020 doi:10.1152/ajpendo.00198.2020.
2. Messina et al. Int. J. Mol. Sci. 2020 doi:10.3390/ijms21093104
3. Nicklas and Brinkley. Exerc Sport Sci Rev. 2009 doi:10.1097/JES.0b013e3181b7b3d9.
4. Menendez et al. Aging. 2020 doi:10.18632/aging.103347.
5. Bernardi M et al. Oxid Med Cell Longev. 2019 doi:10.1155/2019/6798140.
6. Bernardi M and Peluso I. Curr Opinion Toxicol, 2020 doi:10.1016/j.cotox.2020.03.005.
7. Palmacci et al.Oxid Med Cell Longev. 2019 doi: 10.1155/2019/7384193.
8. Peluso I et al. Curr Pharm Des. 2012; 18(1):85-90.
9. Peluso et al. Mol Nutr Food Res 2013;57(5):784-801.
11. Peluso I, Serafini M. Br J Pharmacol. 2017;174(11):1195-1208.
12. Peluso I et al. Oxid Med Cell Longev 2016; doi: 10.1155/2016/5630985.
13. Peluso I et al. Food Funct. 2015;6(7):2128-34.
14. Aiello et al. Semin Cancer Biol. 2019. doi: 10.1016/j.semcancer.2019.08.029.
15. Calder et al. Nutrients. 2020 doi: 10.3390/nu12041181.
16. Hribar et al. Brain Sci. 2020 doi: 10.3390/brainsci10050284.
17. Schwellnus et al., Br J Sports Med 2016;50:1043-1052.
18. Bernardi M et al. World J Gastroenterol 2020; doi:10.3748/wjg.v26.i20.2479.