Nell'ambito di una ricerca volta all'analisi del profilo economico-sociale della popolazione della città medievale di Leopoli-Cencelle, è emersa la possibilità di identificare eventuali indicatori che possano fornire informazioni utili per associare i materiali utilizzati nella composizione degli anelli da dito con lo status dei proprietari e con il loro genere di appartenenza. Da qui la decisione di analizzare alcuni anelli, provenienti da contesti funerari e non, collocabili tra il XII e il XV secolo, con un approccio multidisciplinare estremamente valido anche per tentare di riconoscere possibili significati sottesi, che in modo più o meno diretto, possano legarsi ad una particolare simbologia al di là di una semplice espressione di gusto. Ben attestata è, d'altro canto, l'attitudine medievale a leggere ogni rappresentazione, figurata o letterale che fosse, come portatrice di un significato altro, soggetta perciò ad una serie di interpretazioni. Le ricerche archeologiche intraprese a partire dal 1994 dall'Università di Roma Sapienza sulla città di Cencelle e perpetuate fino ad oggi, grazie anche al progetto Grandi Scavi di Ateneo, hanno permesso di acquisire informazioni preziose sulle dinamiche sociali della città e continuano ad offrire molteplici spunti per la ricerca scientifica. L'indagine che si intende svolgere, si basa sul confronto con le varie discipline di natura archeometrica e antropologica, ma fortemente ancorata al dato materiale e al contesto archeologico e si propone di fornire un arricchimento di conoscenze circa i modi con i quali una società bassomedievale potesse esprimere la propria identità e strutturazione interna. Alla luce di ciò, c'è dunque spazio per un atteggiamento mentale, che assuma la polisemanticità dei reperti mobili come un valore in sé, come testimonianza dell'esistenza nei singoli oggetti e nei contesti in cui li si ritrova di un universo di significati possibili, da esplorare con attenzione.
Gli studi sull'identificazione di genere e sulla levatura sociale degli individui, partendo dall'analisi della cultura materiale e nello specifico degli oggetti di corredo personale come gli anelli, sono poco affrontati nell'archeologia medievale in particolare, per quella relativa al periodo bassomedievale che pur rappresentando un settore sempre più in via di sviluppo, presenta ancora molteplici lacune per questo tipo di tematiche. Perciò, ricostruire gli antichi significati degli anelli e del ruolo che essi hanno avuto nel funzionamento della società risulta altresì importante sia per ampliare le conoscenze nell'ambito dell'oreficeria bassomedievale sia per tentare di ricostruire che cosa in realtà la cultura materiale significava per coloro che la hanno utilizzata. Questo approccio implica che le interpretazioni dovranno essere basate su ampie raccolte di dati che offriranno la possibilità di integrare nello studio anche gli sviluppi scientifici, come l'antropologia tafonomica e i metodi analitici e tecnici applicati all'archeologia. Ciò verrà congiunto con i progressi delle teorie sulle identità sociali e di genere che possono aiutare a definire i resti frammentati di società costituite da essere umani che comunicavano e agivano. Inoltre, definire la natura delle gemme e la composizione chimica delle montature degli anelli mediante specifiche analisi appare come un lavoro necessario per lo sviluppo delle conoscenze inerenti all'archeologia della produzione e in particolare dell'archeometallurgia. Le informazioni ricavabili da questo tipo di indagine risultano indispensabili non solo per una migliore comprensione del contesto socioeconomico specifico di Cencelle, ma anche per fornire un termine di confronto per i siti e gli scavi che presentano caratteristiche e manufatti simili, oltre a fornire una buona base di partenza metodologica per studi che si intrecciano con l'analisi della cultura materiale, della produzione e di tematiche affini. In quest'ottica, lo studio del contesto archeologico e degli anelli, da un punto di vista sociale e dei generi, permetterà di cogliere alcuni interessanti aspetti sulle sfere di dominio delle donne e degli uomini e sui ruoli di forza tra essi; anche lo studio della manifestazione dei generi in contesto funerario offre degli interessanti spunti di ricerca (M. Conkey, J.D. Spector, Archaeology and the Study of Gender in Advances in Archaeological Method and Theory, 7, 1984, pp. 1-38). Infatti, stabilire le percentuali di presenza, la distribuzione/concentrazione di quegli anelli che in particolare provengono dai contesti funerari della città di Cencelle, porterà a ragionare anche sulla natura e sul ruolo dell'ideologia nelle pratiche funerarie, nonché sui significati della cultura materiale, un aspetto questo che è stato al centro di una discussione, ancora in atto, sulla funzione della cultura materiale utilizzata nel rito sepolcrale (a quest'ultimo spesso vengono associati significati simbolici) (I. Barbiera, Il sesso svelato degli antenati. Strategie funerarie di rappresentazione dei generi a Kranj Lajh e Iskra in Slovenia (VI-XI sec.) in C. La Rocca (a cura di), Agire da donna. Modelli e pratiche di rappresentazione (secoli VI-X), Atti del convegno (Padova, 18-19 febbraio 2005), Thurnout 2007, pp. 23-52). L'analisi sugli anelli di Cencelle, inoltre, porterà ulteriormente a riflettere sulla possibile distinzione tra i concetti di pregio e prestigio associabili a questa categoria di manufatti facendo luce sui meccanismi di produzione e di distribuzione che potrebbero portare in futuro a interpretare meglio una evidenza archeologica. Tutto questo passa inevitabilmente per forme di integrazione tra le diverse prospettive di ricerca e per l'esplorazione di nuovi approcci partendo dal dato materiale e aiutando a colmare quel divario tra cultura materiale, archeologia di genere e archeologia funeraria unendo l'attenzione al manufatto, al contesto di riferimento e alle relazioni di vita quotidiana. L'idea di fondo è quella di sviluppare un processo conoscitivo più articolato, che parta da una rilettura puntuale delle fonti archeologiche e non, in grado di costruire modelli interpretativi più densi ed esaustivi propedeutici alla lettura sia dei significati possibili delle singole tracce archeologiche sia dei segni 'deboli' e perciò meno visibili (E. Zanini, Archeologia dello status sociale nell¿Italia bizantina: tracce, segni e modelli interpretativi in G. P. Brogiolo, A. Chavarria Arnau (a cura di), Archeologia e società tra tardo antico e alto medioevo, Mantova 2007, p. 43).