Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1111919
Abstract: 

La ricerca che si intende intraprendere ha ad oggetto le confische nella loro dimensione di strumento di lotta all'accumulo di patrimoni illeciti. Lo strumento è indispensabile per impedire che i capitali criminali siano inseriti nel circuito dell'economia legale, con distorsione della concorrenza e del mercato.Dato il proliferare di molteplici forme che consentono l'apprensione della proprietà, l'istituto è da molto tempo foriero di confusioni dogmatiche che inevitabilmente si ripercuotono sulle prassi applicative generando disorientamenti giurisprudenziali nel dialogo tra Corti interne e Corti sovranazionali, oltre che veri e propri stalli procedurali incidenti sull'efficienza della giustizia penale.
Le riforme della giustizia penale intervenute nel biennio 2016- 2018, si erano poste l'obiettivo di una reductio ad unum della normativa penale, anche sanzionatoria, ponendo un freno alla caotica e non sempre facilmente intellegibile produzione legislativa di settore. Con precipuo riferimento alla confisca, già dopo l'entrata in vigore del D.LGS. n. 21/2018, si è avvertita l'esigenza di indagarne l'adeguatezza per la risoluzione delle questioni sollevate più volte anche innanzi alla Corte europea di Strasburgo sul bisogno di chiarezza circa la natura giuridica delle diverse tipologie ablatorie, i modelli procedurali per l'ablazione e le conseguenze patologiche derivanti dall'inosservanza delle garanzie tipiche dell'accertamento penale. Lo stesso è a dirsi per la confisca di prevenzione antimafia. L'analisi delle riforme,combinata allo studio della prassi interna e sovranazionale, costituirà punto di partenza dell'indagine preliminare al passaggio successivo finalizzato, anche guardando a legislazioni estere, a stilare le prime conclusioni in ordine:
-alla necessità di stabilizzare i concetti instabili;
-all'adeguatezza dei moduli procedurali;
-alle conseguenze derivanti dall'eventuale inadeguatezza riscontrata a conseguire il risultato finale utile della confisca.

ERC: 
SH2_4
SH2_5
SH1_13
Innovatività: 

C'è un significato politico e culturale di grande rilievo nella rinnovata attenzione che da qualche tempo si va registrando a livello sovranazionale con riguardo alla lotta all'accumulo di patrimoni derivanti da attività criminose. È ormai consolidata la consapevolezza del fatto che la lotta contro la criminalità organizzata non possa essere efficace se non se ne colpisca il motore principale, e cioè il profitto, e non si sottraggano i patrimoni illeciti accumulati nel tempo che consentono alle organizzazioni criminali di infiltrarsi ed inquinare l'economia lecita ed i gangli decisionali del potere. I recentissimi interventi normativi, alcuni adottati per conformarsi al diritto europeo, costituiscono l'emblema di quando sia attuale l'esigenza di realizzare, con strumenti risolutivi, la cooperazione internazionale in materia. Le relazioni del Parlamento europeo e della Commissione europea hanno evidenziato, nel tempo, come gli Stati membri abbiano recepito con lentezza le linee direttive europee in materia e come le relative disposizioni siano spesso state attuate in modo incompleto o scorretto. Questo costituisce un dato attuale noto e non trascurabile.
Nonostante le recenti novelle, sia la Corte Costituzionale che la Suprema Corte di Cassazione interne, considerano la confisca uno strumento "poliforme". Le più alte Corti interne fanno emergere la necessità di una rivisitazione organica della disciplina generale di tale strumento, in modo da garantire in ogni settore il rispetto di talune direttive fondamentali, come evidenziato anche nei lavori di recenti commissioni ministeriali che hanno abbandonato poi, in sede di applicazione, gli intenti chiarificatori. Da tanto si innesca il bisogno di ricerca in un settore nel quale il contemperamento di interessi contrapposti -da un lato il bisogno di controllo e rimedio dell'accumulo di patrimoni illeciti e dall'altro la necessità di procedure che abbiano basi legali e rispettose dei diritti dei titolari della proprietà e degli imputati- si mostra necessario. Ciò almeno nella duplice ottica, di efficienza e di garanzia dei principi della materia penale, così come evidenziato dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 33/2018: le innovazioni si muovono nella direzione del potenziamento e dell'ampliamento del campo di operatività della confisca "allargata" anche se a scapito del rispetto dei principi e delle garanzie della materia penale. L'attuazione alla direttiva comunitaria in materia di confisca poteva rappresentare per il legislatore italiano l'occasione di rimettere mano in maniera organica all'istituto della confisca, la cui disciplina, frammentata in interventi normativi episodici, appare oggi diversificata in relazione alle diverse forme di ablazione patrimoniale e alle diverse fattispecie di reato per le quali la stessa è prevista. Il legislatore ha preferito però, ancora una volta, intervenire in maniera puntuale su singole disposizioni di legge, ora introducendo nuove ipotesi di confisca, ora estendendo l'ambito di applicazione di ipotesi già esistenti. La confisca continua pertanto ad essere prevista da diverse disposizioni, contenute sia nella parte speciale del codice penale, sia nella legislazione complementare ed in quella di prevenzione antimafia, e la relativa disciplina, pur essendo in larga misura analoga quanto a risultato finale, non è mai uniforme.
In questi segnali è insito il potenziale innovativo di un'indagine di cui si avverte il bisogno già nelle sedi istituzionali, interne ed europee che sembrano riconoscere alla tematica lo status di valore-simbolo della politica dell¿intero continente: la giustizia patrimoniale per il perseguimento della criminalità organizzata che agevolmente assume la dimensione internazionale fa parte a pieno titolo della filigrana comune su cui i vari Paesi d'Europa sono impegnati. Ma un simile assetto presuppone modelli dogmatici e procedurali che consentano il riconoscimento reciproco delle decisioni di confisca. Ed in questo solco si colloca la presente ricerca: un convinto contributo per una più attenta messa a fuoco dei valori irrinunciabili che consenta l'efficace perseguimento dell'obiettivo di ablazione dei patrimoni illeciti.
Che tali obiettivi siano ancora incerti nei loro contorni è senz'altro preoccupante, ma il percepire che fanno parte a pieno titolo della filigrana comune su cui i vari Paesi d'Europa possono poi imprimere le loro peculiarità nazionali può essere una conquista da ribadire, da difendere e da declinare in contenuti più puntuali.

Codice Bando: 
1111919

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