Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1048277
Abstract: 

La ricerca si prone di studiare, con un approccio marcatamente interdisciplinare, le implicazioni delle nuove tecnologie, sinteticamente riconducibili alle evoluzioni più recenti dell'intelligenza artificiale ( o IA), nell'ambito del diritto e sulla condizione esistenziale dell'uomo.
Si cercherà in primo luogo, con l'aiuto dei membri del gruppo di ricerca esperti di queste tecnologie, di delineare il quadro attuale delle applicazioni e delle prospettive più prossime della IA. Su questa base, si valuteranno le implicazioni, negative e positive, nel mondo del diritto in generale. Saranno poi dedicati studi particolari all'esame delle implicazioni nei settori del diritto amministrativo e penale.
La composizione del gruppo di ricerca riflette l'intrinseca interdisciplinarietà del progetto.
L'oggetto della ricerca presenta poi per sua natura una spiccato vocazione internazionale, atteso che il dibattito su questi temi è più maturo nei Paesi tecnologicamente più avanzati. Come si evidenzia nella bibliografia di seguito citata la ricerca avrà quindi un orizzonte di indagine globale.
Gli studi di diritto positivo sul tema, specialmente nel nostro Paese, sono tuttavia a uno stadio ancora embrionale e per questa ragione che il proponente, insieme ai partecipanti alla ricerca che sono studiosi di diritto positivo, intende promuovere il presente progetto, instaurando un dialogo serrato con i filosofi del diritto e gli esperti di I.A. che costituiscono la frontiera più avanzata riguardo le tematiche indicate.

ERC: 
SH2_4
SH4_13
PE6_7
Innovatività: 

Il progetto di ricerca si propone di discutere criticamente, in modo del tutto innovativo, considerata la scarsa letteratura sulla questione, il concetto di algoritmo (non va sottovalutata l'influenza del deep learning) inteso come affermazione di un potere capace di trasfigurare il senso giuridico della condizione umana.

Tra l'altro, l'Università, quale principale consumatore collettivo di algoritmi, diventa interlocutore rilevante e assume un ruolo centrale nell'attività di bonifica dello scenario degli algoritmi opachi. I principi istitutivi della dimensione sociale sono chiarificati alla luce della ricerca del giusto, secondo il principio di terzietà del diritto. L'itinerario scientifico descritto nell'inquadramento si propone di continuare uno studio innovativo ambientato nel Laboratorio di Studi di ermeneutica giuridica, nell'Istituto di Filosofia del Diritto 'Sapienza', in collaborazione con il Master di diritto dell'informatica-Informatica giuridica. In particolare, si confermano le relazioni internazionali avviate nel medio della riflessione sui rapporti tra diritto, declinato secondo l'attualità del linguaggio algoritmico (si pensi all'opera di B. Romano, Dalla metropoli a internet, alle opere di Han, di Latouche, Luhmann, Nussbaum, Ost, Virilio).

Lo stato dell'arte è patrimonio di ingegneri e tecnici, oltre che di studiosi che prima dei giuristi hanno osservato la potenza delle procedure algoritmiche. Al giurista rimane l'attenzione, non certo residuale, intorno al principio di uguaglianza, chiarificato anche dal processo interpretativo in una condizione dominata dalla ragione economica sottesa all'imperativo algoritmico secondo una logica dromocratico.

Il passaggio dal digitale alle `tecnologie quantiche' annuncia una escalation della calcolabilità che, attraverso unità di misura miliardi di volte più potenti di quelle attuali, prefigura la possibilità di riprogrammare la vita umana verso una libertà omologante.

Se l'analisi dell'ideale democratico-repubblicano, capace di organizzare e regolare l'equilibrio tra le istanze di libertà e l'organizzazione del potere politico e giuridico, poteva essere intesa anche nella direzione di una società cosmopolitica, in grado di riconoscere i singoli come titolari di diritti umani non alienabili, né circoscrivibili al contesto statuale, attualmente i modelli ordinamentali tendono a codificare diritti astratti adatti ad ogni comportamento sociale negando il rinvio ai principi universali del diritto. La ricerca converge la sua attenzione sull'espansione e l'utilizzo di tecniche al servizio dell'algoritmo. Questa attività evidenzia una lesione del principio di eguaglianza che assume una valenza controgiuridica, incisiva nelle relazioni interpersonali. La questione della sproporzione tradisce il principio uguaglianza, poiché una ristretta élite, in questo caso i signori della rete che sanno cosa succede nella rete, è capace di orientare, inquadrare e disciplinare il consenso della moltitudine dei naviganti che ignorano l'effetto della loro presenza in rete che ha un accesso, a volte gratuito per motivazioni che non sono solo commerciali, ma legate anche a ragione di tipo culturale. Una volta entrato in internet, il navigante diventa consumatore prodotto dalla navigazione suggerita e dolcemente imposta dalla stessa rete, nuovi link si presentano ai suoi occhi che clicca senza meta, intraprendendo un viaggio nell'immobilità della sua postazione.

L'economia delle informazioni e la signoria elitaria delle reti informazionali tendono a pianificare i `profili' delle figure umane trattate come `consumatori prodotti' dai comandi circolanti nella rete di Internet, padroneggiata da gruppi di potere che generano sproporzione, negando il principio di uguaglianza, nucleo della giuridicità.

Cosa può fare il giurista di fronte ad una società dromocratica influenzata dal virtuale? Oggi non solo il giurista e il filosofo, che avvertono i rischi di una virtualità/realtà dominati da datacrazia e dromocrazia, dovrebbero sentire il dovere di un'apertura alla terzietà e all'universalità della ratio iuris, non unicamente per l'individuazione di nuovi diritti fondamentali, ma per non rischiare che lo spazio proprio dell'autonomia del diritto venga di fatto occupato da sedicenti algoritmi che, in realtà, nascondono la vecchia ambizione di dominio, tipica dell'assolutizzazione del potere `oligarchico'.

Codice Bando: 
1048277

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