La diagnosi differenziale all'interno dei disturbi dell'umore tra Bipolari e Unipolare risulta spesso complessa. Circa il 69% dei pazienti con Disturbo Bipolare non viene diagnosticato e identificato come Disturbo Unipolare (Hirschfeld et al., 2003).Studi neurologici di neuroimaging hanno individuato marker specifici che indicano l'esistenza di differenti circuiti di regolazione emotiva. Secondo la Teoria del Codice Multiplo (Bucci, 1997) le disfunzioni neurologiche e di regolazione emotiva hanno una stretta relazione con i processi di elaborazione simbolica delle emozioni, detto processo referenziale. Ciò implicherebbe che danni evidenziati a livello neurologico producano difficoltà nei processi di verbalizzazione affettiva. Lo scopo del presente lavoro è quello di verificare se il processo referenziale nelle narrazioni autobiografiche differisce in modo significativo nei due disturbi (Bipolari e Unipolari) come risulta a livello neurologico. Inoltre verificare l'efficacia delle misure linguistiche come indice clinico comparandolo con una misura self-report riconosciuta attendibile per differenziare i due disturbi.
Il campione sarà composto da 40 soggetti con disturbo dell'Umore secondo il DSM-V di cui 20 Bipolari e 20 Unipolari, e 20 soggetti non clinici come gruppo di controllo. Sarà somministrato ad ogni partecipante una intervista autobiografica e un test self-report Profile of Mood of State (POMS). Sui trascritti delle interviste saranno applicate 5 misure linguistiche del processo referenziale. Sui punteggi ottenuti verrà svolta una ANOVA per differenze tra gruppi.
Ci si attende come risultato che il processo referenziale nelle narrative dei tre gruppi differisca in modo specifico individuando pattern stilistici proprie dei due disturbi Bipolare e Unipolare rispetto al gruppo di controllo, risultando misure efficaci nella diagnosi differenziale. Ciò confermerebbe la relazione tra circuiti di regolazione emotiva e narrazione autobiografica.
Questo progetto di ricerca presenta diversi aspetti innovativi, primo di questi è legato all'uso di strumenti di valutazione linguistica costruiti con metodi matematici del tutto innovativi. La costruzione e applicazione del primo dizionario computerizzato con pesi ponderati è un metodo linguistico totalmente orginale (Maskit, 2012). In letteratura non sono presenti altri dizionari equiparabili. Questa metodologia consente la costruzione di dizionari a partire da costrutti valutabili sulle narrative. In questo modo è stato possibile costruire dizionario italiano dell'Attività Referenziale. Questa proposta di ricerca ha inoltre come ulteriore elemento di novità quello di raccordare le ricerche neuroscientifiche con le ricerche in ambito linguistico. Soprattutto si pone l'accento sullo stile linguistico quale elemento strettamente connesso con la struttura del linguaggio e con gli aspetti paraverbali, legati alla scelta dei termini e ai connettori linguistici, aspetti meno connessi al contenuto. Questo coglie aspetti meno controllabili a livello di coscienza e più rilevanti nel valutare processi emotivi. Tale elemento ha forti impatti nel connettere le ricerche tra linguaggio e funzioni neurofisiologiche. Questo approccio di ricerca si basa sulla concezione secondo la quale il linguaggio è frutto dei processi corporei e fisiologici del soggetto. La scelta delle parole utilizzate dunque è strettamente connessa al soggetto e al suo mondo emotivo. Ciò consente un maggiore interscambio teorico concettuale a partire dalla concezione di integrazione mente-corpo (Solano, 2016; Bucci, 2017). Danneggiamenti neurologici possono essere visibili e valutabili anche nella comunicazione affettiva verbale dei soggetti. L'analisi degli stili linguistici come criterio di valutazione diagnostica è una tipologia di ricerca molto innovativa, che si pone come rilevatore di specifici pattern di simbolizzazione verbale diversificati in base all'esperienza emotiva vissuta dal soggetto. Questo elemento apre a cascata molteplici nuove vie di indagine, che possono quindi mettere in relazione la modalità di verbalizzazione dell'esperienza con aspetti caratteriali, psicopatologici e neurologici.
Un ulteriore elemento innovativo che apre a specifiche potenzialità nella tecnica diagonistica e di cura è legata alla relazione che si esplicita tra semantica e costruzione di significati. Tali aspetti sono strettamente legati alla codifica delle esperienze emotive, ai processi fisiologici e di codifica della memoria. Pannebacker (2005) ha ampiamente evidenziato come processi di narrazione e verbalizzazione possono essere elementi di risignificazioni di esperienze quotidiane e come questi abbiano una ricaduta diretta sulla propria capacità espressiva. Parallelamente lo studio delle narrative e dello stile linguistico specifico per popolazioni cliniche apre ipotesi di riflessione nuova sulla capacità del clinico di allenare l'ascolto a specifiche valutazione linguistiche e non solo semantiche. Poter cogliere in modo diversificato diversi stili narrativi introduce metodi di lavoro psicologico nuovi.
Un ulteriore e più specifico impatto innovativo del presente progetto di ricerca è legato alla potenzialità di utilizzare uno strumento diagnostico non intrusivo, come l'analisi linguistica nelle valutazioni diagnostiche al fine di accelerare e discriminare con più facilità i disturbi Bipolare mascherati. Questo aiuterebbe i clinici nell'impostazione della terapia e porterebbe ad una riduzione del rischio suicidario per i soggetti misdiagnosticati.
Un ulteriore punto sul quale il lavoro vuole accrescere il dibattito è una riflessione sull'utilizzo delle misure self- report (Rosenman, Tennekoon,Hill, 2011) nelle delicate fasi di assessment clinico, dove la percezione e capacità valutativa di se stessi può essere un fattore compromesso rispetto alla propria immagine di sé. Individuare dunque altri metodi non intrusivi che hanno la possibilità di rilevare importanti fattori discriminanti dal punto di vista diagnostico risulta essere un elemento estremamente efficace, con ampie ricadute nella clinica.
Infine una ulteriore potenzialità di studi basati sull'uso del linguaggio, data la crescita esponenziale dei disturbi psichiatrici segnalata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, si sta sempre più riflettendo su quali strumenti possano essere utilizzati con intenti preventivi. Nell'era di internet e dei social media dove spesso il contatto sociale passa attraverso un filtro virtuale, si stanno utilizzando strumenti di valutazione linguistica anche come mezzi per intercettare richieste di cura e prevenire disagi più gravi. Uno studio di Coppersmith, Dredze, Harman (2015) utilizzando un database linguistico preso dai Tweet, hanno evidenziato evidenti pattern linguistici specifici per categorie diagnostiche. Tali risultati possono ampliare metodi di prevenzione per intercettare richieste di aiuto che potrebbero rimanere inascoltate.