Il progresso della tecnologia sta introducendo modifiche e ripensamenti negli assetti organizzativi imprenditoriali e nei processi produttivi nella direzione del Piano nazionale Industria 4.0 presentato nel gennaio 2017 e che ha visto un ulteriore sviluppo con il Piano Impresa 4.0 e con le misure di incentivo alla digitalizzazione industriale contenute nella legge di bilancio 2018 (l. 27 dicembre 2017, n. 205).
La rivoluzione digitale non si esaurisce, però, nella riorganizzazione all'interno dell'azienda, ma investe anche il mondo del lavoro nella sua dimensione contrattuale introducendo la prospettiva della disintermediazione, da parte dell'impresa, tra domanda ed offerta di lavoro. Si sviluppa, così, il fenomeno del lavoro tramite piattaforma (crowdwork) in cui avviene il diretto raffronto tra prestatore di lavoro ed acquirente del servizio in un'ottica di riduzione del costo e di contrattazione individuale tra le parti.
Questo processo di "diffusione" del servizio mediante la sua variegata offerta on line muta l'articolazione aziendale che può o venire meno nella produzione/offerta del prodotto/servizio, ovvero assumere la forma di gestore del servizio, mettendo in contatto offerente ed acquirente e provvedendo a fornire la prestazione mediante l'organizzazione degli operatori disponibili (ad esempio Uber), ovvero ancora un'azienda organizzata per favorire l'incontro telematico delle parti con una duplice articolazione di rapporti tra piattaforma e proponente, proponente ed offerente, offerente e piattaforma (ad esempio Helpling).
A fronte di queste nuove forme economiche e lavorative, si cerca di costruire un modello di regolazione legale del fenomeno e, nell'ordinamento italiano, ciò ha conosciuto uno sviluppo a seguito delle proposte, dapprima, di accordo collettivo del Comune di Bologna, poi, della legge regionale del Lazio, ed infine, con il c.d. decreto dignità.
La ricerca si confronta con un problema di analisi e di classificazione delle nuove forme di lavoro su e tramite piattaforma. Si pongono in questo quadro notevoli problemi:
1) con riguardo alla qualificazione del rapporto di lavoro;
2) l'importanza che assume il quadro di tutela da accordare ai platform workers;
3) la modifica alla legislazione in materia di lavoro subordinato come adattamento della qualificazione al rapporto e sua possibile realizzazione per via della contrattazione collettiva.
Dalla ricerca proposta ci si attende di capire come il diritto del lavoro può adattarsi al costante e rapido sviluppo delle nuove tecnologie con la conseguente riorganizzazione aziendale che ne consegue.
Il metodo critico di valutazione giuridica consentirà di produrre un avanzamento rispetto alle precedenti ricerche sul tema che si sono confrontate con il fenomeno del lavoro su piattaforma e hanno individuato non sempre soddisfacenti soluzioni ai problemi elencati, senza una ricostruzione pienamente convincente sugli istituti giuridici, soprattutto di impianto civilistico, cui occorre guardare.
Ci si propone, in tal senso, di individuare a livello sistematico le soluzioni ai problemi della qualificazione e dell'ampliamento dello spazio d'azione della volontà contrattuale, al fine di avviare uno studio delle nuove forme di tutela nel rapporto di lavoro, nel quale il lavoro su piattaforma rappresenta un punto centrale di analisi e di sviluppo del lavoro occasionale.