Le profonde trasformazioni politiche e sociali in atto da decenni - migrazioni, globalizzazione dell'economia, crisi dello stato-nazione, costruzione di entità politiche sovranazionali e regionali - hanno portato a una riapertura, a diversi livelli, della questione della lingua, come dimostrano i recenti orientamenti di ispirazione multiculturalista, che riprendono in modo implicito e semplificato un tipico argomento del relativismo linguistico, assumendo una equivalenza tra lingua e identità culturali e facendo del riconoscimento linguistico un momento-chiave dell¿inclusione giuridica e politica dei gruppi minoritari (nazionalità e gruppi etnici), quali realtà intermedie fra l¿individuo e l¿intera umanità.
La ricerca si propone innanzitutto di esplicitare e discutere i presupposti filosofico-linguistici che operano nel dibattito contemporaneo sullo stato postnazionale e di ricostruire criticamente la lunga tradizione di riflessione sul pluralismo linguistico fino ai suoi esiti relativistici nel Novecento: una linea di riflessione spesso considerata in modo troppo omogeneo, il che ne favorisce un uso ipersemplificato e ideologico all¿interno del dibattito politico.
L¿analisi delle questioni linguistiche sfruttate in aree di conflitti micro-nazionalistici nell¿Europa contemporanea (Area balcanica, Paesi baschi, Catalogna) costituirà un banco di prova per verificare il modo in cui argomenti classicamente relativistici vengono impiegati per costruire forme differenziate di identità socio-politiche.
Un ulteriore asse di approfondimento riguarderà l¿Italia, il cui tradizionale assetto idiomatico plurale sta attraversando una profonda trasformazione, con l¿arrivo di almeno 120 nuove lingue a seguito dei flussi immigratori dall¿estero.
La ricerca intende infine favorire la diffusione in Italia di una rinnovata percezione della diversità, proponendo alcuni strumenti per la realizzazione di percorsi formativi improntati alla valorizzazione del plurilinguismo.
Il primo elemento di originalità della ricerca consiste nel raccordare diverse aree di riflessione sul tema della diversità delle lingue e dell¿identità linguistica (filosofia del linguaggio, storia delle idee linguistiche, sociolinguistica, antropologia filosofica e sociologia), dal cui confronto può derivare una migliore comprensione delle questioni linguistiche emergenti nel contesto europeo contemporaneo, nei loro diversi aspetti (comunicativi, cognitivi, politici, sociali).
In modo più specifico, ci si attende poi un avanzamento delle conoscenze e della riflessione relativamente ai singoli punti che verranno indagati (cfr. Descrizione delle attività e dei compiti dei partecipanti). In particolare,
1) la ricognizione e la discussione critica delle questioni linguistiche richiamate nel dibattito sullo stato postnazionale e il confronto con ulteriori posizioni della filosofia del linguaggio contemporanea, consentiranno di evidenziare e discutere motivi ed esiti di alcune classiche polarizzazioni concettuali, prime tra tutte quelle che oppongono essenzialismo e costruttivismo, universalismo e relativismo, che ancora occupano il dibattito su questi temi e influenzano il modo di concepire gli spazi politici e sociali e di valutare gli effetti sul piano socio-politico dell¿adesione, spesso implicita e irriflessa, all¿uno o all¿altro paradigma teorico-linguistico. La ricostruzione del tema del ¿sentimento della lingua¿ e dei suoi sviluppi nella ricerca linguistica e filosofico-linguistica del Novecento, oltre a colmare un vuoto nell¿ambito della storiografia linguistica, potrà favorire un rinnovamento nel modo di considerare alcune classiche opposizioni (nazione/etnia, identità/alterità, lingua/dialetto, delimitazione/mescolanza delle lingue), valorizzando il punto di vista del parlante rispetto a quello del gruppo nella percezione dello spazio linguistico.
2) La ricostruzione della lunga tradizione di riflessione sul pluralismo linguistico fino ai suoi esiti relativistici nel Novecento (nelle diverse direzioni: etnolinguistica, politica, neurolinguistica) consentirà di individuare i momenti di snodo e di differenziazione di una linea di riflessione spesso considerata in modo troppo omogeneo, una tendenza che favorisce un uso ipersemplificato e ideologico di questo paradigma all¿interno del dibattito politico a cui la ricerca storiografica deve rispondere offrendo conoscenze e strumenti per l¿elaborazione di una visione più articolata e critica del rapporto tra lingue, pensiero, sfera emotivo/affettiva.
3) L¿analisi delle questioni linguistiche sfruttate in aree di conflitti micro-nazionalistici nell¿Europa contemporanea (Area balcanica, Paesi baschi, Catalogna) costituirà un banco di prova per verificare il modo in cui argomenti classicamente relativistici vengono impiegati per costruire forme differenziate di identità socio-politiche.
4) Attraverso la discussione del neoplurilinguismo in Italia potranno emergere indicazioni per un rinnovamento degli strumenti teorici e categoriali utili alla comprensione del nuovo spazio linguistico nazionale e per lo studio delle attuali dinamiche di contatto, ma anche per l¿elaborazione di percorsi educativi volti al superamento di una concezione statica e chiusa delle identità linguistiche, anche ai fini della diffusione di pratiche di convivenza basate sulla negoziazione e la traduzione continua delle culture.