Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_982764
Abstract: 

Il progetto di ricerca intende indagare e problematizzare una nozione ricorrente negli studi costituzionalistici, quella di modifica costituzionale tacita, che tuttavia è stata finora oggetto di pochi e frammentari studi.
A questo proposito, l'analisi verrà condotta muovendo dalla distinzione tra modifiche tacite alla/della Costituzione, interpretazione costituzionale e violazione della Costituzione, per comprendere se ed entro quali limiti - in regime di costituzione scritta e rigida - siano ammissibili modifiche tacite.
A tal fine, sarà pertanto indagato il ruolo delle finzioni giuridiche, delle convenzioni e delle consuetudini costituzionali nell'affermazione di modifiche costituzionali tacite. Punto di osservazione privilegiato, di tipo empirico, saranno le trasformazioni della forma di governo italiana, che dal 1948 a oggi si sono prodotte e affermate "nonostante" il testo della Costituzione. In particolare, i profili indagati attengono al ruolo del Governo nella produzione normativa, all'incidenza del diritto dell'Unione europea sugli equilibri costituzionali, alle revisioni costituzionali espresse implicanti modifiche tacite di altre disposizioni costituzionali, alla posizione del Presidente della Repubblica e della Corte costituzionale quali (insufficienti) argini alle modifiche tacite.

ERC: 
SH2_4
Innovatività: 

La ricerca si inserisce in un dibattito costituzionalistico molto acceso sui limiti (anche procedurali) alla modificabilità del testo costituzionale, ma lo affronta partendo da una prospettiva che finora non è stata indagata né sistematicamente né attraverso analisi che intreccino il piano teorico con quello positivo ed esperienziale.
Nonostante sia frequente il riferimento a supposti esempi di modifica tacita della/alla Costituzione, l'espressione è spesso utilizzata come mera clausola di stile, senza che sia delimitato il campo di operatività di tali modifiche e i relativi caratteri distintivi.
Vi è, pertanto, un duplice rischio: quello di derubricare a (mera) modifica tacita ciò che, invece, dovrebbe reputarsi una violazione della Costituzione ovvero, al contrario, quello di qualificare come modifica tacita ciò che rientra nella fisiologica dinamica dell'interpretazione costituzionale e della connaturale elasticità delle formule costituzionali.
Rispetto allo stato dell'arte appare, pertanto, proficuo sia un aggiornamento di alcuni risalenti studi costituzionalistici alle problematiche odierne della rigidità e della revisione costituzionale - anche alla luce delle revisioni/modifiche/rotture costituzionali verificatesi a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso - sia una più organica riflessione sulle ripercussioni e sulle implicazioni attuali delle modifiche tacite alla Costituzione.
Ciò consentirà di analizzare sotto una diversa chiave di lettura e, dunque, con un auspicabile tasso di originalità, temi legati, ad esempio, alla modifica dell'articolo 81 della Costituzione con l'introduzione del cosiddetto pareggio di bilancio e al suo impatto sul testo costituzionale sistematicamente inteso; all'aggiramento della procedura di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali, di cui all'articolo 80 della Costituzione, in special modo con riguardo agli accordi in forma semplificata in materia di controllo dell'immigrazione; al possibile ruolo del Presidente della Repubblica e della Corte costituzionale dinanzi a modifiche tacite della Costituzione, nonché - più in generale - a quei mutamenti del quadro politico-partitico e dei rapporti tra Governo e Parlamento tali da incidere sulla tenuta del testo costituzionale.
Si pensi, da ultimo, alle trasformazioni (tacite?) nella procedura di formazione del Governo ovvero a quelle forme di abrogazione tacita di disposizioni costituzionali indotte dalla primauté del diritto dell'Unione europea sul diritto nazionale.

Codice Bando: 
982764

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