Il linguaggio economico così come quelli giuridico e istituzionale sono lingue in situazione di uso professionale, il cui grado di tecnicità varia in funzione del contesto e delle necessità comunicative (Lerat, 1995). Nei loro diversi ambiti d'uso, orale o scritto/tradotto, sono espressione, esplicita o no, di una politica linguistica -intesa come insieme di scelte relative ai rapporti tra lingua(e) e vita sociale (Calvet, 1999)-. E' inoltre da rilevare che il linguaggio matematico, con simboli, percentuali e indici di riferimento, esplicitati anche con grafici e tabelle, acquista sempre maggior spazio e importanza nei discorsi e nella comunicazione pubblica sia di aziende sia di istituzioni, a partire dai siti web e dai comunicati stampa. La divulgazione di dati quantitativi a scopi di trasparenza, di rafforzamento dell'identità aziendale (corporate) o istituzionale, pubblicitari e promozionali, conferisce autorevolezza all'enunciato ed è modulata in funzione dei destinatari mirati: esperti o grande pubblico. L'analisi dei generi testuali e dei discorsi di carattere specialistico (Bathia 1993, Scarpa 2008) anche in supporti maggiormente divulgativi come la stampa specializzata o generalistica e il web, fa emergere categorie concettuali e modelli comunicativi variabili per ogni lingua-cultura resi evidenti dall'analisi di strategie linguistiche, pragmatiche, retoriche e di scelte terminologiche e traduttive determinate e preordinate. In un'ottica di trasmissione delle conoscenze, lo studio di testi specialistici corredati da aspetti quantitativi passati al vaglio degli strumenti di linguistica testuale comparativa o contrastiva, della linguistica giuridica (Cornu, 2005) o dell'analisi quantitativa dei corpora (Sinclair 1991, 2007, Partington 2010) favorirà negli studenti una lettura e una comprensione più consapevoli e critiche dei testi specialistici, sia nella loro lingua madre sia nella lingua straniera da loro prescelta.
La presente ricerca fa dialogare insieme, una disciplina quantitativa, la matematica, con discipline umanistiche quali le lingue applicate ad alcuni settori professionali, ciascuna con metodologie di analisi proprie e sperimentate, allo scopo di produrre una riflessione interdisciplinare e conseguentemente pubblicazioni che integrino ipotesi, prospettive di ricerca e approcci diversi nei confronti dell'oggetto da investigare. Questo per favorire una miglior conoscenza e comprensione dei contenuti e dei modi operandi di ciascuna area disciplinare e creare connessioni innovative tra discipline in un'ottica sia comparativa che contrastiva. Il recente interesse di alcuni economisti per la parola, il linguaggio e i referenti da essi designati nei contesti in cui operano, testimoniano di questa tendenza (Attali J. 2010, Fitoussi J.P., 2019, 2020).
La ricerca è altresì interlinguistica e interculturale poiché si prefigge di esaminare materiali tratti da contesti linguistici e culturali diversi.
Inoltre, la varietà dei supporti presi in esame : cartacei, elettronici e audiovisivi faranno appello a competenze comunicative verbali e non verbali (gestualità, postura, sguardi) differentemente recepite a seconda della lingua-cultura dei destinatari e alla costruzione di corpora originali per utilizzare dati quantitativi a supporto dell'analisi critica del discorso.
Attali J. (2010), Sept leçons de vie. Survivre aux crises., Paris, Le livre de poche
FItoussi J.P., (2019), La neolingua dell'economia, ovvero come dire a un malato che è in buona salute, Torino, Einaudi
Fitoussi J.-P., (2020) Comme on nous parle. L'emprise de la novlangue sur nos sociétés, Paris, Les liens qui libèrent.
Grenouillet C., Vuillermot-Febvet C.(dir.) (2015) La langue du management et de l'économie à l'ère néolibérale. Formes sociales et littéraires, Strasbourg, Presses universitaires de Strasbourg, coll. « Formes et savoirs », 294 p.,