La ricerca si propone di offrire alle città un nuovo sistema integrato di servizi nel paesaggio e nei grandi comparti abitativi, esportabile in diversi contesti urbani, nei quali sia possibile perseguire il benessere fisico, psicologico e spirituale dell'individuo nella sua totalità-complessità cercando, attraverso l'architettura e il paesaggio, di suggerire comportamenti sani di cura del corpo, di condivisione culturale e inclusione sociale. Questi nuovi luoghi risolveranno i "problemi di quartiere" fornendo localmente spazi per lo studio, il gioco, lo sport, i laboratori d'arte, la preghiera, il tempo libero, l'assistenza sanitaria, il giardinaggio sociale e altre pratiche nelle quali ciascuno possa mettere il benessere olistico al centro delle proprie priorità. Pur essendo intenzione della ricerca mettere a punto un modello esportabile e declinabile, si è scelto di prendere come caso studio le periferie poiché, proprio in ragione delle tipologie architettoniche presenti e delle scorrette abitudini abitative che si sono consolidate nel corso del tempo, sono risultate particolarmente fragili nel mantenimento dell'equilibrio psicologico, sociale e sanitario nei momenti più difficili d'emergenza. La mancanza di servizi primari di prossimità ha generato da una parte abbandono e isolamento, dall'altra congestione dei grandi hub e impossibilità di fornire adeguata psicologica e assistenza sanitaria ad ognuno, esacerbando le conflittualità tra le diverse culture e acuendo l'emarginazione. Nei centri C.I.R.Cu.S. si praticherà l'inclusione: in linea con la 17. Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia del 2021 "HOW WILL WE LIVE TOGETHER?", curata da Hashim Sarkis, che ha posto l'accento sulla necessità di immaginare spazi in cui poter vivere "generosamente insieme", il progetto di ricerca ambisce, con la multi-disciplinarietà, a creare nuovi spazi capaci di opporsi a un contesto di divisioni politiche acutizzate e di disuguaglianze sociali crescenti.
Il progetto di ricerca C.I.R.Cu.S. mira a un avanzamento disciplinare nella definizione di soluzioni architettoniche e paesaggistiche che contrastino le implicazioni nocive che l'ambiente urbano fragile delle periferie possa esercitare sui suoi abitanti in termini di benessere fisico, psicologico e sociale.
L'approccio olistico alla "cura" della persona in quanto essere umano dotato di una sfera psicologica e spirituale e di una sfera fisica rappresenta il motore principale della ricerca: il sistema integrato di servizi proposto sarà un innovativo modello tipologico "ponte" tra architettura, paesaggio, psicologia, scienze sociali e salute,.
I C.I.R.Cu.S. prevederanno degli spazi progettati per favorire la socialità, la pratica e lo studio delle religioni favorendo l'incontro interculturale che, soprattutto in periferia, rimane l'unica strada per una convivenza comunitaria pacifica. Pensati per la conoscenza e lo scambio, non saranno "luoghi di culto" in senso stretto, quanto ambienti interconnessi e intimi in cui sarà possibile trovare momenti di introspezione personale e momenti collettivi di condivisione culturale. L'intenzione della ricerca è quella di superare la tipologia della "stanza del silenzio" che risulta insufficiente per accogliere e interpretare in maniera proattiva queste nuove esigenze di convivenza interreligiosa (si pensi ad esempio ai problemi di inclusione dei ragazzi nelle mense scolastiche impreparate per accogliere pietanze differenti, kosher e halal, e a gestire casi di necessità durante il Ramadan) per progettare degli ambienti dotati di specifiche affordance, ovvero, capaci di suggerire agli abitanti come abitarli.
I nuovi centri saranno luoghi per la prevenzione e la terapia non farmacologica di malattie croniche derivate da fattori di rischio ambientali ed ereditari, dimensionati e attrezzati con dispositivi mobili tale da poter essere facilmente modificato e adattato a nuove destinazioni d'uso in momenti d'emergenza (come ad esempio ospitare degenze da quarantena, ricevere le prime cure antibiotiche, effettuare i tamponi, fare i vaccini ecc.) decongestionando gli ospedali e fornendo agli abitanti dei fondamentali servizi salva-vita di prossimità.
Gli spazi aperti sono parte integrante del progetto, volti a migliorare l'ambiente urbano, favorire attività collettive ed economie green, in rapporto a nuove domande di benessere fisico e agro-alimentare puntando dunque ad una "rinaturalizzazione" delle frontiere periferiche.
Tra gli ulteriori elementi di innovazione del progetto si segnala la capacità di consolidamento del legame tra ricerca e sfide della società promuovendo i risultati scientifici e le trasformazioni che hanno un impatto "positivo" sui cittadini. Si sottolinea, in tal senso, l'aderenza del progetto con l'azione prevista dal PNR riguardante il tema "Società, ricerca, innovazione sociale": i centri per il benessere psicologico, spirituale e fisico del progetto C.I.R.Cu.S. sono concepiti per rispondere alle azioni progettuali e ai propositi innovatori dei cosiddetti Living Labs, ovvero i luoghi di ricerca che, stando quanto riportato nelle linee guida del Ministero, sono "collocati in aree reali, in cui ricerca, pubblica amministrazione, stakeholder e utenti" sono in grado di sperimentare nuove applicazioni e servizi.
In conclusione si sottolinea come la ricerca risponda affermativamente a due obiettivi previsti dall'area tematica Responsabilità Sociale nella Ricerca e nell'Innovazione:
- le strategie progettuali sono sempre volte alla sostenibilità ambientale;
- la ricerca prevede l'adozione di codici etici e di qualità e condivide la necessità di procedere attraverso azioni partecipative e di public management;
- un processo multidisciplinare che trovi nelle istituzioni principali delle tre religioni monoteistiche degli interlocutori capaci di agire concretamente per la definizione di una nuova tipologia di spazio pubblico e di spazio per la preghiera capace di ricalibrare la vivibilità delle città riaffermando la diversità come valore;
- il processo di interazione è auspicato anche tra organi di ricerca (le unità previste nel progetto, il Cities Changing Diabetes, HCI), stakeholder (ATER, Municipio di Roma, Città Metropolitana di Roma Capitale) associazioni professionali e di cittadini, concretizzando in tal mondo un progetto a scala urbana (meso-level organization, considerando cioè la comunità e il contesto urbano);
- l'interazione e lo scambio scientifico e disciplinare sono previsti su scala maggiore, attraverso il confronto con organi Ministeriali (Intergruppo parlamentare Qualità di vita nelle Città, Sport, Salute e Benessere); in tal senso la ricerca è in grado di fornire dati fondamentali che riguardano l'indicazione di policy alle Istituzioni (ad esempio il Ministero della Salute, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e l'EUHCNET).