Anno: 
2017
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_466956
Abstract: 

Introduzione: Diversi ricerche hanno dimostrato gli effetti benefici dello sport sulla salute fisica e psichica della persona (Lucidi, 2015; Wanner et al., 2012). Nonostante questo, un numero limitato di studi ha indagato la relazione tra benessere e sport nelle persone gay, lesbiche e bisessuali (LGB). Alcuni studi dimostrano infatti come i contesti sportivi siano generalmente ostili nei confronti delle persone LGB (Griffin, 2012; Anderson, 2012; Zamboni et al., 2008).
Scopo dello studio: Indagare l¿omofobia in diversi contesti sportivi e analizzare, in un gruppo di LGB sportivi e non sportivi, il livello di benessere psicologico, di coming-out (CO), di minority stress ed eventuali episodi di vittimizzazione subita.
Metodo: Si prevede un gruppo di persone LGB che parteciperanno ad una somministrazione cartacea e sondaggio online. Il reclutamento verrà effettuato mediante un campionamento a palla di neve, contatti presso associazioni sportive e una survey online. Si prevede il coinvolgimento di 800 partecipanti equamente distribuiti in funzione del genere e dell'orientamento sessuale (range d'età 16 - 35 anni). Saranno effettuate analisi di tipo correlazionale, analisi della varianza fattoriale, regressioni multiple e analisi mediazionali tra le variabili inserite nel progetto.
Risultati attesi:
-Una percentuale rilevante di partecipanti ha subito bullismo di matrice omofobica nei contesti sportivi da loro frequentati.
-Essere stato vittimizzato e frequentare contesti sportivi eteronormativi predicono lo Stigma Sessuale Interiorizzato (SSI).
-La percezione di ambienti sportivi ostili media la relazione tra vittimizzazione subita e SSI.
Conclusioni: Risulta auspicabile sensibilizzare i professionisti che operano in ambito sportivo e gli insegnanti di educazione fisica nello sviluppo e promozione di ambienti inclusivi, fornendogli valide strategie per contrastare ogni forma di vittimizzazione. Le implicazioni cliniche e sociali di questa ricerca sono discusse.

Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_897573
Innovatività: 

Innovatività e Avanzamento dello Stato dell'Arte
Questo progetto di ricerca è incentrato all'interno dei contesti sportivi in quanto la letteratura ha dimostrato come lo sport sia diventato un fenomeno sociale di primaria importanza, risultando in assoluto tra gli strumenti migliori per educare, formare, favorire l'integrazione e la solidarietà, in grado di guardare con attenzione i più giovani, in quanto trasmette valori sociali ed educativi, come la lotta contro ogni forma di discriminazione e l'integrazione sociale (Unione Europea dal Trattato di Amsterdam, 2 ottobre 1997).
Un potenziale fattore di stress che aumenta lo SSI e può diminuire il benessere/motivazione/rendimento sportivo è la presenza di passate esperienze di vittimizzazione. I bambini/preadolescenti che vengono percepiti fisicamente più deboli tendono ad essere esclusi dalle attività sportive (rabbia e aggressività se creduti omosessuali), di conseguenza non si esercitano, non migliorano e non praticheranno tali sport in età adulta (Rivers, 2011). Inoltre, diverse ricerche (Ewing Lee et al., 2011; Tyson, Kreiger, 2013) hanno evidenziato come chi si impegna in attività non conformi al genere di appartenenza corre un rischio maggiore di diventare oggetto di vittimizzazione e, se perpetrata a lungo termine, porta ad un'aderenza ai ruoli di genere imposti dalla società (interiorizzazione della cultura eterosessista) e un aumento del rischio di sviluppare problemi di adattamento scolastico, sociale e psicologico anche in età adulta (Espelage, Swearer, 2003; Ewing Lee et al., 2011).
La presente ricerca ha lo scopo di evidenziare la relazione tra bullismo omofobico subito (in particolare nei contesti sportivi), partecipazione ad attività sportive e stigma sessuale interiorizzato. Essere stato vittimizzato in contesti sportivi è associato a più alti livelli di stigma sessuale interiorizzato: infatti, partendo dal presupposto che il praticare attività fisica produce degli effetti positivi sul benessere psicofisico della persona, la mancanza di tali attività in ambienti favorevoli e inclusivi dovrebbe essere in relazione con alti livelli di stigma sessuale e con la mancanza di rivelazione del proprio orientamento sessuale, soprattutto a livello sociale.
Implicazioni: Evidenziare e confermare l'ipotesi che una percentuale rilevante di persone appartenenti a minoranze sessuali non pratica sport per paura di essere vittimizzato o discriminato potrebbe avere notevoli ricadute applicative e implicazioni rilevanti per le organizzazioni sportive, ma anche per le scuole primarie e secondarie. Le scuole dell¿obbligo dovrebbero infatti adottare rigide politiche volte a contrastare
il bullismo omofobico, in special modo durante le ore di educazione fisica (in cui i bambini/adolescenti vengono lasciati più liberi di interagire tra loro).
Contesti sportivi supportivi e favorevoli alle persone LGB rappresentano invece un importante fattore di protezione. I fattori di protezione nei confronti del benessere e dello stigma sessuale interiorizzato sono stati raramente indagati, specialmente in Italia.
L'attuale ricerca evidenzierebbe importanti implicazioni per le organizzazioni e gli ambienti sportivi e propone numerose ricadute applicative che coinvolgono non solo il benessere dei giovani, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, ma anche la formazione degli insegnanti di educazione fisica, i professionisti nella gestione dello sport e gli psicologi sportivi (Krane et al., 2002). Risulta necessario promuovere ambienti inclusivi, sensibilizzando e formando i professionisti nella gestione dello sport e gli
insegnanti di educazione fisica nello sviluppo di contesti favorevoli nei confronti delle minoranze sessuali. Recenti ricerche (Kosciw et al., 2008) condotte in contesti universitari anglosassoni, hanno evidenziato come siano elevati gli episodi in cui vengono pronunciati epiteti omofobici in presenza di personale scolastico. Lo stesso studio evidenzia come soltanto in 1 caso su 5 lo stesso personale scolastico prende
provvedimenti per contrastare tali fenomeni. In questi casi l'intervento del personale risulterebbe fondamentale per contrastare il bullismo omofobico. Un altro studio di Kosciw (2010) ha messo in evidenza che 1 studente su 5 ha riportato di aver sentito tali epiteti dallo stesso personale scolastico. Nel contesto italiano, tali dati sono quasi nulli in riferimento all'intervento da parte degli insegnanti in presenza di episodi di bullismo agito e subito. Quindi intervenire in questi contesti risulterebbe fondamentale affinché
ogni componente venga sensibilizzato nel rifiutare ogni forma di vittimizzazione, di discriminazioni omofobiche, sessiste o basate sul genere d'appartenenza.

Codice Bando: 
466956
Keywords: 

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