Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2564175
Anno: 
2021
Abstract: 

Durante la locomozione naturale il flusso ottico che si genera sulla retina come feedback visivo del proprio movimento (flusso ottico) ci fornisce importanti informazioni come, ad esempio, la velocità e la direzione del nostro movimento. Queste informazioni sono estremamente utili quando dobbiamo stimare la posizione relativa tra noi e gli oggetti che ci circondano (spatial updating).
Gli studi che hanno investigato il ruolo del flusso ottico nello spatial updating sono piuttosto rari. La maggior parte di questi studi ha testato il contributo relativo degli indizi di movimento (vestibolari, propriocettivi e visivi) sulla capacità di spatial updating, dimostrano che i soli indizi visivi sono sufficienti per garantire un corretto aggiornamento spaziale degli oggetti circostanti, ma solo in caso di movimenti semplici dell'osservatore (es, traslazione in avanti). In caso di movimenti più complessi, come la rotazione, il flusso ottico non è più sufficiente e ulteriori indizi di movimento (es. propriocettivi e vestibolari) sono necessari per consentire una corretta stima del proprio movimento ai fini dello spatial updating.
Nel presente studio sono interessata a testare l'effetto della disponibilità di flusso ottico in un compito di aggiornamento spaziale di un oggetto target, in assenza di altri indizi di movimento. A tal fine, verrà utilizzato un sistema di realtà virtuale immersivo basato su Head Mounted Display (HMD) che permetterà al partecipante allo studio di esperire in prima persona una sensazione realistica di movimento all'interno di un ambiente naturalistico. Manipolando sia la disponibilità di flusso ottico nella porzione inferiore dell'ambiente (terreno) che la direzione del movimento passivo dell'osservatore durante un compito di spatial updating, sarà possibile chiarire se la disponibilità di flusso ottico svolge un ruolo chiave durante la stima di distanza da un oggetto target e se la direzione del movimento simulato è determinate per tale stima.

ERC: 
SH4_5
LS5_4
SH4_6
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3441753
Innovatività: 

Il presente progetto punta a chiarire un aspetto particolarmente rilevante nella vita di tutti i giorni, ovvero come le informazioni retiniche derivanti dal proprio movimento possano essere utili ai fini di tenere traccia della posizione degli oggetti che ci circondano allo scopo, ad esempio, di afferrarli o evitarli. Nonostante alcuni studi abbiamo testato l'impatto di una stimolazione puramente visiva su un compito di spatial updating, non ci sono prove empiriche dirette su quanto la presenza di flusso ottico nel campo visivo inferiore, ovvero nella porzione di campo visivo rilevante ai fini della stima del self-motion, possa essere determinante per la stima della posizione relativa tra il proprio corpo in movimento e gli elementi del mondo circostante. Il presente studio, utilizzando un sistema di realtà virtuale immersiva basato su Head Mounted Display, mira a fornire indicazioni utili su un aspetto non completamente noto, ovvero il controllo visivo del self-motion e l'interazione con l'ambiente anche in condizioni di ridotta disponibilità di indizi retinici di movimento. Il punto di forza del presente esperimento è l'utilizzo di una scena virtuale realistica (ambiente naturalistico) al posto di una scena artificiale (nuvola di punti) spesso usata negli studi precedenti sul flusso ottico (vedi Lappe et al., 1999 e Pitzalis et al., 2013 per delle review sull'argomento). Questo permetterebbe di testare situazioni simili a quelli della vita quotidiana. Sebbene nella vita di tutti i giorni il self-motion è accompagnato non solo da un feedback visivo ma anche da indizi di natura vestibolare e propriocettiva, una stimolazione visiva coerente è comunque in grado da sola di determinare una forte sensazione di self-motion (vection), soprattutto per elevante velocità. Il presente progetto non solo permetterebbe di realizzare un avanzamento delle conoscenze su come il feedback visivo associato al self-motion sia determinante ai fini dell'interazione con l'ambiente quotidiano ma fornirebbe anche utili indicazioni applicative su come migliorare la sicurezza durante la guida. Se i risultati dell'esperimento dovessero confermare che l'assenza di flusso ottico determina una sovrastima della distanza dell'oggetto target memorizzato, con conseguente sottostima della velocità del self-motion, allora una indicazione applicativa particolarmente utile ai fini della sicurezza stradale potrebbe essere l'utilizzo di manti stradali con texture poco omogenee in modo da aumentare la disponibilità del flusso ottico dovuto al self-motion, con conseguente riduzione della tendenza a sottostimare la velocità di guida. Oltremodo, tali indicazioni potrebbero applicarsi anche alla sicurezza negli sport amatoriali invernali per ridurre la velocità durante le discese libere. L'applicazione di bande laterali da porsi ai margini delle piste sciistiche dovrebbe fornire cue visivi sufficienti a ridurre la percezione alterata della velocità di discesa.

Codice Bando: 
2564175

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