Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1182652
Abstract: 

La presenza a Roma di maestranze provenienti dalle zone corrispondenti all¿attuale Canton Ticino è un tema di grande attualità, come dimostrano la fitta bibliografia di matrice internazionale e le numerose iniziative promosse tanto in territorio svizzero quanto in quello italiano. Tra gli artigiani e gli artisti lombardi si evidenzia una forte specializzazione verso la plasticazione, che ne ha fatto gli interpreti privilegiati di una tecnica che ha conosciuto una fortuna pressoché ininterrotta a partire dal XVI secolo.
Dopo gli sporadici arrivi di inizio secolo, fu dalla metà del Cinquecento che questi maestri si diressero in numero sempre più crescente verso Roma, polo di attrazione per l¿esistenza di una committenza ad alta potenzialità economica e di elevato profilo culturale. Non di meno, questa prima stagione di presenze lombarde nell¿Urbe è stata trascurata dagli studi, a vantaggio delle successive, come quella sistina o clementina.
La ricerca si pone l¿obiettivo di revisionare la bibliografia in materia, verificare i dati d¿archivio e promuovere una campagna fotografica ad hoc, al fine di realizzare delle sintetiche schede storico-artistiche relative a un nucleo di cantieri decorativi romani dove gli stuccatori ticinesi assunsero un ruolo significativo.
Corollario di tale indagine è l¿acquisizione di maggiori conoscenze intorno al funzionamento dei cantieri e delle imprese artistiche, in considerazione della specificità del mezzo, lo stucco, che, come le ricerche più aggiornate tendono a dimostrare, fu una via d¿accesso scelta da molti giovani per inserirsi nella produzione artistica e acquisire progressivamente ulteriori competenze per scalare le gerarchie lavorative e imprenditoriali; in altri casi, il sapere tecnico altamente specialistico sotteso a questa pratica garantì a singole personalità, a intere famiglie o a particolari botteghe, vere e proprie forme di monopolio.

ERC: 
SH5_8
SH6_11
SH5_6
Innovatività: 

L¿aspetto innovativo della ricerca consiste nel porre l¿attenzione sulla plasticazione come attività programmaticamente portata avanti da un insieme di artisti contraddistinti da una medesima provenienza, l¿area corrispondente all¿attuale Canton Ticino. A partire dalle osservazioni già formulate dalla critica sulle ragioni dell¿emigrazione da questi luoghi e sulle direttrici che essa ha assunto nel XVI secolo, si intende metterle alla prova misurandole su un aspetto specifico della produzione artistica, in un intervallo di tempo determinato (il Cinquecento, con maggior scandaglio nella seconda metà) e nel centro principale di messa a punto delle proposte artistiche (Roma), selezionando alcuni casi di elevato valore (si veda il paragrafo seguente).
Ci si propone di svolgere un¿indagine che abbia come oggetto di studio primario l¿opera d¿arte, nella sua consistenza materiale e nelle sue caratteristiche di stile. Attraverso sopralluoghi e riportando al centro delle ricerche il manufatto artistico in tutte le sue componenti, dalla caratterizzazione fisica alle implicazioni tecniche, dal piano progettuale a quello esecutivo, sino alle finalità della committenza, si intende agire per offrire un quadro di ricostruzione sistematica della decorazione a stucco a Roma in età manierista.
Per procedere a un tipo di lavoro come quello descritto, si impongono sopralluoghi e l¿esecuzione di un numero congruo di fotografie. Il finanziamento richiesto è infatti per la massima parte inteso a finanziare una campagna di riprese fotografiche, che, in controtendenza con la maggior parte delle pubblicazioni dedicate alle cappelle o ai palazzi ¿ dove a dominare è sempre la componente pittorica ¿, sia orientata a restituire tutti gli aspetti della decorazione, e con una documentazione a tappeto di tutti gli elementi in stucco. In aggiunta, parte dei finanziamenti sono destinati all¿acquisto dei diritti di riproduzione.
Mettendo a sistema i dati tratti dallo studio delle singole realtà sarà possibile ricostruire un tessuto di relazioni e influenze reciproche e così portare avanti le ricerche già intraprese dalla proponente sulle linee di sviluppo seguite dalla decorazione tra Cinquecento e Seicento, sulla diffusione dei modelli e sulla circolazione delle maestranze.
Un altro risvolto della ricerca, di portata non secondaria, sarà l¿acquisizione di maggiori informazioni intorno al funzionamento dei cantieri e delle imprese artistiche. Questi temi sono determinanti per ricostruire una continuità di esperienze tra il XVI e XVII secolo che la storiografia a lungo ha negato ma che, all¿attenta valutazione dei fatti artistici, rivela una narrazione basata molto più sulle continuità che non sulle rotture. È d¿altronde il meccanismo stesso della bottega e del conseguente impiego dei lavoranti (intesi tanto come allievi quanto come varia manovalanza) a giustificare tale lente di lettura.
In aggiunta si dovrà soppesare l¿impatto sociale ed economico di questi cantieri, centri di convergenza per artisti e maestranze i cui risvolti sul contesto romano devono ancora essere valutati integralmente, così come deve essere considerato il percorso professionale, di realizzazione personale, famigliare e di comunità, che si apriva per questi lombardi.
Il prodotto finale, oltre a un contributo da riversare in una pubblicazione scientifica (rivista o atti di convegno), sarà principalmente costituito da un repertorio di schede storico-artistiche, dotate di un adeguato apparato fotografico, ed esaustive sotto il profilo descrittivo, documentario e bibliografico, e di schede biografiche sullo stuccatore. Tali schede potranno essere intese come un prodotto digitale appartenente a un database consultabile su richiesta. L¿Archivio del Moderno dell¿Università della Svizzera Italiana si è infatti dichiarato disponibile a offrire la propria piattaforma informatica per ospitare il suddetto materiale.

Codice Bando: 
1182652

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