I piani europei Horizon 2020 e PlanS invitano la comunità scientifica a prendere consapevolezza circa la necessità di condividere i risultati delle ricerche in tempo reale e in modalità open. Non si tratta di un principio astratto, semmai di una strategia per facilitare la disseminazione della conoscenza. L'indicazione è tanto più valida per l'area umanistica che può aumentare visibilità e impatto internazionale depositando i risultati delle ricerche online in banche dati ad accesso aperto, sotto la garanzia dell'istituzione di appartenenza (i cosiddetti REPOSITORY Open Access istituzionali). E' significativo che le misure intraprese dalla politica europea coincidano con quelle espresse una ventina di anni fa dal Movimento Open Access nelle "carte costituzionali" (BBB Declarations 2001-2003). Erano infatti stati identificati già allora gli strumenti idonei per potenziare la ricerca sia in ambito scientifico- tecnico che umanistico: creazione di repository istituzionali; trasformazione o attivazione di riviste scientifiche open access.
Si propone pertanto la creazione di un repository dipartimentale dove archiviare e disseminare i risultati di ricerche finanziate da Ateneo, PRIN, ERC. Il progetto potrà offrirsi anche come esperienza pilota per un successivo repository della Facoltà. La direttiva europea pone come data di adeguamento 1° gennaio 2020. Bisogna dunque onorare un obbligo, ma occorre anche cogliere questo momento di ripensamento della scholarly communication come occasione per aggregare la comunità dipartimentale. Nella definizione delle policy editoriali del repository bisognerà infatti decidere: tipologia di dati e documenti da inserire; azioni anti-plagio; indicatori per la valutazione di qualità. Un lavoro metadisciplinare sulle fonti, pertanto, oltre che disciplinare. Creando un repository si ribadiscono valori fondanti della repubblica della scienza del XXI secolo: accessibilità e trasparenza, libertà e sicurezza, inclusione e tutela della qualità.
Il Movimento Open Access non si pone come orizzonte di attese un ideale utopico ma dei risultati concreti e un atteggiamento assolutamente fattivo. Le finalità stesse della ricerca scientifica - la disseminazione delle conoscenze e la ricaduta positiva sulla società - sono anzi favorite dall'abbattimento di ostacoli economici e dalla trasparenza dei dati. Come afferma uno dei pionieri dell'Open Access, Peter Suber, il Movimento si richiama alle antiche radici illuministe e anticipa l'etica di inizio XXI secolo: "e non si torna indietro. Il processo di rinnovamento è inarrestabile". (in C. Hess, E. Ostrom, La conoscenza come bene comune. Dalla teoria alla pratica, Bruno Mondadori 2009).
Il presente progetto si inquadra dunque all'interno di un quadro di rinnovamento epistemologico a livello internazionale, e favorito dalla Comunità Europea. Riferire i principi dell'Open Access a una comunità dipartimentale di una Facoltà di Lettere significa pertanto operare una serie di azioni preliminari. Si tratta cioè di convincere una comunità ancora non del tutto consapevole rispetto alla causa comune. Sarà necessario chiarire dubbi e addolcire le resistenze rispetto a un modello di produzione della ricerca e disseminazione dei risultati totalmente innovativo e scarsamente recepito nel contesto degli studi umanistici italiani.
I principali risultati attesi dal progetto possono essere sintetizzati per punti:
-non solo la costruzione di un repository ma la costruzione di una consapevolezza "open".
-Attualmente non esistono repository non solo di dipartimento ma per l'intera Facoltà di Lettere. Il repository Orizzonti Aperti si offrirebbe come progetto pilota per successivi, auspicabili, esperienze in Facoltà o Ateneo;
- il repository si pone come precondizione per favorire la visibilità e quindi l'impatto degli studiosi afferenti al Dipartimento. Verrà deciso in modo collegiale all'interno del gruppo di ricerca e del Dipartimento quali contributi full-text inserire nel repository, riguardanti sia
-LETTERATURA SECONDARIA (risultati di progetti di ricerca, a partire da quelli esito di finanziamenti pubblici, come bandi di Ateneo, PRIN, ERC), sia
- LETTERATURA PRIMARIA: valorizzazione di alcuni fondi archivistici speciali posseduti da Sapienza e dalla Facoltà di Lettere in particolare.
- Dato che nel "fare" si avvia sempre un processo di rinnovamento e una riflessione teorica sui metodi e le finalità, anche tale aspetto metadiscorsivo solleciterà contributi critici, soprattutto sulle scelte per impostare le policy del repository. Sarà opportuno portare come testimonianza relativa alla costruzione del repository ai principali incontri dell'Open Access e in particolare a Open Archives Intitiative- CERN Workshop on Scholarly Communication. Attualmente la comunità italiana, soprattutto umanistica, è raramente rappresentata in tali eventi e la letteratura è scarsa.
-Una comunità molto attiva è invece quella bibliotecaria. Eppure, paradossalmente, proprio questa comunità non è percepita come soggetto attivo nel sistema di produzione della ricerca. L'integrazione tra ricercatori/professori e bibliotecari al fine della realizzazione del repository costituirà quindi di per sé un risultato, mosso dal proposito di sperimentare nuovi modi di concepire il lavoro in un gruppo di ricerca.
- I risultati prodotti (sia a livello di riflessione disciplinare che metadiscorsiva) saranno pubblicati con monografia open access, possibilmente con University Press di Ateneo. Tale scelta metterà a confronto con nuove politiche editoriali e nuove licenze di tutela della paternità intellettuale. Saranno valutate a tal fine le esperienze di pubblicazione di monografie in modalità open access portate a buon fine da altri dipartimenti.
- Sarà opportuno in seguito impostare un progetto ERC sul patrimonio documentale del Dipartimento e la sua valorizzazione "open".
I risultati attesi dal progetto sono quindi volti a potenziare la visibilità internazionale di una comunità di ricerca umanistica, in aderenza con lo sviluppo della scholarly communication "open" e in conformità con le linee guida europee.
Come ribadito nei documenti ufficiali del Movimento OA, le potenzialità offerte dalla Rete, unite al sistema di garanzia offerto dalle istituzioni di ricerca, consentirà di rendere effettivo il "college invisibile", sola dimensione possibile per lo sviluppo della scienza e la disseminazione della conoscenza.
Come appare evidente, non si tratterà certo di costruire un
"contenitore" quanto piuttosto di aiutare una comunità a rappresentarsi e a consolidare una consapevolezza rispetto ai modi e ai valori della ricerca scientifica contemporanea. La cultura umanistica, anzi, si trova avvantaggiata da questo punto di vista, perché si è sempre fondata sui valori ora diffusi dal Movimento Open Access. Come afferma Martha Nussbaum, è proprio la consapevolezza di operare "non per profitto"che ha tradizionalmente mosso gli studiosi dell'area umanistica.