Il progetto parte dalla consapevolezza delle trasformazioni in atto nello sviluppo delle attività di ricerca e di accesso alla conoscenza nell'era della rete, nei circuiti di comunicazione scientifica, e nella erogazione dei servizi agli studenti e ai ricercatori. In questa prospettiva le biblioteche - intese come servizi di supporto alle attività scientifiche , didattiche e di terza missione - debbono riposizionarsi e individuare nuove forme organizzative e di funzionamento, capaci di dare maggiore incisività alla loro azione e di fornire un fattivo contributo al raggiungimento delle finalità degli Atenei in cui sono incardinate.
Vi è oggi uno scarto tra la riflessione teorica e la pratica delle attività di monitoraggio. La biblioteconomia internazionale, infatti, offre da tempo una varietà di strumenti con cui misurare e valutare le performance delle biblioteche e il loro impatto sulla vita della comunità accademica. In particolare, gli standard ISO 11620 (Library performance indicators) e 2789 (International library statistics), cui si è aggiunto recentemente lo standard ISO 16439 (methods and procedures for assessing the impact of libraries).
Utilizzando questi strumenti di lavoro e facendo riferimento alle più significative esperienze in atto a livello internazionale, il progetto si propone di mettere a punto una metodologia di valutazione comparativa di input, output e outcome, da definire di concerto con l'ISTAT, che ha stipulato un accordo di collaborazione col Dipartimento di Scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche per lo ¿Studio progettuale per la rappresentazione statistica della rete delle biblioteche in Italia¿ inserito nel Programma Statistico Nazionale, anche nella prospettiva di individuare un indicatore di impatto da inserire nel Rapporto BES "Benessere equo e sostenibile".
Il toolkit realizzato nell'ambito del progetto verrà sperimentato nelle biblioteche della Sapienza, in collaborazione col Centro SBS.
Innovatività della ricerca
Esistono attività di rendicontazione e di valutazione dell'impatto sociale ed economico a livello internazionale ormai molto consolidate che dimostrano il valore che i servizi di accesso alla conoscenza possono avere e i loro benefici effetti sulla qualità della vita delle persone soprattutto in una chiave di welfare.
In Italia non solo non sono diffusi studi di questo tipo ma si arriva a pericolose distorsioni, la più evidente è la quasi totale assenza delle biblioteche, e più in generale dei servizi di accesso alla conoscenza, all¿interno del Rapporto ISTAT sul Benessere Equo e Sostenibile, che presenta gli indicatori di benessere utilizzati tra gli strumenti di programmazione della politica economica, come previsto dalla riforma della Legge di Bilancio del settembre 2016.
All'interno del Rapporto BES è previsto un unico indicatore che riguarda le biblioteche: "Spesa pubblica comunale corrente pro-capite destinata alla gestione del patrimonio culturale" nel dominio Paesaggio e patrimonio culturale. Si tratta di un indicatore di input che offre una misura della spesa destinata alla valorizzazione dei beni culturali. Nessun indicatore sugli output e sugli outcome, sui risultati prodotti in relazione a partecipazione e crescita culturale, coesione e inclusione sociale, formazione continua dei cittadini, sulla ricerca e l¿innovazione ecc. (Faggiolani, 2016; 2017).
In particolare sembra particolarmente distorsiva l'assenza delle biblioteche accademiche all'interno del dominio del BES "Ricerca e innovazione", tenendo in considerazione il ruolo strategico che le biblioteche possono avere nello sviluppo del capitale umano del Paese e delle competenze individuali, nella valutazione della ricerca scientifica e della terza missione dell'Università, oltre che come strumento di base per l'accesso alla conoscenza.
Questo accade non solo per la difficoltà di ottenere una ampia adesione ai valori sociali e culturali di cui le biblioteche sono portatrici ma anche perché non esistono rilevazioni integrate, stabili, continuative capaci di dimostrare il valore delle biblioteche, rilevazioni che partendo da una solida mappatura dell'offerta siano capaci di monitorare l'uso e l¿impatto sugli utenti.
Tale mancanza di dati incide negativamente sulla definizione dell¿identità e dei fini istituzionali delle biblioteche stesse, sul loro posizionamento e quindi sulla programmazione delle politiche culturali (Solimine, 2014).
Servono modelli condivisi, attività diffuse, strumenti validati e collaudati che possano rendere la valutazione approcciabile nelle strutture più grandi ma anche in quelle piccole che spesso agiscono come unico presidio culturale sul territorio.
Solo così le biblioteche potranno dimostrare come e quanto contribuiscono al miglioramento delle condizioni di vita delle persone (impatto individuale) che si riflette anche sulla generazione di vantaggi culturali, sociali ed economici per le comunità (impatto sociale).
Il progetto di ricerca che qui viene proposto parte da questo stato dei fatti per proporre una sperimentazione di obiettivi e tecniche a partire da una più dettagliata definizione di impatto, al fine di generare delle linee guida che possano essere utilizzate a livello nazionale per la misurazione dell'impatto delle biblioteche accademiche. L'innovatività della ricerca risiede nella prospettiva interdisciplinare che consentirà di coniugare le competenze più specifiche di carattere biblioteconomico con quelle di carattere metodologico legate alla misurazione d'impatto. Ciò consentirà la messa a fuoco di nuove metodologie di misurazione e valutazione, allineate con le nuove tendenze della statistica ufficiale.
Risultati attesi e ricadute del progetto
Il progetto può generare due ricadute di diverso ordine:
1. Potenzialità applicative: esso si configura come un progetto di ricerca applicata che consente l'evoluzione e l'implementazione degli strumenti per la rilevazione dell'impatto delle biblioteche accademiche; tale risultato sarà messo a disposizione di tutte le università italiane, anche al fine di consolidare una metodologia di rilevazione omogenea a livello nazionale.
2. Istituzionale: il progetto prevede una stretta collaborazione con ISTAT. La statistica ufficiale ha un ruolo decisivo nell'aiutare le istituzioni nella scelta delle priorità, configurandosi come uno strumento imparziale per comprendere e decidere. Il ruolo degli indicatori statistici nell'orientare i processi decisionali è un tema di grande attualità, oggetto del Lisbon Memorandum on Indicators for decision making and monitoring, adottato nel 2015 dai direttori degli istituti nazionali di statistica.