Scopo primario della ricerca è quello di indagare nuove prospettive per l¿analisi testuale a partire dalla svolta che la linguistica testuale e la stilistica, in particolare degli ultimi decenni, hanno compiuto rivolgendo l¿attenzione agli aspetti pragmatici e contestuali. Partendo dalla nozione di testo come `tessuto¿ organizzato per la comunicazione e l¿ottenimento di scopi, e dunque come `discorso¿ e insieme pratica sociale (Widdowson 2004, Foucault 1972, van Dijk 1997, Fairclough 1989), senza dimenticare il contributo della linguistica testuale di de Beaugrande e Dressler (1994), i partecipanti saranno portati a riconsiderare le tipologie testuali selezionate all¿interno di una `storia della comunicazione testuale¿ che dia conto anche della genesi di differenti tipi testuali. Un aspetto innovativo del progetto di ricerca è quello di tentare un superamento delle tradizionali categorie di testo scritto e parlato, ragionando piuttosto su concetti quali communicative immediacy e communicative distance (Culpeper, Kyto 2010). Con queste premesse verranno prese in esame alcune tipologie di testi, letterari (narrativo o teatrale) e non letterari (audiovisivo, politico), con un occhio ai testi legati alla rivoluzione digitale e proposti dai social media (Gensini 2006, Halliday 1989). Particolare rilievo sarà dato agli speech based texts, testi per loro natura dialogici e mimetici della conversazione naturale, considerati anche in chiave storico-pragmatica (Culpeper e Kyto 2010, Jucker e Taavitsainen 2010). L¿indagine porterà a un confronto con studiosi internazionali del settore e alla redazione di un¿antologia di testi analizzati in prospettiva sia teorica che didattica, in particolare per corsi universitari di studi umanistici.
Come si è detto, la ricerca intende indagare la nozione di testualità non solo da un punto di vista sincronico, ma anche nella sua evoluzione diacronica: in questo senso, un obiettivo di particolare innovatività del progetto è quello di considerare i testi studiati all¿interno di una `storia della comunicazione testuale¿ analizzata da un punto di vista pragmatico e contestuale, che getta luce, peraltro, anche sulle modalità di genesi delle differenti tipologie testuali. In questa prospettiva non va dimenticata la tradizionale dicotomia tra testi scritti e orali (Halliday 1989), linguaggio scritto e linguaggio parlato, rispetto ai quali è stata innovativamente introdotta una scala che attraverso le nuove categorie di communicative immediacy e communicative distance copre la dicotomia tra il codice grafico e quello fonico interagendo con essi. All¿interno di una tale rinnovata modalità di attenzione critica sul testo, divengono centrali anche i cosiddetti speech based/purposed texts (Culpeper e Kyto 2010), categoria che arricchisce il quadro della testualità mettendo in relazione testo scritto e orale, e superando la dicotomia che ha caratterizzato il loro studio fino a poco tempo fa. Tale tipologia di testo risulta di grande interesse nel tracciare un quadro di epoche di cui non rimane testimonianza del linguaggio parlato. Tra i testi basati sul discorso orale, o che imitano lo stile del discorso orale, o che si pongono finalità comunicative tipiche dell¿oralità, si prestano alla nostra indagine in particolar modo, appunto per la loro natura dialogica, i testi teatrali, ma anche audiovisivi (Abercrombie 1963; Burton 1980).
In questa prospettiva, l¿analisi dei testi terrà particolare conto della categorizzazione già molto articolata proposta da Culpeper e Kyto (2010) che a partire dai concetti di distanza vs. immediatezza comunicativa interroga nuovamente una certa tipologia di testi tradizionalmente considerati `scritti¿, partendo dal loro essere `speech-like¿, ovvero testi costruiti per somigliare tuttavia al dialogo, e che sfruttano strategie di `immediatezza¿ (es. corrispondenza personale); `speech-based¿, testi scritti ma basati su reali eventi enunciativi (es. trascrizioni di procedimenti); `speech-purposed¿, costruiti con intento mimetico e pensati per essere pronunciati (es. opere drammatiche).
La rinnovata indagine sulle forme della testualità sarà testata nella ricaduta didattica preferenzialmente diretta a studenti del primo/secondo anno di Facoltà umanistiche che uniscono lo studio della lingua con quello della letteratura ma avviati anche a tecniche utili all¿analisi e l¿apprendimento processi traduttivi. Un approccio rigoroso e attento alla strutturazione dei testi sarà pensato come strumento di acquisizione di consapevolezza critica: non si tratta di fornire meccaniche certezze ma di quella che Mark Schorer definisce ¿tecnica come scoperta¿ della dimensione euristica dell¿indagine che rende lo studente e lo studioso un investigatore appassionato alla sua indagine. Come ricordava Roland Barthes ¿la analyse du récit è una critica che non riconduce direttamente l¿opera al suo senso, ma al modo in cui questo senso è costruito, e nella tecnica di un¿opera vede l¿ultima istanza che fa veramente esistere quest¿opera nel mondo¿ (Barthes 1966).
Alcuni riferimenti bibliografici:
De Beaugrande R.A., Dressler W.U, Introduzione Alla Linguistica Testuale, Bologna, Il Mulino, 1994
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Culpeper J., Kytö M., Early Modern English Dialogues. Spoken Interaction As Writing, Cambridge University Press, Cambridge, 2010
Fairclough, N., Language And Power, London, Longman, 1989
Gensini S., Fare Comunicazione, Roma, Carocci, 2006
Halliday M.A.K., Spoken And Written Language, Oxford, Oxford University Press, 1989
Jakobson R., Saggi Di Linguistica Generale, Milano, Feltrinelli, 1960
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Jucker A.H, Taavitsainen I. Eds., Historical Pragmatics, Degruyter Mouton, Berlin, 2010
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