Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1495420
Anno: 
2019
Abstract: 

Gli studi sui cosiddetti proxy climatici (speleotemi, carote di ghiaccio) forniscono continuamente nuovi risultati utili alle ricostruzioni delle condizioni paleoclimatiche, confermando la presenza di oscillazioni minori nell¿ultimo interglaciale, note come Holocene Rapid Climate Changes (RCC).
Tuttavia, gli effetti degli RCC sui sistemi geomorfologici sono tuttora frammentari. Tra tutti i deversi sistemi geomorfologici, quelli fluviali sono particolarmente sensibili a tali oscillazioni, costituendo archivi in grado di conservare le passate condizioni idrodinamiche dei bacini idrografici, a loro volta condizionate più o meno direttamente dal contesto climatico.
L¿elevata dinamicità di questi sistemi consente loro di registrare una risposta pressoché immediata alla prevalenza di condizioni più o meno umide. In particolare, nei settori vallivi lontani dalla costa, condizioni più aride determinano maggiore instabilità dei versanti, incrementando l¿apporto solido dei corsi d¿acqua e favorendo processi di aggradazione; al contrario, durante gli intervalli più umidi, la maggiore stabilità dei versanti riduce l¿apporto solido nei corsi d¿acqua, i quali riprendono i processi di incisione valliva, consentendo l¿abbandono della piana alluvionale e la formazione di terrazzi fluviali. La conservazione di forme e depositi, relativi all¿alternanza ciclica di queste fasi, costituisce un ottimo archivio per comprendere come i processi che condizionano tali sistemi abbiano risposto ai cambiamenti climatici, anche di piccola intensità e durata.
L¿Appennino nord-marchigiano è un¿area di studio ideale, dove i tratti mediani delle principali valli conservano depositi fluviali olocenici, distinguibili sia tramite tecniche di telerilevamento che di rilevamento sul campo.
L¿obiettivo è quello di descrivere la geometria e la geocronologia delle successioni terrazzate minori formatesi durante la re-incisione valliva successiva all¿ultima fase di aggradazione dell¿Ultimo Massimo Glaciale.

ERC: 
PE10_13
PE10_14
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_1862152
Innovatività: 

La ricostruzione del pattern fluviale può supportare indagini archeologiche e antropologiche: essa è utile per la valutazione dei cambiamenti climatici e dei loro effetti sul paesaggio fisico che hanno condizionato comparsa, evoluzione e collasso di antiche civiltà in stretta relazione con i paesaggi fluviali. Inoltre, l'impatto antropico sul paesaggio con la comparsa delle prime comunità agricole iniziate per l'appunto durante l'Olocene, rappresenta una chiave di lettura fondamentale nella valutazione degli effetti degli RCC e della loro maggiore o minore amplificazione.
Lungo le principali valli del versante adriatico dell'Appennino si è individuata un'alternanza di eventi erosivi-deposizionali (i.e. successioni cut-and-fill), la cui riconducibilità a specifiche oscillazioni climatiche è tuttora poco nota. Inoltre, la presenza nell'area di studio di alcuni siti archeologici di differente età, quali la città romana di Suasa lungo il Fiume Cesano o le testimonianze del Paleolitico inferiore rinvenute nella bassa valle del Metauro, fanno sì che la ricostruzione geocronologica delle successioni cut-and-fill possa essere utile per l'inquadramento climatico e ambientale in cui questi siti si sono sviluppati.
Considerando una densità di popolazione estremante variabile a partire dall'Ultimo Massimo Glaciale, l'impatto antropico sul paesaggio sarà più o meno prescindibile dall'impatto dei cambiamenti climatici, implicando quindi la necessità di un approccio multidisciplinare, in cui la ricostruzione della morfodinamica fluviale e della relativa evoluzione nel corso dell'Olocene sarà utile ad una più completa ed esaustiva ricostruzione paleoambientale.
Tuttavia, oltre ad un risvolto archeologico, lo studio degli effetti delle variazioni climatiche oloceniche sui sistemi fluviale consentirà di quantificare la vulnerabilità di questi sistemi. In un'epoca in cui la consapevolezza della corretta gestione delle risorse idriche non si riflette solo sulla qualità delle acque e dell'ambiente circostante, conoscere la dinamicità dei sistemi fluviali sarà fondamentale anche negli interventi atti alla mitigazione del rischio idrogeologico. La corretta gestione delle risorse idriche unita alla maggiore consapevolezza dell'effettiva resilienza della nostra società permetterà di realizzare un'efficace pianificazione territoriale, atta a favorire la tutela del patrimonio paesaggistico e culturale nonché incentivare uno sviluppo sostenibile.

Codice Bando: 
1495420

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