Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_910659
Abstract: 

Con la realizzazione dell'Auditorium e del MAXXI, nell'area compresa tra Villa Glori e il Tevere, si è andato concentrando un gruppo di opere di architettura che costituisce un brano di città moderna del tutto particolare nel panorama di Roma, non solo per l'importanza delle opere stesse, ma anche per la loro contiguità. Con la costruzione del Ponte della Musica, questo insieme ha assunto il ruolo di un vero e proprio sistema urbano che raggiungerà una sua completezza quando anche la Casa delle Armi sarà restituita alla città attraverso il recupero di una destinazione d'uso più consona alla sua qualità architettonica.
Nel 2017, la Getty Foundation ha finanziato, nell'ambito del programma "Keeping it Modern", il progetto "Lo Stadio Flaminio di Pier Luigi e Antonio Nervi a Roma: un piano di conservazione interdisciplinare" presentato da un team di cui anche il proponente fa parte. Questa ricerca sta mettendo in evidenza come il complesso delle attrezzature realizzate da Pierluigi Nervi per le Olimpiadi del 1960 - il Palazzetto dello Sport, lo Stadio Flaminio e il viadotto di corso Francia - rappresenti un sistema unitario che va considerato come tale anche in previsione delle necessarie strategie di conservazione e valorizzazione all'interno di un tessuto urbano che è da alcuni anni impegnato da profonde trasformazioni. Anche per questo, è stata avanzata l'ipotesi di proporre l'apposizione di un "vincolo a rete" sui tre manufatti in quanto essi sono da considerare opere paradigmatiche dal punto di vista architettonico, strutturale, tecnologico e nel rapporto con il contesto urbano e paesaggistico. La ricerca che qui si propone intende analizzare le relazioni interne di questo sistema soprattutto per approfondire - anche attraverso sondaggi progettuali - il rapporto che esso instaura con l'ampia sequenza di spazi aperti nei quali è inserito, che sono oggi miseramente utilizzati come un grande parcheggio che stringe le tre opere in una indistinta morsa di automobili.

ERC: 
SH2_9
SH5_6
PE8_3
Innovatività: 

Riconoscere il complesso delle attrezzature progettate da Nervi per le Olimpiadi del 1960 come un "sistema" implica analizzare ciascuna di esse in relazione alle altre per individuarne i tratti distintivi e i caratteri comuni e nello stesso tempo riconoscerne il carattere olistico per cui il sistema stesso non può essere ridotto alla semplice somma delle parti che lo compongono. Anche per questo, il team che lavora al progetto"Keeping it Modern" ha avanzato l'ipotesi di proporre alla competente Soprintendenza l'apposizione di un "vincolo a rete" sui tre manufatti in quanto sono da considerare opere paradigmatiche per i risultati raggiunti dal punto di vista architettonico, strutturale, tecnologico e nel rapporto con il contesto urbano e paesaggistico.
Va per altro ricordato che lo stadio Flaminio, il Palazzetto dello Sport e il viadotto di corso Francia sono stati inseriti nella "Carta per la Qualità", del PRG di Roma del 2008 (nn. 8132, 8131 e 8134) e nel 2005 sono state dichiarate opere di eccellenza dalla Direzione per l'Arte e l'Architettura Contemporanee (DARC) del Ministero per i Beni e le Attività culturali, per il loro rilevante interesse architettonico e urbano
(http://architetturecontemporanee.beniculturali.it/architetture/).
Dal punto di vista storico, lo Stadio, il Palazzetto e il Viadotto restano strettamente legate alle Olimpiadi del 1960, ma, i le loro relazioni vanno al di là dell'evento sportivo: esse contribuirono infatti a diffondere la cultura e l'ingegno italiani nel mondo e, grazie ad esse, la fama dello stesso Nervi assurse a livello internazionale. Le tre opere testimoniano inoltre il successo della cosiddetta "architettura dell'ingegneria", che ha segnato una felice stagione dell'architettura italiana tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Esse sono frutto di una comune filosofia di progetto, di una medesima tecnologia di esecuzione e di una strategia di carattere strutturale riconducibile alle ricerche di Nervi sulla "resistenza per forma".
Lo stadio Flaminio fu progettato da Antonio e Pierluigi Nervi per ospitare il torneo olimpico di calcio e sorge sull'area del vecchio Stadio Nazionale (poi Stadio del PNF) - demolito nel 1957 proprio per far posto al nuovo impianto - che nel dopoguerra aveva assunto il nome di Stadio Torino per onorare la memoria della squadra di calcio di quella città, dopo la tragedia di Superga. Lo Stadio - noto ai cinefili perché compare in alcune sequenze del film "Ladri di biciclette" di Vittorio De Sica (1948) - fu utilizzato fino al 1953 dalle squadre di calcio della Roma e della Lazio e fu poi dismesso anche a causa di un cedimento strutturale che ne sconsigliò l'uso per i Giochi Olimpici. Si decise quindi di demolirlo e di sostituirlo con un nuovo impianto. Nel 1956 fu così bandito un concorso per la realizzazione di un nuovo stadio per il calcio che prevedeva un particolare vincolo: il manufatto doveva essere contenuto nella sagoma dello Stadio Torino che, anche dopo la ristrutturazione degli anni Venti, conservava la configurazione di uno stadion greco con una sola curva e la tribuna opposta rettilinea. Lo Stadio Flaminio aveva una capienza iniziale di circa 42.000 spettatori che fu poi successivamente ridotta a 20.000 per l'adeguamento a nuove norme sulla sicurezza. Il vincolo della sagoma ha in parte determinato il disegno delle gradinate che hanno i lati lunghi di una profondità minore di quanto sarebbe necessario per ottenere la normale conformazione a crescent che consente la migliore visibilità. Nello stadio il calcestruzzo è impiegato in diverse modalità e in forme originali: in getti in opera per i grandi telai strutturali, in elementi prefabbricati per le gradinate, in lastre ondulate di ferrocemento realizzate a piè d'opera su apposite controforme, per la pensilina.
Il Palazzetto dello Sport, non fu inizialmente concepito per i Giochi, ma come prototipo di edificio per attività sportive al coperto di media grandezza e di tipo economico per 4.500-5.000 spettatori, da realizzare anche in altre città italiane. Il Palazzetto dello Sport è accostabile allo stadio Flaminio per l'applicazione del cosiddetto "Sistema Nervi", basato su due aspetti fondamentali, l'uno di carattere progettuale, l'altro di carattere organizzativo in fase esecutiva. Entrambi talmente innovativi che non è possibile distinguervi il momento ideativo da quello esecutivo. Da un lato si prevedeva l'esercizio in contemporanea di due cantieri, uno per le strutture in opera, l'altro per quelle prefabbricate a piè d'opera con l'uso di poche casseforme da riutilizzare più volte; dall'altro, l'uso del cosiddetto ferro-cemento, brevettato da Nervi nel 1943, costituito da una rete di acciaio sulla quale veniva spalmato il conglomerato di cemento con inerte molto minuto, per uno spessore complessivo di cm. 2,5. Gli elementi così realizzati avevano leggerezza e dimensioni tali da poter essere agevolmente movimentati e messi in opera da una coppia di operai.

Codice Bando: 
910659

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