Archeologia ed etnografia. Alessandro Della Seta e »La Genesi dello scorcio nell’arte greca«
Dedicando Art and Illusion (Londra 1959) all’archeologo austriaco Emanuel Löwy (1857-1938), Ernst H. Gombrich celebra il ricordo del primo dei suoi maestri, evidenziando quanto il famoso studio La rappresentazione della natura nell’arte arcaica greca, contenesse «gran parte di ciò che meritava di essere salvato dall’evoluzionismo». Il coraggio scientifico e speculativo, che Gombrich riconosce all’archeologo austriaco, si coniugarono ad una altrettanto efficace capacità didattica, svolta per ben un venticinquennio presso l’università di Roma La Sapienza, dove Löwy dal 1890 fino al 1915 terrà la prima cattedra di Archeologia e Storia dell’Arte. Tale intensa attività scientifica e formativa permise di attuare negli anni di insegnamento uno straordinario transfer di conoscenze e di approcci metodologici tra Altertumswissenschaft e cultura scientifica d’Oltralpe e l’Italia Unita. La produzione scientifica (e le vicende intellettuali) di quello che si può considerare a ragione il maggior allievo dello studioso austriaco, Alessandro Della Seta (1879-1944), può essere letta in filigrana degli eventi storici e culturali come una microstoria di una generazione formatasi nello spirito positivista e fortemente influenzato dalla cultura scientifica in lingua tedesca, ma successivamente segnata dall’imporsi, anche sotto le pressioni ideologiche-politiche del momento storico, del neoidealismo. Il contributo mette a fuoco la prima produzione scientifica di Della Seta (partendo da La genesi dello scorcio nell’arte greca 1906) caratterizzata per impostazione e tematiche trattate come un’ideale continuazione della sintesi della Naturwiedergabe del 1900 e del suo suggestivo nucleo speculativo sugli Anfänge der Kunst: Della Seta mette così a frutto l’impostazione interdisciplinare loewyana, sulla base delle acquisizioni fisiologiche e filosofico-psicologiche, ma allo stesso tempo costruisce, in modo del tutto originale e in una articolata dimensione comparatista, una fitta rete di rapporti formali tra cultura figurativa del mondo greco, arti orientali, arte primitiva e gli apporti a lui contemporanei, questi ultimi derivati dalle nuove conoscenze etnologiche relative alle tradizioni figurative dei c.d. popoli primitivi o incolti. Se in questa prima produzione scientifica di Della Seta la serie di innumerevoli confronti e rimandi ai rapporti con gli studi etnografici dell’epoca fa emergere un rapporto previlegiato, anche se non esclusivo, del giovane studioso con la cultura scientifica tedesca, la sintesi ambiziosa del 1912 Religione e arte figurata è, invece, il prodotto dell’adesione convinta ai modelli interpretativi relativi al rapporto tra arte e magia elaborati in Francia da Salomon Reinach (1858-1932) e, sul versante anglosassone, alla connessione tra totemismo e rituale di James G. Frazer (1854-1941). L’ampiamento delle teorie loewyane e l’originalità di questa prima fase di Della Seta si confrontano in modo contrastante gli esiti della maturità (Il nudo nell’arte del 1930), la cui diversa impostazione non solo è frutto di una evoluzione intellettuale e scientifica ma anche il riflesso di un’adesione a nuovi paradigmi ideologici.