Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_945036
Abstract: 

I flussi migratori rappresentano un fenomeno di portata globale in costante crescita. Circa l'88% dei migranti arriva in Europa attraverso il Mediterraneo e nel 2017 l'Italia ha riportato un afflusso di 119.369 rifugiati. L'impatto dei flussi migratori ha un peso rilevante e ha indotto la creazione di strutture idonee all'accoglienza (CARA). Le migrazioni inoltre rappresentano una sfida in termini di sanità pubblica e di assistenza medica. I migranti non sono sottoposti a controlli di routine per patologie infettive, quali le malattie parassitarie. Di conseguenza mancano dati di prevalenza delle parassitosi nella popolazione migrante. Il presente progetto di ricerca si pone come obiettivi di valutare la prevalenza delle infezioni parassitarie creando un centro sentinella integrato con i servizi di sorveglianza nazionali e sovranazionali per le patologie infettive; di valutare il rischio di introduzione di specie parassitarie non autoctone; di stimare il reale impatto dei flussi migratori sulla prevalenza delle parassitosi e più in generale sulla salute pubblica in Italia; di elaborare algoritmi diagnostici e terapeutici idonei e contribuire alla formulazione di best practice sui controlli sanitari da attuare all¿arrivo e sui percorsi di tutela per i migranti ospiti nei centri di accoglienza
Questo progetto vedrà la collaborazione di ricercatori, clinici e associazioni umanitarie che collaboreranno per stabilire per la prima volta nel nostro paese l'effettiva circolazione di parassiti tra i migranti utilizzando tecniche innovative e per realizzare un centro sentinella di sorveglianza epidemiologica che consentirà di rilevare eventi epidemici, misurare lo stato di salute delle popolazioni migranti, programmare interventi sanitari per la tutela della salute individuale e collettiva, razionalizzare le conoscenze dell¿opinione pubblica sulle problematiche sanitarie legate ai flussi migratori, spesso fuorviata da informazioni puntiformi, non basate su dati scientifici.

ERC: 
LS6_6
LS7_8
LS7_10
Innovatività: 

Molte sono le sfide per la salute nell'era della globalizzazione. Mentre la comunità internazionale si adopera per debellare malattie note da diverso tempo, la diffusione di patogeni è agevolata dalla facilità negli spostamenti e dal commercio globale. Sono diventati sempre più frequenti gli spostamenti dei singoli che viaggiano da un paese all'altro per turismo, per accedere a livelli di educazione superiore, per cercare un lavoro migliore ma anche, e in proporzione crescente, a causa di guerre e persecuzioni: le cosiddette migrazioni forzate. L'OIM ha stimato che vi sono nel Mondo circa 200 milioni di individui che si trovano nella condizione di migranti o rifugiati. In questo contesto di importanti flussi migratori che investono i paesi europei è divenuta imperativa una riflessione attenta sulle politiche sanitarie da adottare per tutelare la salute delle popolazioni migranti e proteggere il patrimonio di salute della popolazione residente. Nonostante i numerosi sforzi fatti in ambito europeo per uniformare le normative negli Stati Membri, esistono differenze sostanziali per quanto riguarda l'accoglienza e la tutela della salute dei richiedenti asilo. Non in tutti i Paesi, infatti, è prevista l'assistenza medica da parte delle strutture pubbliche o private che servono i cittadini europei. La tutela del diritto alla salute di questi pazienti richiede una gestione dedicata, talvolta diversa da quella adottata per la popolazione generale. Barriere linguistiche e culturali che si interpongono tra l'erogazione e la fruizione del diritto alla salute rappresentano spesso un limite importante nella gestione sanitaria. Alla base tuttavia resta un problema che ciascun Paese deve fronteggiare, ovvero come fornire a tutta la popolazione immigrata presente sul territorio adeguate prestazioni sanitarie, al fine di evitarne la completa o parziale marginalizzazione.
Questo progetto di ricerca si presenta come innovativo in quanto ha l'obiettivo di stabilire per la prima volta nel nostro paese la prevalenza di parassiti ematici, intestinali e urinari tra i migranti utilizzando tecniche microscopiche, ma anche molecolari e innovative, quali la LAMP-PCR che permette di stimare il reale rischio di reintroduzione della malaria evidenziando anche cariche submicroscopiche del parassita. Sarà anche valutata l'introduzione di specie di Leishmania tropicali, i cui vettori biologici, Phlebotomus sergenti e P.papatasi, sono altamente presenti nel nostro territorio e soprattutto in Sicilia, meta del primo sbarco dei migranti dal bacino del Mediterraneo. Altro obiettivo rilevante è quello di realizzare nell'ambito del CARA un modello di assistenza funzionale ad hoc idoneo a gestire le problematiche sanitarie del migrante. C'è da sottolineare che queste popolazioni sono un gruppo già di per sé vulnerabile per vari fattori: sono stati separati bruscamente dal contesto sociale e familiare e possono sperimentare una sensazione di perdita della propria identità sociale. Spesso presentano quadri di depressione e sindrome da stress post traumatico. In taluni casi hanno subito torture, persecuzioni, violenze oltre allo stress migratorio; hanno difficoltà ad accedere alle strutture sanitarie per ragioni linguistiche, per paura di discriminazione, e, per timore, che un'eventuale patologia potrebbe influire sul riconoscimento del proprio status. Inoltre i richiedenti asilo che hanno subito violenza presentano difficoltà a fidarsi del personale sanitario; sono esposti ad alcuni rischi sociali come abuso di alcool, criminalità e prostituzione. La collaborazione tra personale sanitario del CARA, medici infettivologi attivi ed esperti di salute del migrant e personale della Croce Rossa Italiana, porterà alla formulazione di linee guida e di un modello di assistenza del migrante che potrà diventare punto di riferimento a livello italiano e europeo.
Il CARA inoltre, grazie alla sua attività clinica capillare, alla registrazione sistematica dei dati e alla notifica di malattia è da considerare un ponte sul territorio per individuare rapidamente possibili situazioni d'urgenza epidemiologica e mettere in atto misure preventive o di risposta all'urgenza. Quindi obiettivo finale del progetto è quello di trasformare il CARA da un luogo dove i migranti stazionano per pochi giorni o mesi, a Centro sentinella di sorveglianza epidemiologica che, oltre a consentire di rilevare gli eventuali eventi epidemici, consentirà anche di misurare lo stato di salute delle popolazioni migranti, di programmare gli interventi sanitari per la tutela della salute individuale e collettiva, di razionalizzare le conoscenze e le consapevolezze dell'opinione pubblica sulle problematiche sanitarie legate ai flussi migratori che è spesso fuorviata da informazioni superficiali e non basate su dati scientifici.

Codice Bando: 
945036

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