La parola agli esperti: le rappresentazioni del cittadino ed il ruolo delle scienze sociali di fronte alla transizione energetiche
Nella strategia dell'UE i cittadini sono al centro dell'attuale transizione verso un'energia sostenibile, sicura, per tutti, e la ricerca chiamata ad “esaminare come coinvolgere al meglio i cittadini, compresi i consumatori, le parti sociali e la società civile, nella trasformazione del sistema energetico (Commissione europea, 2015b, p.11).
Nonostante l'accordo sui principi, tuttavia, i modelli teorici a supporto di analisti e policy makers privilegiano approcci econometrici e tecnocentrici, mentre l’analisi dei fattori psico-sociali è spesso limitata a comprendere gli effetti della razionalità limitata sui comportamenti individuali (Gifford, 2014). Le differenze temporali e contestuali nella concezione dell'energia sono trascurate (Sovacool, 2014) a favore di una visione meccanicistica e spesso deficitaria dell’utente.
Il presente contributo esplora il punto di vista degli esperti, con l’obiettivo di esaminare la permanenza –anche nel discorso specialistico - di rappresentazioni deficitarie e corto circuiti argomentativi che ostacolano un pieno public engagement (Brondi et al., 2016).
L’analisi di narrative semi-strutturate prodotte da 75 esperti europei (policy makers, stakeholders e ricercatori, partecipanti a incontri strutturati nell’ambito del progetto SHAPE Energy) suggerisce la permanenza di una visione deficitaria dell’utente, rappresentato come consumatore, che ha bisogno di “awareness campaigns”, che un generico ostacolo ed una fonte di fallimento “energy project often fails because of the human factor”.
Conseguente è una visione ancillare della psicologia sociale e delle scienze sociali in genere, cui si chiede di ‘risolvere’ il problema, rimuovendo o guidando dall'alto l’agency dei cittadini piuttosto che promuovendola.