
La percezione del tempo è parte essenziale dell'esperienza dell' uomo ed è fondamentale per il funzionamento comportamentale e sociale, e per lo svolgimento delle attività della vita quotidiana. Si può distinguere una rappresentazione oggettiva del tempo, intesa come tempo quantificabile, ed una soggettiva, intesa come percezione soggettiva del trascorrere del tempo. La rappresentazione del tempo ancora oggi rappresenta un costrutto cognitivo non completamente chiarito. Secondo la "Scalar Timing Theory"nella percezione del tempo sono coinvolte molteplici funzioni cognitive, quali la working memory, l'attenzione, la memoria. Studi fMRI hanno individuato i network maggiormente coinvolti nel processo di percezione del tempo, riconoscendo un ruolo chiave al circuito fronto-striatale e ad alcune strutture della regione temporo-mesiale.
E' possibile differenziare la rappresentazione del tempo in relazione al fatto che lo stimolo abbia o meno una sua periodicità interna. La percezione degli stimoli con una periodicità intrinseca è possibile grazie alla presenza di un "beat" regolare, mentre per stimoli senza periodicità è richiesto un processo percettivo unicamente interno al soggetto. Così come la memoria e l'orientamento spaziale, la percezione del tempo può essere compromessa nella Malattia di Alzheimer (MA) sin dalle prime fasi. Studi che hanno indagato questo processo nella MA hanno evidenziato che vi è una minore accuratezza nella stima del tempo nei pazienti rispetto ai controlli sani di pari età, mentre nel Mild Cognitive Impairment (MCI) sono emersi risultati contrastanti e non conclusivi. Obiettivo di questo studio è di indagare la percezione del tempo in soggetti affetti da MA, MCI e nel disturbo soggettivo di memoria (DSM), differenziando il processo in base alla rappresentazione esogena ed endogena, al fine di individuare un marcatore comportamentale precoce di Malattia e di anticipare la diagnosi e il trattamento.
Pochi studi hanno indagato la percezione del tempo nella MA e nel MCI riportando risultati non conclusivi. I test utilizzati per la valutazione degli aspetti prospettici e retrospettivi sono stati i più disparati, ed i risultati emersi sono stati spesso in dissonanza tra loro.
Il nostro studio si pone l'obiettivo di indagare sistematicamente la percezione sia del tempo oggettivo (con stime prospettiche e retrospettive), che del tempo soggettivo in pazienti MA, MCI e DSM.
In considerazione della possibilità che esistano basi neurali diverse per la rappresentazione del tempo a seconda che l'evento presenti o meno una sua periodicità interna, verrà studiata la possibile dissociazione di questi due processi nell'ambito della MA. L'ipotesi da testare è che la percezione del tempo basata solo su un processo interno al soggetto sia la prima ad essere compromessa nella MA e nelle fasi che la precedono, mentre rimane inalterata la percezione del tempo in presenza di una periodicità intrinseca allo stimolo. E' possibile, infatti, che un iniziale cambiamento nella percezione del tempo si verifichi già in quei DSM che poi evolveranno in MCI e in MA, e che possa pertanto costituire un predittore di Malattia. Inoltre, in considerazione delle differenze nella percezione di stimoli di durate brevi (secondi) e di durate più lunghe, ci proponiamo di distinguere la percezione del tempo in relazione alla durata dello stimolo nel paradigma retrospettivo per rilevare il ruolo della memoria e cogliere quale delle due forme di percezione del tempo si deteriori più precocemente. Per quanto riguarda il tempo come vissuto soggettivo indagheremo gli effetti di cambiamenti recenti di vita sulla percezione soggettiva del tempo e la capacità di collocare nel tempo eventi distanti.
Approfondire tutti gli aspetti della percezione del tempo nella MA ci consentirà di caratterizzare il profilo di deterioramento di questo processo nelle diverse fasi di malattia. Un' alterazione nei processi di percezione del tempo potrebbe, infatti, rivelare l'inizio del processo patologico neurodegenerativo, e pertanto potrebbe costituire un marcatore comportamentale precoce di Malattia da individuare al fine di anticipare la diagnosi e indirizzare i trattamenti farmacologici e non sin dalle fasi più precoci.