Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_916695
Abstract: 

La ricerca avrà come oggetto il problema delle relazioni e delle interazioni culturali e linguistiche tra indigeni e greci in Magna Grecia, attraverso lo studio di una specifica classe di materiali, le ceramiche italiote a figure rosse, tra V e IV sec. a.C. In particolare, lo studio è finalizzato all'analisi e alla riconsiderazione generale dei vasi con iscrizioni, la cui più larga diffusione sembra concentrarsi tra fine V / inizio IV sec. a.C. e il 330 a.C. Il fenomeno è stato solo parzialmente indagato, sia nell'ambito degli studi epigrafico-linguistici e filologico-letterari; sia in quelli di carattere storico-artistico che, dalla seconda metà del secolo scorso, hanno portato all'edizione di ampi repertori delle ceramiche italiote a figure rosse, oltre che all'individuazione delle principali aree di produzione degli stessi vasi.
La ricerca si propone di approfondire il problema del testo e del contesto dei vasi iscritti, partendo dall'analisi linguistica ed epigrafica dell'iscrizione e arrivando alla rilettura generale del pezzo, per ricollocarlo nel suo contesto archeologico e storico di appartenenza.
La rilettura dei testi verrà, pertanto, considerata nella sua inscindibile relazione con il tipo e la forma ceramica, con le scelte iconografiche dei temi che ne costituiscono l'apparato figurativo, e soprattutto valutata in relazione alla destinazione funzionale dell'oggetto.
Tali premesse metodologiche costituiscono il punto di partenza e l'obiettivo della ricerca, che mira a due aspetti fondamentali: 1) studio epigrafico-linguistico, i.e. rapporto testo e immagine, layout, uso dei sistemi alfabetici, contatto tra dialetti greci e lingue locali; 2) ricostruzione storica del fenomeno della diffusione dei vasi iscritti e della maggiore incidenza del fenomeno nel periodo indicato, con il problema delle committenze, delle abitudini dei gruppi o classi dominanti nella delicata fase che porta all'ascesa e alla crescente affermazione sociale delle élites locali.

ERC: 
SH5_1
SH5_3
SH6_2
Innovatività: 

La ricerca si propone di colmare una significativa lacuna in ambito internazionale: sorprendentemente le iscrizioni su vasi a figure rosse della Magna Grecia (essenzialmente delle regioni di Apulia, Lucania, Campania e, benché, il caso sia più complesso e sarà considerato in questa ricerca solo in termini di confronto, Sicilia) sono state scarsamente studiate sia da un punto di vista epigrafico che linguistico, a differenza delle iscrizioni vascolari del mondo greco della madrepatria, che sono state infatti raccolte e analizzate da un punto di vista epigrafico, paleografico, anche in monografie specifiche (vd. e.g. Immerwahr, Attic Script: A survey, Oxford 1990; R. Wachter, Non Attic Greek Verse Inscriptions, Oxford 2001). Di contro, delle iscrizioni del sud Italia non esiste un corpus articolato che le raccolga - vi è un'utile scheda che elenca le ca. 230 iscrizioni finora note (a cura di Roscino 2012) che però non è basata su un esame autoptico dei pezzi (e già una prima ricognizione da parte della dott.ssa Kaczko a Taranto e Napoli (in questo secondo caso in collaborazione con la dott.ssa Lepone) ha mostrato come quello che effettivamente si legge su alcuni manufatti in alcune occasioni necessiti una revisione/analisi complessiva e sistematica) - né le descriva o documenti adeguatamente. Le iscrizioni sono menzionate solo brevemente (a volte persino non in maniera esplicita, tanto da rendere necessario recuperarle dalle didascalie o dai supplementi) nelle raccolte di Trendall oppure in articoli e pubblicazioni che trattano dei vasi iscritti, ma che citano l'epigrafe solo se funzionale all'interpretazione del pezzo, spesso non la riportano né riproducono nella fotografia del manufatto (di cui vengono privilegiate altre sezioni), né vi è alcun riferimento al tipo di alfabeto, mise en page, dimensioni delle lettere etc. La presente ricerca consentirà dunque di avanzare le conoscenze degli studiosi sotto vari punti di vista: in primis il ruolo delle iscrizioni come parte del messaggio visuale / del messaggio iconografico nella sua totalità (questo lavoro è stato abbozzato per alcuni esemplari da Moret 1979), il che permetterà peraltro di comprendere meglio anche il singolo manufatto in oggetto, per ricollocarlo nel suo contesto archeologico e storico di appartenenza. Ragione ulteriore per cui la rilettura dei testi verrà considerata nella sua inscindibile relazione con il tipo e la forma ceramica, con le scelte iconografiche dei temi che ne costituiscono l'apparato figurativo, e soprattutto valutata in relazione alla destinazione funzionale del manufatto. In secondo luogo aggiungerà molti dati rilevanti da un punto di vista di storia degli alfabeti greci in quanto le iscrizioni finora note e utilizzate per lo studio dei sistemi alfabetici delle colonie greche del sud Italia sono quelle su altre tipologie di materiale durevole, ovvero pietra o metallo (per es. le tavole di Eraclea), mentre si è verificato in maniera evidente, grazie per es. alla citata pubblicazione "Attic Script" di Immerwahr, come il confronto tra tipologie epigrafiche sia fondamentale per la definizione del sistema scrittorio di una determinata area (l'Attica in quel caso); fatto tanto più urgente e importante per il sud Italia, in quanto le attestazioni epigrafiche sono meno numerose e non sempre documentate in maniera equilibrata e lineare nell'arco temporale in oggetto (V-IV sec. a.C.), senza contare che gli alfabeti greci hanno costituito la base per gli alfabeti locali e, infine, che tale studio può consentire di chiarire alcuni aspetti dell'abbandono degli alfabeti locali in favore dell'alfabeto standard di base milesia. Inoltre, tale analisi consentirà di discutere alcuni aspetti letterari - per es. l'ipotesi di Taplin (O. Taplin, Pots and Plays, Interactions between Tragedy and Greek Vase-Painting of the Fourth Century B.C. , Los Angeles 2007) che la facies ionico-attica di alcune iscrizioni su vasi italioti che lo studioso ritiene legati alla tragedia (anzi "informati dalla tragedia") invece dei dialetti locali (dorici o achei) potesse condizionare i fruitori dei vasi verso un'associazione dei soggetti rappresentati sui manufatti con la tragedia, mentre la presenza di iscrizioni in dorico o acheo avrebbe sortito l'effetto contrario - e linguistici, ovvero comprendere meccanismi di persistenza, resistenza (spesso politicamente motivata) dei dialetti locali e, di contro, dell'affermarsi della koiné. Infine, dato che tali iscrizioni erano sia selezionate da committenti sia greci che italici nonché eseguite da artigiani sia greci che italici, come un ulteriore elemento di grecità (in termini di "scrittura" e "lingua" greca) su vasi caratterizzati a livello formale e figurativo in tal senso, ma con significativi elementi indigeni, esse possono rappresentare in determinate situazioni un ulteriore aspetto del contatto tra le popolazioni locali e greche.

Codice Bando: 
916695

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