Anno: 
2017
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_735812
Abstract: 

Diversi fattori predittivi di declino cognitivo in pazienti con Malattia di Parkinson sono stati indagati negli ultimi anni in studi genetici, di neuroimaging e neurofisiologici. Nessuno dei singoli biomarcatori proposti si è tuttavia dimostrato, sino ad ora, indicatore affidabile di rischio e progressione del deterioramento cognitivo in questa malattia. Scopo di questo studio è l'individuazione e il monitoraggio prospettico longitudinale di biomarcatori multimodali predittivi di declino cognitivo in una coorte di 140 pazienti con diagnosi clinica di Malattia di Parkinson. In particolare, verrà effettuata l'analisi delle varianti geniche di MAPT (proteina tau associata ai microtubuli), COMT (Catecol-O-metiltransferasi) e DAT (trasportatore della dopamina), che si sono ipotizzate associate a disfunzione di specifiche funzioni cognitive in alcune patologie neurodegenerative. Allo studio clinico e genetico-molecolare sarà associata una contestuale valutazione neuropsicofisiologica, mediante registrazione di potenziali evocati evento-correlati (Event-Related Potentials - ERPs). Tali potenziali endogeni, elicitati in tempo reale durante specifici paradigmi sperimentali e acquisiti mediante registrazione EEGrafica, sono ritenuti indicatori della funzionalità di selettive funzioni associative, rappresentando un raffinato strumento per lo studio di deficit cognitivi subclinici. L'associazione tra determinanti clinici, genotipo e assetto neuropsicofisiologico sarà testata per definire un modello predittivo di demenza in corso di Malattia di Parkinson.

Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_934478
sb_cp_es_127476
sb_cp_es_127477
sb_cp_es_127478
sb_cp_es_127479
sb_cp_es_127480
Innovatività: 

Non sono ancora definiti i meccanismi eziologici determinanti l¿insorgenza e l¿evoluzione della malattia di Parkinson (MP), alla quale verosimilmente contribuiscono fattori genetici, ambientali e loro complesse interazioni. La definizione eziopatogenetica e fisiopatologica, oltre che la caratterizzazione clinica della malattia appaiono cruciali per lo sviluppo di strategie terapeutiche mirate. Nelle patologie neurodegenerative, le modificazioni biochimiche, strutturali e funzionali precedono anche di diversi anni l'insorgenza dei sintomi, che sono gli unici elementi rilevabili dal clinico. La diagnosi di MP è allo stato attuale basata su criteri di Consensus diagnostici clinici. In particolare, il declino cognitivo rappresenta uno dei sintomi non motori più frequenti e invalidanti, determinante fondamentale del peggioramento della qualità di vita dei pazienti, con importanti implicazioni sociali ed economiche. L¿individuazione di biomarcatori specifici di deficit cognitivo potrebbero essere utili predittori di rischio di sviluppo di demenza nella MP, con considerevoli implicazioni nella pratica clinica e soprattutto per lo sviluppo di eventuali terapie neuroprotettive.
Gli studi sull¿argomento mostrano tuttavia una notevole eterogeneità in relazione ai singoli biomarcatori studiati, che comprendono parametri di neuroimaging, aspetti genetici, elementi derivanti da valutazioni neuropsicologiche, parametri neurofisiologici. Lo studio di alcuni polimorfismi genici (MAPT, DAT, COMT) è stato associato a disfunzione di specifiche funzioni cognitive in alcune patologie neurodegenerative. Tra i metodi di esame della connettività corticale in relazione alla sua funzione, l'approccio di studio neurofisiologico, ed in particolare la Psicofisiologia mediante registrazione dei potenziali evento-correlati - ERPs, ha fornito un notevole contributo per la comprensione dei processi correlati alla attività associativa corticale che sottende il comportamento, fornendo informazioni sull'attività squisitamente neocorticale attivata da uno stimolo sensoriale con valore semantico (Evento). Tale approccio di studio può rappresentare un utile strumento non invasivo, caratterizzato da eccellente risoluzione temporale, per la valutazione di deficit cognitivi di specifiche funzioni associative cerebrali anche subclinici, non altrimenti rilevabili.
Poiché nessuno dei singoli biomarcatori a tutt¿oggi studiati è in grado di rappresentare un valido indicatore di rischio e di progressione del deterioramento cognitivo nella MP, un innovativo approccio di ricerca sarebbe quello di valutare se lo studio combinato di diversi biomarcatori nello stesso paziente possa rivelarsi utile nella fase di diagnosi e nella definizione prognostica della malattia. Un approccio multimodale che preveda la valutazione combinata di determinanti clinici, genetici e neurofisiologici, potrebbe contribuire all¿identificazione di sottotipi di malattia, fornendo elementi predittivi di evoluzione verso un quadro di demenza (Parkinson¿s disease-dementia-PDD), con importanti implicazioni in termini sociali, economici e soprattutto nella prospettiva della messa a punto di terapie neuroprotettive, attualmente non disponibili, che potrebbero interferire con la storia naturale della malattia.

Codice Bando: 
735812
Keywords: 

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