Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2132130
Anno: 
2020
Abstract: 

Questo progetto si pone come approfondimento della tesi di dottorato del proponente, dal titolo La dimensione eloquente dello spazio. Traiettorie italiane 1946-1971, nella quale si indagano allestimenti, monumenti funebri e memoriali italiani chiamati ad esprimere attraverso lo spazio concetti astratti , piuttosto che a rispondere a requisiti funzionali. La ricerca ha evidenziato un ulteriore campo di indagine autonomo ma non indipendente, ovvero agli influssi che queste architetture italiane hanno esercitato sulla Spagna. L'indagine qui proposta si pone, quindi, come appendice temporalmente e geograficamente autonoma dalla tesi di dottorato ma, allo stesso tempo, capace di chiarirne confini e sviluppi.
I progetti italiani degli anni '50 e'60 hanno avuto un grande risonanza in Spagna, testimoniata da pubblicazioni di importanti riviste quali Nueva Forma a Madrid, o Cuadernos de arquitectura a Barcellona. Sebbene queste attenzioni condizionarono sia le generazioni coeve sia quelle successive, l'estesa letteratura sull'architettura spagnola non esplicita i profili che la legano a quella specifica ricerca italiana precedente.

Attraverso un approccio non storiografico, ma critico-analitico, si vuole, in questa sede, esplorare questi spazi ricostruendone le qualità fenomenologiche con l'ausilio di tre principali strumenti operativi:
1-studio analitico e reinterpretazione critica
2-reperimento di nuove fonti primarie attraverso ricerche di archivio e interviste
3-verifica delle spazialità sul campo e produzione di nuova documentazione fotografica.

L'approfondimento chiarirà la validità e l'atemporalità dei ragionamenti spaziali italiani, che tradotti in Spagna, hanno generato fenomeni talmente pervasivi da influenzarci di ritorno. Si ritiene che i risultati di questo studio correlato alla ricerca di dottorato, possano sia fare luce su relazioni internazionali poco esplorate, sia fornire nuovi strumenti utili all'interpretazione dei casi italiani originari.

ERC: 
SH5_7
PE8_3
SH5_6
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2700146
Innovatività: 

Il panorama scientifico sulla produzione spagnola sia degli anni '60 e '70 sia quella più recente, non sembra interessata a ricostruire i momenti generativi dei progetti in relazione alle esperienze internazionali, e nello specifico a quella italiana. I rimandi formali alle esperienze architettoniche e artistiche italiane, nonostante appaiano evidenti, rimangono sottotraccia. J. Navarro Baldeweg, R. Moneo, A. Campo Baeza, E. Miralles, E.Tunon, solo per citarne alcuni, hanno dichiarato in molteplici circostanze il loro debito nei confronti del dopoguerra italiano. Dichiarazioni che, marginalizzate, non sono state messe a sistema in un preciso quadro culturale di riferimento, privilegiando una narrazione autonoma, autoriale e didascalica delle singole traiettorie architettoniche.
Si sente la necessità, quindi, di una attualizzazione delle conoscenze date per scontate attraverso riletture comparate che possano chiarire sia i casi studio spagnoli sia quelli italiani. Manca, inoltre, una verifica sul campo, in senso fenomenologico, di quei presupposti teorici che vengono individuati come riferimenti generativi della forma. La ricerca si pone questo duplice obiettivo, riconoscendo alle architetture spagnole del secondo dopoguerra qualità affini a quelle italiane, che ancora debbono essere indagate. Il controllo sulla forma dello spazio "eloquente" e "narrativo" contemporaneo spagnolo è l'oggetto della ricerca proposta, riletto in relazione all'esperienza italiana del dopoguerra.

Riletture comparate
L'architettura spagnola a cui ci si riferisce, che idealmente lega maestri e allievi, da J. Saenz de Oiza a C. Pinós, da A. De la Sota ad A. Garcia Abril, risulta molto eterogenea, ricchissima di segni, rimandi e suggestioni. Il processo di selezione e la mediazione che questi architetti mettono in atto per disciplinarli sembrerebbe appoggiarsi a un orizzonte di riferimento solido e preciso, tutt'altro che esplicitato dalle pubblicazioni attuali. In un'ottica di ricerca teorico progettuale, quindi, anche la ricostruzione dei passaggi compositivi e la loro oggettivizzazione attraverso lo studio dei processi generatori risulta di fondamentale importanza per permetterne la trasmissione. Non si tratta, quindi, di ridurre le opere ad una interpretazione univoca. Al contrario, lo scopo che ci si propone è quello di ricostruirne il contesto attraverso una mirata combinazione di strumenti critici, e chiarendo così legami e nodi teorici sia dell'architetture spagnole che italiane.

Ricognizioni fenomenologiche
Risulta importante la contestualizzazione di una lettura critica di opere, talvolta anche già indagate, attraverso la lente dell¿esperienza diretta. L'interesse per una lettura di tipo fenomenologico dello spazio costruito apre alla possibilità di una riscrittura attualizzata di opere superficialmente classificate come minori o lontane dall'interesse contemporaneo. Per fenomenologia intendiamo quella branca della filosofia che studia le relazioni che intercorrono tra l¿uomo, inteso come entità corporea e materiale, e, appunto, i fenomeni. Lo studio degli effetti che siamo in grado di percepire attraverso la nostra sensibilità ci restituisce una lettura del mondo, e quindi dello spazio al quale apparteniamo. Nello specifico si fa riferimento agli ultimi sviluppi in materia, che possono essere in parte sintetizzati dalle teorie del suo noto esponente contemporaneo Hermann Schmitz Nuova fenomenologia. Un'introduzione Marinotti (2011).
In questo senso, le relazioni che il progettista genera attraverso le opere sono primariamente di natura sensibile e percettiva. L'attenzione nella cura di dettagli sia alla grande che alla piccola scala, la progettazione e il montaggio delle sequenze spaziali, l'orientamento delle opere e la loro collocazione nel contesto geografico, storico e sociale sono i contributi necessari alla generazione della forma, i quali spesso nelle pubblicazioni recenti appaiono perlopiù come sfumati riferimenti di sfondo. La qualità di queste architetture risiede nella capacità di restituire a chi le vive valori che non devono essere razionalmente esplicitati per essere compresi. La stratificazione dei segni che le compongono non deve essere decodificata per potere essere percepita come positiva. Per queste ragioni si ritengono necessarie due missioni in Spagna: per avere accesso agli archivi, per intervistare storici e progettisti, per documentare attraverso una analisi critica di carattere fenomenologico le relazioni tra le opere costruite e i rispettivi abitanti.

Codice Bando: 
2132130

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