Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1946477
Anno: 
2020
Abstract: 

Di fronte alla serie delle recenti crisi globali, dall'abbassamento delle risorse del pianeta alla più recente emergenza globale del COVID-19, l'attuale modello di consumo e produzione porta a mettere in discussione molte pratiche finora in atto ed implementate. Da tempo, numerosi critici e studiosi dell'attuale sistema economico propongono alternative 'laterali' allo sviluppo, attraverso l'applicazione di concetti come la necessaria decrescita di Serge Latouche (2007) in "La scommessa della decrescita", o "Crescita felice" di Francesco Morace (2015). L'approccio quantitativo, secondo questi studi, deve spostarsi verso un approccio qualitativo.
La ricerca vuole esaminare il panorama postindustriale, gli attori su una scena di scala globale e gli effetti che la produzione distribuita ha portato, sta portando e può portare alla filiera produttiva e all'utente. Un contesto con una forte identità e una cultura del `saper fare' che ha permesso, insieme al progresso tecnologico, l'emergere di una figura al di là del Maker. Una figura che solo di recente sta iniziando a dichiararsi per ciò che è in realtà. Non una derivazione della messa in pratica di un trasferimento tecnologico, ma un vero artigiano dell'era digitale. Una figura che si muove ancora in una condizione di ambiguità identitaria, e con lui, anche il potenziale tecnologico della produzione distribuita rischia di sminuire il proprio potenziale. L'artigianato e il post-artigianato hanno forse l'opportunità di cooperare per ottenere un risultato superiore alla somma delle parti.
Un progetto che studi i possibili mutamenti e le conseguenze verso queste dimensioni può essere una soluzione utile a mappare il fenomeno a questo livello, analizzando anche come si possa descrivere una realtà industriale alternativa, a metà tra artigianato e Industria 4.0, e che possa portare con sé quelle caratteristiche di qualità e flessibilità proprie del fenomeno digitale.

ERC: 
PE8_10
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2584338
Innovatività: 

Innovatività e risultati attesi (RA)

Le attività di produzione prese in esame e così mappate avranno modo di interagire direttamente tramite l'attività di progettazione espandendo il proprio bacino di utenza dei propri servizi, e la rete d'impresa di eventuali fornitori o collaboratori. Da una parte l'Industria 4.0 si fonda sulla digitalizzazione del processo produttivo, rendendolo snello e flessibile, sperimentando e sviluppando modelli di inter-connessione, scambio e raccolta di dati tra strumenti, prodotti, user e città. Dall'altra le imprese del Made in Italy, operando in settori maturi e con una lunga tradizione, sono portatrici di saperi e conoscenze di altissimo valore culturale e tecnico che se non incluse nei processi di aggiornamento rischiano di andare perse se non peggio snaturate. Il rapporto tra artigianato tradizionale ed artigianato digitale rappresenta una interessante dicotomia che apre a interessanti sviluppi sperimentali.

Andando a delineare più nello specifico le possibili risposte derivate dalle pratiche e dalle sperimentazioni accennate in precedenza, è possibile definire i seguenti risultati attesi:

RA1: all'interno del sistema, l'intreccio tra specifici saperi artigianali e l'aggiornamento tecnologico offerto dai sistemi di fabbricazione digitale permetterà una crescita da entrambe le parti, permettendo all'attività artigianale di usufruire di un amplificato sistema produttivo, e al fabbricatore digitale di entrare in contatto con una parte verace della comunità romana;

RA2: l'artigiano offrirà un occhio critico a quelle che sono le buone pratiche del saper fare in relazione agli importanti aspetti sociali; le competenze sviluppate genereranno miglioramenti e risvolti anche all'interno della comunità scientifica;

RA3: l'unione delle consolidate qualità artigianali e le tecnologie abilitanti dell'Industria 4.0, porteranno alla definizione di un nuovo prodotto sociale.

Avanzamento delle conoscenze rispetto allo stato dell'arte:
Forse proprio perché il suo ruolo non è stato ancora definito in modo puntuale e collocato in modo autorevole all'interno del tessuto produttivo italiano, l'artigianato digitale potrebbe vedere la sua natura ibrida, a cavallo tra design e ricerca, ma manca ancora un approccio sistemico alla formazione di questa figura, che fino ad ora si è auto-realizzata.
Questa ricerca è la prima parte di uno studio che mira ad analizzare il panorama post-industriale e il ruolo dei suoi attori. Con una particolare attenzione al rapporto instaurato tra il artigiano digitale e il suo ruolo di produttore, la figura del 'Maker' si colloca in un contesto che non lo vede più solo come cliente del mercato degli strumenti, ma parte attiva di un settore produttivo che ha diffuso il proprio potenziale di produzione a tutti. Uno scenario aperto, distribuito e (ancora) libero, che tuttavia porta con sé il peso della responsabilità morale, ecologica, civile di un potere che da tempo ha dichiarato il suo potenziale senza però metterlo davvero a frutto. Le nuove tecnologie del design e dell'era digitale sono lo strumento con cui gli artigiani delle PMI possono innovare ed innovarsi, senza però snaturarsi o perdere i propri caratteri identitari. L'artigiano digitale dall'altra parte trova nella piccola produzione, mirata e customizzabile, un mercato in cui identificarsi e istituire una propria economia che rispetti quei principi di flessibilità e sostenibilità tipici dell'era digitale.
Contrariamente a molti progetti e proposte tuttora presenti che vedono l'artigianato ferito e indifeso davanti all'avanzata tecnologica, il progetto vede nell'artigianato tradizionale il contributo essenziale alla crescita e all'auto-realizzazione del moderno artigianato. Pertanto è compito del design operare eticamente e socialmente a favore di una industria del futuro sostenibile e orientata a prodotti di qualità più che di quantità, pensati per l'uomo e compatibili con l'ambiente.

Codice Bando: 
1946477

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