Aufidio Basso contro Catone il censore. Seneca emulo del De senectute di Cicerone nella lettera 30
L'articolo analizza in parallelo la lettera 30 di Seneca, il cui protagonista è lo storico Aufidio Basso, e il De senectute di Cicerone, focalizzato sul personaggio di Catone il Censore. I due testi, al di là dei diversi generi letterari, mostrano non poche affinità, sia a livello puntuale (ricorrenza di temi, motivi, lessemi, presenza del modello platonico del Fedone), sia a livello generico (entrambi i testi sono stati scritti durante la senectus del loro autore; entrambi protagonisti sono prossimi alla morte e si rivolgono agli amici, cercando di sostenere la qualità della loro esistenza). Queste coincidenze avvalorano l'ipotesi che Seneca prenda a modello Cicerone, ma rivisitandolo: infatti dà rilievo, fra le varie argomentazioni intorno alla vecchiaia, solo alla paura della morte; mette in scena un uomo morente, e non anziano ma in salute come fa Cicerone; e utilizza argomenti epicurei, anziché guardare alla vita dopo la morte come succede nel De senectute. L'aemulatio di Seneca è mirata a riscrivere il De senectute, di cui lo stesso Cicerone aveva criticato l'eccessivo ottimismo, in modo più realistico ed efficace.