Anno: 
2017
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_608413
Abstract: 

La semantica cognitiva, come noto, identifica i significati delle espressioni come costrutti mentali, connettendo il linguaggio con la struttura cognitiva. Una delle prerogative della mente umana è infatti quella di comprendere continuamente qualcosa secondo schemi analogici, e palese è l'interesse che tale meccanismo riveste per lo studio del linguaggio, che è, per l'appunto, un sistema simbolico mediante il quale vengono codificate le nostre esperienze riguardo al mondo referenziale. Il linguaggio, infatti, esiste proprio grazie all'interazione tra materia, sensi e rappresentazione. All'interno del consistente bagaglio teorico offerto dal cognitivismo, il presente progetto si soffermerà proprio sull'àmbito semantico, dove la relazione tra piano linguistico e piano concettuale risulta particolarmente stretta e sembra prestarsi a diversi spunti di riflessione, come ad esempio quelli legati ai meccanismi sottesi ai procedimenti metaforici. L'obiettivo della ricerca che si intende proporre è quello di offrire un contributo innovativo, utilizzando gli strumenti euristici propri della semantica cognitiva per interpretare dati tratti da lingue indoeuropee antiche o moderne. L'innovatività del presente progetto consiste, infatti, nell'applicazione del medesimo quadro teorico di riferimento, di stampo sostanzialmente sincronico, sia a fenomeni di tipo sociolinguistico (analizzando i cambiamenti linguistici 'in atto') sia alla linguistica storica (studiando i cambiamenti linguistici attraverso l'analisi contrastiva dei diversi esiti storici documentati nelle differenti lingue antiche), nel tentativo di superare la tradizionale dicotomia tra dimensione sincronica e dimensione diacronica. Da un punto di vista induttivo, al contempo, sarà proprio la concreta analisi dei dati a fornire una valutazione dei punti di forza del modello di riferimento, confrontandone le possibilità di applicazione ai fatti linguistici secondo i due diversi approcci (generale e storico-comparativo).

Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_783354
sb_cp_is_785363
sb_cp_is_782995
Innovatività: 

Ai fini del perseguimento degli obiettivi del progetto, rivestirà un ruolo fondamentale l'analisi degli aspetti pragmatici connessi con i dati analizzati: gli elementi extralinguistici che fanno parte del 'quotidiano' risultano infatti essere la fonte esperienziale di fenomeni linguistici più generali, nonché la manifestazione della relazione tra lingua e contesto in un continuum tra significato letterale e metaforico.
Il settore di studi relativo alla linguistica cognitiva risulta, come detto, ampiamente indagato in letteratura. Tuttavia, offre ancora spunti originali per una disamina della sua possibile applicazione anche a problematiche proprie di lingue antiche, indagate e/o risolte secondo i più tradizionali principi storico-ricostruttivi o secondo altri modelli di riferimento.
Le linee di ricerca sviluppate dalla linguistica cognitiva sono vastissime e assai diversificate: inizialmente, come già osservato, soprattutto in àmbito internazionale, e in un secondo momento anche in àmbito nazionale, diversi sono stati gli studi che si sono occupati di analizzare fenomeni linguistici tipici anche di lingue antiche alla luce di questa prospettiva. Il modello che si ritiene interessante ai fini del presente progetto, e che ci si prefigge di considerare come punto di partenza per l'avvio di ricerche di analoga portata è quello offerto dai lavori di coloro che hanno sperimentato tale punto di vista per un determinato fenomeno linguistico. Pensiamo ad alcuni aspetti della morfosintassi del tedesco, osservati secondo la prospettiva strettamente cognitivista da Serra Borneto (2003), il quale ha motivato una serie di strategie linguistiche alla luce dello 'schema del contenitore' e della diversa profilazione operata sul modello del movimento nello spazio. Ancora, ci riferiamo alle analisi di chi, come Torricelli (2012), ha lavorato su alcune metafore del latino indagandone i contesti d'uso anche alla luce del modello culturale socialmente diffuso, osservando come «la risoluzione metaforica di un prototipo nella categoria semantica correlata restituisca la tipologia immaginativa con cui una certa dimensione culturale accede alla conoscenza delle cose dette» (ivi: 403). I dati storici, infatti, attestano una situazione già 'precostituita', 'appiattita', dalla quale non traspaiono immediatamente i presupposti concettuali e linguistici da cui il processo ha preso avvio. In questo senso, per comprendere appieno la flessibilità semantica di un lessema, sarà utile studiare le ragioni della 'immaginazione mentale', che si rispecchia, appunto, nella lingua. Tenendo dunque conto del fatto che l'analisi della dinamica metaforica delle categorie diventa il presupposto naturale per quella dei parametri culturali della conoscenza (si veda, per un'analisi ante litteram, Belardi 1976), potranno essere analizzate secondo una tale prospettiva non solo le proiezioni metaforiche, ma anche eventuali altri fenomeni transmodali, come ad esempio quello dell'interconnessione sensoriale sinestetica (cfr. Cacciari 1998 e Catricalà 2012).
Stando a quanto premesso, dunque, appare feconda l'idea di interpretare il mutamento linguistico focalizzandosi sull'interazione tra l'individuo e le costanti cognitive e interattive all'interno di una dinamica le cui categorie sono sfumate, eteronome e osservabili macroscopicamente. Lo scopo non sarà quello di ripercorrere le spiegazioni complessive ma, piuttosto, quello di fornire la spiegazione di singoli fenomeni all'interno di un più generale modello di riferimento.
Nonostante l'ampia condivisione di vedute nei confronti della metafora si sia rivelata assai produttiva da un punto di vista teorico, restano ancora aperte numerose occasioni di affiancarla in modo più concreto ad indagini di stampo comparativo-ricostruttivo, indagini che potrebbero fornire ulteriori conferme del suo potenziale applicativo o, di converso, dimostrarne eventuali punti deboli, all'interno della classica dicotomia tra il principio dell'arbitrarietà e quello della motivazione, da cui le metafore concettuali traggono fondamento (cfr. anche Prandi 2012).

Belardi, W. (1976) Superstitio, Roma.
Cacciari, C. (1998), Why Do We Speak Metaphorically? Reflections on the Functions of Metaphor in Discourse and Reasoning, in J. Katz et al. (eds.), Figurative Language and Thought, New York, 119-157.
Catricalà, M. (2012), Sinestesie e monostesie. Prospettive a confronto, Milano.
Serra Borneto, C. (2003), La distribuzione degli ausiliari haben e sein in tedesco, in L. Gaeta - S. Luraghi (a cura di), Introduzione alla linguistica cognitiva, Roma, 125-146.
Torricelli, P. (2012), Categorie di lingua e categorie di pensiero: lat. video e la metafora del sapere, in V. Orioles (a cura di), Per Roberto Gusmani. Linguistica storica e teorica. Studi in ricordo, Udine, 399-414.
Prandi, M. (2012), Metafore ed estensione lessicale: verbi e nomi di sentimento tra motivazione e arbitrarietà, in Orioles, V. (a cura di), cit., 369-383.

Codice Bando: 
608413
Keywords: 

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