Dove finisce il racconto? Ipertesto digitale e paratesto strutturalista

01 Pubblicazione su rivista
CASTELLUCCI, Paola
ISSN: 1824-6249

Le nuove modalità di scrittura e lettura in Rete hanno determinato un radicale ripensamento non solo dei ruoli di autore e lettore, ma anche delle funzioni di scrittura creativa e saggistica. In particolare il concetto di ipertesto ha portato a un superamento dei tradizionali confini demarcativi. Se nell’era pre-Web erano ben delineati compiti, identità, valori, e semmai si attribuivano a specifici spazi liminali (come il paratesto) le possibilità di sconfinamento tra autore e lettore, tra creatività e saggistica, nuove funzioni si aprono invece adesso con una testualità concepita sempre più come iper, connessa a livello globale, in tempo reale, social. Sin dalle prime formulazioni dell’ipertesto (con Ted Nelson, negli anni Sessanta) e successivamente con le analisi formulate dagli studiosi dell’area denominata Digital Humanities (ad esempio George Peter Landow, qui considerato) sono stati esplorati nuovi territori, nuove possibilità espressive anche per il lettore comune, per “l’utente”.

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