Anno: 
2017
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_602154
Abstract: 

I disturbi d'ansia sono largamente diffusi tra la popolazione mondiale. Difatti, è stato stimato che il 33,7% degli individui hanno sofferto almeno una volta di un disturbo d'ansia nell'arco della vita. È stato ipotizzato che gli individui ansiosi esibiscano dei bias nell'elaborazione delle informazioni. In particolare, diverse teorie cognitive assumono che il sistema attenzionale degli individui ansiosi sia più sensibile e esibisca un bias verso stimoli minacciosi presenti nell'ambiente. Numerosi sono i paradigmi sperimentali utilizzati per la valutazione del bias attenzionale. Di particolare interesse è l'Emotional Spatial Cueing Paradigm, che permette di valutare in modo accurato le componenti di ancoraggio e disancoraggio attenzionale. Tuttavia, utilizzando tale paradigma, si osservano risultati contrastanti, riconducibili a differenze metodologiche tra gli esperimenti. In particolare, i risultati osservati variano in funzione dei cue utilizzati (immagini, volti o parole) e in base alla durata del SOA (SOA breve o SOA lungo). Lo studio si propone di confrontare in un paradigma di Emotional Spatial Cueing diversi tipi di stimolo (immagini, volti e parole) e differenti durate di SOA (250 ms e 550 ms). Parteciperanno allo studio 100 studenti dell'Università "Sapienza". Dopo aver firmato il consenso informato, ai partecipanti sarà somministrato l'Emotional Spatial Cueing e verrà chiesto di compilare una batteria di questionari, composta da: State-Trait Anxiety, Beck Depression Inventory, Symptom Checklist - 90 - Revised e Attentional Control Scale. I TR saranno analizzati per ogni tipologia di cue in un disegno misto di ANOVA 2 (Gruppo: ansia di tratto alta, ansia di tratto bassa) x 2 (SOA: 250ms, 550ms) x 2 (Validità: prova valida, prova invalida) x 2 (Valenza del cue: neutro, minaccioso). Analisi correlazionali valuteranno la relazione tra gli indici attenzionali e le dimensione valutate dai questionari.

Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_750559
Innovatività: 

Nessuno studio ha mai valutato in modo sistematico la differenza nell'uso dei tre tipi di stimolo (immagini, volti e parole a valenza neutra o minacciosa) nell'ambito del bias attenzionale negli individui ansiosi attraverso la somministrazione dell'Emotional Spatial Cueing Paradigms. Tale valutazione può consentire una maggiore conoscenza del bias attenzionale, consentendo più adeguati interventi riabilitativi.
Infatti, nell'ultimo decennio l'interesse per il bias attenzionale si è spostato dalla ricerca di base verso degli interventi di modifica del bias attenzionale. Il trattamento proposto, detto Attentional Bias Modification (ABM), è volto al ri-orientamento dell'attenzione dallo stimolo minaccioso ad altri stimoli a valenza positiva o neutra presenti nell'ambiente. Al fine di implementare questa tecnica viene somministrato il Dot-Probe Task. Il training ABM è stato utilizzato nell'ultima decade per ridurre i sintomi d'ansia in varie popolazioni cliniche, ma i risultati in letteratura sono discordanti (Heeren, Mogoa¿e, McNally, Schmitz e Philippot, 2015; McNally, Enock, Tsai e Tousian 2013; Heeren, Reese, McNally e Philippot 2012; Klumpp e Amir, 2010). La prova prevede che al soggetto vengano presentati due stimoli in contemporanea (uno neutro e uno minaccioso), in seguito compare un probe nella posizione di uno dei due stimoli precedentemente presentati. Il partecipante deve rispondere il più velocemente possibile al probe, premendo un tasto. Nella versione proposta da MacLeod, Rutherford, Campbell, Ebsworthy e Holker (2002), gli stimoli neutri e minacciosi erano costituiti da parole, ma altri studi hanno utilizzato stimoli pittorici (per esempio, Heeren et al., 2015). Il training è stato modificato sperimentalmente nei vari studi. In generale, il compito è stato modificato variando tre condizioni: nella condizione di modifica del bias attenzionale, si dovrebbe prestare maggiore attenzione agli stimoli non minacciosi. Il probe, per esempio, potrà essere presentato nella stessa locazione in cui, precedentemente, era stato presentato il volto neutro, per esempio nel 95% delle prove. In alcuni esperimenti è prevista una condizione contraria, nella quale il probe potrebbe prendere il posto del volto a valenza emotivamente negativa, per esempio nel 95% delle prove. La condizione di controllo prevede generalmente che il probe replichi circa il 50% delle volte il volto neutro e circa il 50% delle volte il volto a valenza emotiva negativa. Tuttavia, il Dot-Probe Task, nonostante permetta di visionare contemporaneamente due immagini a differente valenza emotiva, non consente di comprendere pienamente quali siano i meccanismi, ovvero le componenti dell'orientamento attenzionale, che sottendono il complesso fenomeno del bias attenzionale. Tali conoscenze possono guidare lo sviluppo di nuovi training di riorientamento attenzionale basati su modifiche del paradigma di Emotional Spatial Cueing. A tal fine, assume una forte rilevanza uno studio metodologico, volto a valutare se sia presente una particolare sensibilità verso un determinato tipo di stimolo negli individui ansiosi e a determinare quale sia l'intervallo temporale elettivo per l'instaurarsi di un bias attenzionale. Approfondire ulteriormente tali componenti del bias attenzionale potrebbe contribuire all'implementazione di training clinici più efficaci.

Codice Bando: 
602154
Keywords: 

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