Nel proseguire un percorso di approfondimento sull¿evoluzione e i mutamenti di senso che stanno caratterizzando il lessico costituzionale negli ultimi anni, il progetto di ricerca si propone di analizzare alcuni lemmi chiave del costituzionalismo moderno, così da verificare la portata e il significato che essi hanno assunto nell¿attuale contesto storico-culturale. Appare indubbio, infatti, che le recenti trasformazioni che stanno interessando il panorama politico italiano e di altri paesi (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, per citarne alcuni) stiano riuscendo, in qualche modo, a rideclinare il lessico costituzionale in una prospettiva che si presenta come del tutto funzionalistica all¿esercizio del potere piuttosto che al suo limite e fondamento. Per questo non sembra più possibile prescindere da un¿indagine di tipo storico-critico circa le problematiche che oggi gli Stati nazionali si trovano ad affrontare e che spesso vengono strumentalizzate proprio allo scopo di mettere in discussione quei capisaldi del costituzionalismo moderno che dovrebbero, invece, rappresentare i caratteri fondamentali delle moderne democrazie pluraliste. In quest¿ottica, il gruppo di ricerca si concentrerà su quelli che sembrano essere i lemmi costituzionali maggiormente sensibili rispetto alle trasformazioni sopra descritte, e cioè: la Costituzione, l¿emergenza (costituzionale), i diritti fondamentali e il loro rapporto con l¿economia, i diritti umani e i diritti degli stranieri.
Obiettivo del progetto di ricerca è, dunque, quello di muovere da un¿analisi critica di tali diritti al fine di delineare l¿evoluzione e le caratteristiche fondamentali del portato assiologico che essi, oggi, si rivelano in grado di avere. Solo successivamente, infatti, si potrà individuare il loro attuale significato e comprendere quali virtualità trasformatrici il nuovo lessico costituzionale sia in grado di avere.
La crisi economica che più di dieci anni fa colpì buona parte del mondo occidentale, compresa l'Italia, sembra essere stata "inglobata" nel nostro ordinamento ed essersi trasformata in un metodo di governo funzionale non solo alla gestione o al controllo della crisi dal punto di vista finanziario, ma anche sul piano politico e sociale.
In questa prospettiva, si può osservare che, come la crisi economica giustifica misure di austerity che vanno a condizionare significativamente l'operatività dei diritti sociali garantiti dalla nostra Costituzione, così la crisi politica e la spasmodica ricerca della governabilità a discapito della rappresentanza, determinano, insieme alla perdita di centralità del parlamento, politiche legislative lesive dei diritti fondamentali.
Assistiamo ad una gestione emergenziale che si estende dal piano economico a quello politico e sociale, che si declina in un restringimento delle libertà individuali, nell¿abbassamento nel grado di tutela dei diritti umani e nella mancata realizzazione dei diritti sociali.
Un simile scenario porta ad uno stato di incertezza in cui la politica non riesce più a "narrare" le reali esigenze di chi rappresenta, né a farsi portatrice di istanze determinate e, soprattutto, identificative di una precisa adesione valoriale: la politica si chiude in se stessa, la tecnica abbandona ogni principio, con il risultato di portare il nichilismo al servizio del potere.
La conseguenza più preoccupante di queste tendenze è che, allo stato attuale, la Costituzione sembra perdere sempre di più la capacità prescrittiva che ontologicamente la caratterizza e che è stata motore propulsivo della sua nascita. La crisi della rappresentanza, l'incapacità della politica di elaborare e fornire "grandi narrazioni", hanno preparato un terreno fertile per la nascita e la crescita del fenomeno del "leaderismo" e del plebiscitarismo: fenomeni difficilmente conciliabili con un ordinamento costituzionale basato sul pluralismo e sulla legittimazione del conflitto.
Di fronte a queste trasformazioni, è necessario non farsi travolgere dal presente, ma soffermarsi ed analizzare le evoluzioni del nostro ordinamento.
In continuità con i progetti precedenti che hanno dimostrato l'importanza di uno studio che, partendo dal lessico costituzionale, effettui una ricerca storico-critica sui principi fondamentali posti alla base del nostro ordinamento per poter problematizzare più efficacemente l'analisi delle trasformazioni dei diritti e della loro operatività, sembra essenziale, dati i risultati della ricerca, affrontare la problematica dell'emergenza e le sue ripercussioni sui diritti umani, sui diritti degli stranieri e sul delicato rapporto fra diritti fondamentali ed economia.
Si rende fondamentale, oggi, uno studio critico sulla emergenzialità, il cui paradigma incide sulla effettiva operatività dei diritti (sia a livello nazionale, sia a livello comunitario ed internazionale), declinando la tutela di questi come strumentale al mantenimento di prioritari equilibri economici o alla conservazione di determinati assetti di potere. Emblematiche in questo senso sono: le politiche legislative in materia di immigrazione, caratterizzate da un importante restringimento dei diritti degli stranieri in nome di un diritto alla sicurezza che sembra essere influenzato da una forte accezione economica (e discriminatoria: tutela dei diritti di chi ha qualcosa da difendere); la perdita di centralità all'interno del discorso politico dei diritti umani; il venir meno della capacità ordinante della Costituzione, che sembra appiattirsi sempre più verso una limitante funzione descrittiva.
Nonostante la Costituzione ponga alla base del nostro ordinamento principi come l'eguaglianza, la libertà e la pari dignità sociale e la Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione europea evidenzi l'impossibilità che una reale integrazione si possa realizzare all¿interno degli angusti confini della dimensione economica, ci troviamo di fronte ad uno scenario che sembra contraddire e "rinnegare" le fondamenta sulle quali è stato costruito.
Diventa, allora, necessario affrontare le contraddizioni determinate dalle politiche dell'emergenza e studiare le nuove problematiche e gli odierni "disequilibri" che ne discendono in materia di diritti (soprattutto nella loro dimensione economica) per provare a ridefinirne i rapporti e ristabilire gli equilibri, dentro e oltre i confini nazionali.
Si propone, dunque, un progetto di ricerca la cui innovatività risiede nella volontà di affrontare un'analisi critica che, partendo dal lessico costituzionale e dal necessario ruolo prescrittivo della Costituzione, affronti le attuali problematiche relative all'effettività della tutela dei diritti fondamentali previsti nella Carta (e dei diritti degli stranieri in particolare), alla luce delle nuove emergenze - reali, presunte o strumentali -, il cui paradigma operativo determina un'emergenza costituzionale - questa sì - sicuramente reale.