La proposta si presenta come uno studio istruttorio che indaghi il ruolo dell'Urban Center come strumento di mediazione tra territorio, amministrazione e cittadinanza per il progetto urbano al fine di indagare strumenti e strategie attivatori di processi di rigenerazione del patrimonio ambientale e di trasformazione della città in una prospettiva di rafforzamento dei processi di democrazia urbana.
L'indagine sugli UC può essere inquadrata nel più ampio filone delle ricerche sulla partecipazione dei cittadini ai processi di trasformazione urbana: queste istituzioni, infatti, hanno lo scopo di coinvolgere a vari livelli la cittadinanza su problematiche che spaziano dall'arredo urbano alla pianificazione di vasta scala. In questi centri si lavora su tutti gli aspetti della vita urbana, dalla sensibilizzazione della comunità su aspetti di particolare rilevanza al dialogo con gli stakeholders, dal progetto richiesto e condiviso alla sua comunicazione, dalla formulazione del progetto alla sua realizzazione.
La ricerca si articola metodologicamente in un duplice livello: il primo teorico mira ad una ricognizione delle esperienze in ambito italiano, al fine di estrapolare una cornice interpretativa e sintetica del fenomeno nel complesso e di ricostruire una genealogia critica delle vicende italiane degli UC, che risultano frammentate e disaggregate; il secondo, a matrice operativa, mira all'individuazione dei caratteri specifici di queste organizzazioni, al fine di ottenere una parametrizzazione della loro struttura e della loro azione, che possa configurarsi come punto di partenza per l'elaborazione di un modello nuovo di Urban Innovation Center adattabile alla città di Roma.
Una volta ricondotte all'interno dello stesso orizzonte narrativo, la ricerca si pone l'obiettivo di sistematizzare e analizzare alcuni casi paradigmatici al fine di individuare alcune caratteristiche che possano inquadrare gli UC in una metodologia di approccio al progetto della città contemporanea.
Recentemente gli UC si stanno delineando come interlocutori privilegiati nel panorama della progettazione europea per la loro capacità di partecipare a bandi europei, intercettando risorse economiche e interessi che consentono loro di porsi non più solo come narratori e comunicatori dell'urbano, ma anche come soggetti portatore di agency e advocacy sulle tematiche di loro interesse. In questo senso gli UC possono rappresentare una risorsa preziosa per l'amministrazione locale e per le comunità urbane e stanno acquisendo sempre più un ruolo centrale per quanto riguarda non solo la comunicazione dei processi di trasformazione urbana ma anche per ciò che concerne la loro attivazione.
Il modello degli UC e degli UIC, infatti, si sta sviluppando coerentemente con politiche europee che mirano proprio alla realizzazione delle sinergie che questi centri possono garantire. Ne è un esempio, l'esperienza dell'UIA|Urban Innovative Actions. Questo programma promosso dalla UE ha come obiettivo quello di finanziare e supportare le autorità locali dei Paesi membri in iniziative riguardanti l'innovazione urbana, con finanziamenti diretti a fronte della partecipazione ad un bando annuale. Tuttavia, è esplicitamente dichiarato che per quanto l'interlocutore principale sia rappresentato dall'autorità amministrativa, questa debba dimostrare di aver avviato e instaurato un processo di collaborazione con tutti gli attori interessati dal progetto: dalle agenzie territoriali, alle Ong, al settore privato, agli utenti-cittadini, alle istituzioni accademiche e della ricerca. In questa cornice, risulta evidente come la presenza attiva di un UC possa costituire un fattore decisivo per facilitare l'accesso a finanziamenti importanti, in un mondo in cui la dimensione europea è sempre meno trascurabile, sia per ragioni di natura economica che per ragioni di opportunità sociale e politica.
Sino ad oggi, l'esperienza romana di attuazione di un UC è stata legata alla volontà e all'iniziativa politica e pertanto ne ha seguito le discontinuità e gli arresti. In quest'ottica, avviare un processo di valutazione di una sua fattibilità in chiave "laica" e scientifica, attraverso strumenti e attori esterni alle valutazioni di tipo politico, può offrire una concreta possibilità all'instaurarsi di questa pratica. A Roma verrà studiata la breve vicenda della Casa della Città, nata nel 2014 (a otto anni di distanza dall'approvazione della delibera 57/2006 "Regolamento di partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana") come organo comunale voluto dalla giunta Marino, a cui viene affidato il compito di essere "un punto di incontro, di scambio e di informazione a disposizione dei cittadini per conoscere l'operato di Roma Capitale e acquisire informazioni sui più importanti progetti che interessano il territorio urbano" e che si configura come "luogo di ascolto, sperimentazione e promozione di un ampio dibattito incentrato sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione e sulla valorizzazione del patrimonio pubblico inteso come bene comune".
Nello stesso periodo nasce anche nel Municipio XIV "Urban Center XIV - Casa del Municipio" come strumento per la partecipazione organizzata delle associazioni del territorio. Precede queste, l'iniziativa del 2006 che istituisce la Casa del Municipio Roma XI, che avrebbe dovuto aprire la strada alla nascita di una rete di Case legate alle municipalità di Roma ma che subisce una battuta d'arresto in seguito alle complesse vicende politiche che hanno interessato la Capitale negli ultimi 15 anni. Dunque, nel panorama romano, pur nella pluralità di iniziative che ci sono state in tal senso, non è mai riuscita a consolidarsi una realtà operativa, sia essa un UC, una Casa della Città o del Municipio.
Nell'orizzonte di centralità della trasformazione della città attraverso il Progetto Urbano, nella sua natura polisemica e molteplice, l'azione dell'UC può essere decisiva per la concreta realizzazione e facilitazione dei processi di condivisione e concertazione che il Progetto prevede, oltre alla possibilità di attuare nuove e più incisive strategie di comunicazione e rappresentazione dell'immagine della città, grazie agli specifici strumenti di cui dispone in tal senso.
La complessità della dimensione urbana di Roma e la sua crisi - ormai assurta a fatto endemico - implicano la necessità di dotarsi di strumenti nuovi che sappiano agire laddove la fragilità del sistema risulta più acuta: il dialogo e la concertazione tra Amministrazione, forze sociali, attori economici può trovare un sostanziale potenziamento grazie alla presenza di un organo in grado di porsi come catalizzatore delle energie che ruotano attorno alla città e alle sue trasformazioni, gettando anche le basi di un ponte tra cittadini-utenti (abitanti e comunità), responsabili delle politiche urbane (amministrazione) e mondo del sapere e della ricerca (università).