Secondo una rilevazione dell'Unione europea del 2013, le piccole e medie imprese (d'ora innanzi, PMI) rappresentano circa il 99% del numero complessivo di imprese europee.La rilevanza economica e sociale di tale fenomeno,unitamente alle conseguenze della crisi economica degli ultimi anni,ha spinto i legislatori europei e nazionali a moltiplicare gli interventi volti a favorire la nascita e la persistenza sul mercato di tali imprese,concentrando innanzitutto l'attenzione sulla predisposizione di nuovi o rinnovati strumenti di accesso alla provvista finanziaria a favore degli operatori del mercato.La crisi economica ha infatti enfatizzato i profili di maggiore criticità del rapporto PMI/mercato:scarsa capitalizzazione,inadeguatezza della loro struttura finanziaria,dimensioni ridotte,incapacità di cogliere in tempo i primi segnali di difficoltà,crescenti difficoltà nel ricorso al credito bancario,limitata vocazione internazionale.La stessa crisi ha peraltro costretto i legislatori ad intervenire,a volte in modo disorganico ed emergenziale,per introdurre misure di sostegno alle imprese che,talvolta,si sono tradotte nella disapplicazione temporanea di regole già in vigore.La ricerca avrà quindi ad oggetto istituti,questioni e problemi tra loro apparentemente eterogenei,anche perché introdotti da interventi legislativi differenti e non sempre tra loro coordinati.Per elencare i temi più significativi che saranno oggetto della ricerca,si ricordano le s.r.l. start-up innovative;le PMI;i mercati di crescita per le PMI;i fondi comuni di investimento,ed in particolare le regole dettate quando le scelte di investimento dei fondi siano pensate per le PMI che operano nei settori dell'innovazione;il contratto di rete tra imprese agricole PMI;i finanziamenti previsti a favore di determinate categorie di imprenditori agricoli (imprenditoria giovanile e femminile, agricoltore attivo, tra le altre);gli strumenti di superamento e composizione della crisi e dell'insolvenza delle imprese.
La ricerca sarà sviluppata considerando vuoi temi già da tempo argomento di dibattito, ma analizzati in una nuova ottica, vuoi recentissime novità normative non ancora oggetto di compiute analisi. Tale approccio è volto sia a proporre soluzioni nuove a problemi già esistenti, che debbono però fronteggiare nuove esigenze di tutela, sorte principalmente a seguito della crisi economica, sia a fornire un'interpretazione delle inedite tecniche legislative introdotte nel nostro ordinamento che sia attenta alle loro ricadute sul sistema del diritto delle società, delle imprese e del loro finanziamento. Pur non essendo mancate, sinora, riflessioni della dottrina in materia di PMI, esse si sono soprattutto concentrate sulle start-up innovative, mentre mancano riflessioni di portata più organica e di sistema aventi ad oggetto le PMI, i cui confini richiedono uno studio approfondito e specifico, sia sotto il profilo della definizione della loro fattispecie, sia sotto quello della disciplina loro applicabile che sarà indagata, in questa ricerca, con specifica attenzione agli strumenti ed alle tecniche giuridiche approntate dal legislatore per il loro finanziamento. A riprova della circostanza che si tratta di un tema ancora privo di un compiuto divenire, basti pensare che, solo di recente (2014), è stata introdotta nel nostro ordinamento una definizione di rango legislativo delle PMI (art. 1, comma 1, lett. w-quater.1), TUF); fino ad allora, infatti, le discussioni in materia si basavano su una mera raccomandazione della Commissione europea risalente al 2003 (raccomandazione 2003/361/CE). I molteplici interventi legislativi, che si sono susseguiti in pochi anni in materia, richiedono quindi all'interprete: a) di individuare le regole applicabili, i loro destinatari e i presupposti di applicazione delle regole medesime. Questa attività presuppone necessariamente un'opera di sistemazione del materiale normativo pertinente che si presenta articolato e complesso sia perché derivante da molteplici fonti legislative, nazionali ed europee, tra l'altro di rango differente, sia perché contenuto in provvedimenti emanati per rispondere ad esigenze e bisogni di tutela apparentemente non del tutto coincidenti; b) come evidenziato in precedenza, una valutazione critica di queste novità che, seppur motivate dal convincente e positivo intento di favorire la nascita, la crescita e lo sviluppo delle PMI, sollevano delicati problemi di sistema e di tutela degli interessi coinvolti (dei risparmiatori e dei creditori, in primis). Anche la materia dei fondi comuni di investimento registra recenti e importanti novità, certamente meritevoli di riflessione, dovute all'attuazione (d.lgs.44/2014) della Dir.2011/61 in materia di gestori di fondi alternativi (FIA). I FIA, insieme all'istituzione del c.d. "passaporto europeo", aprono nuove opportunità di investimento, seppur potenzialmente più rischiose; consentono inoltre di finanziare imprese in difficoltà, o comunque "under-performing", attraverso l'investimento da parte di hedge funds e di fondi di private equity, così stimolando l'efficienza dei mercati.
Merita, poi, un'indagine specifica l'ambito delle PMI attive nel settore agroalimentare che, anche grazie al trattamento di favore ad esse riservato tradizionalmente dai legislatori europeo e nazionale, ha potuto progredire nel settore dell'innovazione e della ricerca tecnologica. In particolare, come ricordato in precedenza, la tecnica legislativa frequentemente scelta dal legislatore consiste nel dettare le regole ad hoc quando fenomeni ed esigenze presenti nell'ambito del diritto generale dell'impresa riguardino imprenditori la cui attività consista nella coltivazione del fondo, nell'allevamento di animali ed in attività alle prime connesse, seppur economicamente non meno rilevanti.
Infine, svolge ormai un ruolo significativo nell'ambito interessato dalla ricerca, e per questo anch'essa meritevole di riflessione, la disciplina della crisi dell'impresa. In particolare, in un'ottica di disciplina sempre più attenta agli strumenti di superamento e/o di composizione della crisi, il tema del finanziamento alle imprese in crisi costituisce oggi uno degli aspetti più delicati su cui si sta concentrando il dibattito, alla ricerca di un difficile bilanciamento tra l'interesse a sostenere un'impresa in difficoltà, evitando che le si precluda ogni possibilità di accesso a finanziamenti, e l'interesse dei creditori a non veder vanificata qualsiasi opportunità di soddisfacimento delle loro pretese.