Il progetto si propone di indagare il rapporto tra narratrici del Novecento italiano e cultura cinematografica concentrandosi sulla produzione di testi "per" il cinema (soggetti, trattamenti, sceneggiature) e "sul" cinema (recensioni, articoli, testi teorici), editi e inediti.
Lo studio sarà sviluppato a partire da quattro casi esemplari:
Sibilla Aleramo, autrice di sceneggiature per il cinema muto e di alcune riflessioni sulla "nuova" arte del cinematografo;
Anna Banti, collaboratrice alla stesura di un film proto-neorealista nel 1940 e critica cinematografica sia su «Paragone Letteratura» che per la trasmissione radiofonica «L'approdo» dal 1950 al 1977;
Alba de Céspedes, sceneggiatrice lungo tutto il corso della sua vita per registi del calibro di Blasetti, Alessandrini, Antonioni, Clouzot;
Elsa Morante, giornalista cinematografica nel biennio 1950-51 per un programma radiofonico Rai, autrice di soggetti e sceneggiature per Lattuada e Zeffirelli e collaboratrice di Pasolini.
Aleramo, Banti, de Céspedes, Morante rappresentano casi emblematici di un legame privilegiato con le scritture cinematografiche e non di saltuarie opere d'ingegno: sono autrici che intervengono nei dibattiti culturali, anche sulla settima arte, e che partecipano a progetti di una certa rilevanza.
I loro testi saranno confrontati con le "esperienze cinematografiche" di altre scrittrici (Manzini, Cialente, Viganò, Bellonci, Masino) per meglio presentare lo scenario articolato delle "narratrici che scrivono anche per il cinema", uno scenario ancora poco studiato e ancor meno riconosciuto.
Attraverso l'indagine del materiale documentario presente negli archivi personali, nei fondi archivistici delle cineteche nazionali, nella sezione Sceneggiature dell'Archivio di Stato e in altri specifici luoghi di conservazione, il progetto si pone l'obiettivo di ricostruire un quadro storico-culturale che consideri il ruolo delle intellettuali nella costruzione della cultura italiana, anche cinematografica.
L'innovatività della ricerca e le potenzialità di realizzare un avanzamento delle conoscenze rispetto allo stato dell'arte è strettamente collegato al corpus di materiali su cui si intende lavorare, finora poco studiati o del tutto sconosciuti.
Già nel corso di una prima ricerca sono stati identificati tre testi per il cinema di Aleramo, finora ignorati, è stato recuperato un testo considerato disperso di Banti e sono stati acquisiti dei documenti di de Céspedes di cui non si era a conoscenza.
Se negli ultimi anni molto lavoro è stato fatto nell'ottica di una riscrittura delle storie della letterature e delle storie culturali, la critica cinematografica si presenta divisa tra interessi settoriali. Sono recentissimi gli studi su alcune singole autrici ma talvolta risultano parziali a causa della lettura di un corpus ristretto di documenti.
Come già detto, la ricerca si propone di guardare i testi per la visione, le riflessioni sulla settima arte e le scritture private relative alla progettualità cinematografica perché se è vero che la dimensione industriale e collettiva del cinema si presenta alle scrittrici con una serie di limiti espressivi e di contenuto, il testo sul cinema espone idee, aspettative, posizioni sulle potenzialità del sistema-cinema che consente di contestualizzare le singole prospettive.
Allo stesso modo è proprio nell'universo privato, tra soggetti inediti scritti in solitaria, bozze e stesure rifiutate, che emergono con forza i temi di cui vorrebbero occuparsi le autrici e non sono rare analisi sul rapporto tra letteratura e cinema, sui rispettivi linguaggi o più in generale sulle forme della scrittura. Tutti aspetti che restano fuori dai film e nelle sceneggiature depositate nelle cineteche o pubblicate.
Nel loro insieme, questi corpora sono oggi quasi del tutto inediti.
Si tratta di documenti che offrono uno sguardo privilegiato sul laboratorio di scrittura delle autrici e che permettono di ricostruire aspetti poco noti della storia letteraria e cinematografica del secolo scorso, non solo italiana (le coproduzioni e le collaborazioni con produzioni estere non sono poche).
Per questo motivo si rende necessaria una prima mappa dei documenti esistenti da collegare ad una "mappa negativa" delle lacune identificate (un esempio su tutti il "copione" di «Una donna» di Sibilla Aleramo, ad oggi disperso).
Proseguire l'indagine all'interno di specifici luoghi di conservazione, soprattutto in alcune sezioni ancora poco studiate, e utilizzare i recenti strumenti di ricerca digitale possono permettere di ricostruire dettagliatamente uno scenario ancora da esplorare.
La ricollocazione di esperienze di scrittura cinematografica all'interno dei quattro profili autoriali presi come esempio di un fenomeno più ampio consentirà di aggiungere elementi significativi alla ricostruzione della loro attività letteraria ma anche di sottolineare il ruolo che le intellettuali hanno avuto nella cultura cinematografica italiana.