L'edema Maculare diabetico rappresenta ancora oggi un complicato problema clinico di difficile risoluzione, nella forma cronica genera il 5% della cecità legale in italia nella popolazione adulta, i rimedi fino ad oggi a disposizione sono:
1. il laser che comporta una parziale distruzione del tessuto retinico con una perdita importante di funzione,
2. gli inibitori del VEGF somministrati attraverso iniezioni intravitreali che però hanno una durata limitata nel tempo (circa 30 gg) con la necessità di trattamenti ripetuti e continui,
3. Gli impianti di desametasone che consentono il trattamento del DME in cronico, con una durata di circa sei mesi, ma i cui effetti collaterali (glaucoma e cataratta) sono importanti.
l'introduzione in farmacoterapia lo scorso anno di impianti con fluorometolone garantisce il controllo del DME per un periodo minimo di 36 mesi con effetti collaterali minori rispetto al desametasone. Lo studio si propone di valutare la risposta morfofunzionale al trattamento su un numero selezionato di pazienti, rispetto ai trattamenti cronici del DME, mediante OCT e microperimetria.
il trattamento farmacologico è tuttora limitato a pochi pazienti e a pochi centri di eccellenza tra cui l'Oftalmologia Universitaria che hanno le competenze chirurgiche per poterlo effettuare.
la ricerca è molto innovativa in quanto se venissero pienamente soddisfatti tutti gli endpoint proposti, si verrebbe a determinare un drastico miglioramento della funzione visiva dei pazienti con conseguente miglioramento della qualità della vita. Inoltre riacquisendo un maggiore grado di autonomia rispetto al caregiver potrebbe essere possibile una marcata riduzione dei costi sociali in termine di giornate lavorative perse e di downgrading prestazionale.
inoltre non essendoci oggi un chiaro gold standard per il trattamento del DME la realizzazione di questo progetto potrebbe essere utile nell'individuare delle linee guida per migliorare la prognosi funzionale di questi pazienti.
Inoltre verranno presi in considerazione gli ambiti lavorativi e gli eventuali progressi che una terapia efficace consente nel recupero dei pazienti grazie all'unità di medicina del lavoro presente nel gruppo di studio.
la collaborazione con il Dipartimento di Fisiologia della visione dell'Università di Nottingham consentirà di intervenire sul software del microperimetro adattando le strategie alle capacità dei pazienti ed alle strategie di recupero finalizzate alla riabilitazione neurosensoriale.