Gli oggetti digitali quotidiani si presentano nel dibattito pubblico come nuovi attori sociomateriali (Orlikowski 2007), assemblaggi di conoscenze eterogenee e in quanto tali come forze produttive (Knorr Cetina, 1997; 2007). La pervasività delle tecnologie digitali peraltro rende sempre più sfumati i confini tra le diverse sfere del sociale (Lupton 2016) e tra le culture epistemiche (Knorr Cetina 2007) avendo effetti relazionali anche con le questioni della salute e del genere.
Il presente contributo intende mettere in relazione le questioni della salute e quelle di genere mediate dalle tecnologie digitali. Tra queste ultime troviamo dispositivi digitali mobili (come gli Smartphone, quindi le applicazioni), indossabili (Google Glass, FitBit), impiantabili (come i microchip) e i sensori dislocati sul territorio (TVCC e così via.), che sempre più spesso mediano le pratiche giornaliere di automonitoraggio di comportamenti, abitudini e funzioni corporee. Tali dispositivi trasformano in dati digitali (statistiche e grafici) le molteplici attività della vita quotidiana, come, ad esempio, il sonno, i passi giornalieri, l'alimentazione, il fitness, le attività sessuali e riproduttive e così via, ma anche vere e proprie malattie croniche, una fra tutte il diabete.
Il presente contributo intende mappare una particolare categoria di queste tecnologie, quelle per il monitoraggio delle attività sessuali e riproduttive. La ricerca cercherà di esplorare come le questioni di genere e della «sessualità duttile» (Giddens 1995), inscritte nella materialità degli oggetti digitali, sono riconfigurate dai soggetti attraverso un controllo riflessivo del proprio corpo (Ivi).
Dal punto di vista metodologico, da un lato, si procederà all¿analisi del contenuto delle applicazioni digitali, delle piattaforme e dei forum individuati; dall¿altro lato, saranno condotte interviste semi-strutturate per indagare le interconnessioni tra oggetti, corpi, sessualità e genere.
Gli emergenti fenomeni della digitalizzazione e della datificazione stanno rendendo sempre più sottile la linea di confine tra pubblico e privato, tra soggettivazione e assoggettamento, tra micro e macro (Lupton 2016). La sociologia, soprattutto a livello internazionale, sta iniziando solo negli ultimi anni a porre in questione questi fenomeni emergenti.
La ricerca cercherà di interrogarsi sulle trasformazioni in atto in una società in cui conoscenze tecniche, esperte e non esperte tendono sempre più ad ibridarsi. A tal proposito, l¿interdisciplinare arcipelago di studi degli Science and Technology Studies (STS) propone di studiare la scienza e la tecnologia come processi attivi, rimuovendo i confini prettamente disciplinari fra di essi con l¿uso del termine tecnoscienza (Sismondo 2010).
Le tecnologie digitali rendono sempre più evidente la divisione puramente convenzionale tra scienza e tecnologia: d¿altronde la scienza è, almeno in parte, conoscenza della tecnologia, così come la tecnologia incorpora in sé conoscenze scientifiche (Callon 1987). La materialità ha sempre fatto da sfondo nelle ricerche sociologiche. Gli STS invitano, invece, a guardare alle relazioni, ai processi, agli assemblaggi sociali e materiali tramite un approccio sociomateriale. Adottare questo sguardo presuppone il non assumere la materialità come un dato di fatto, ma come una questione da indagare (Mattozzi 2006).
Gli assemblaggi sociomateriali sono da intendersi come un processo, una conseguenza, un insieme di resistenze superate. In tal senso, le gerarchie, gli arrangiamenti organizzativi, le relazioni di potere, gli oggetti non sono altro che conseguenze incerte di processi in cui agiscono materiali eterogenei, attori umani e non umani (Law, 1992). Adottare una simile prospettiva vuol dire analizzare le intra-azioni (Barad 2007) tra attori umani e non umani, considerati attori che producono e mediano senso e cultura.
A partire da questo assunto, il progetto cercherà di far dialogare l¿emergente sociologia della salute sulle pratiche di automonitoraggio mediate da dispositivi digitali, e l¿arcipelago di studi degli STS, con particolare riferimento agli studi femministi sulla scienza e la tecnologia.