Diversi studi hanno evidenziato come la Pandemia di COVID-19 abbia avuto un impatto negativo su donne in gravidanza e nel post-partum. Mentre diversi studi hanno indagato l'effetto diretto e indiretto della Pandemia su sintomi ansiosi e depressivi materni, nessuno studio ha indagato come le paure e le preoccupazioni materne e paterne possano avere un effetto sulla qualità interattiva genitore-bambino. Il presente studio ha l'obiettivo generale di verificare il possibile effetto delle paure e preoccupazioni di genitori che hanno avuto un bambino durante la pandemia di COVID-19 sulla relazione genitore-bambino. Nello specifico si vuole verificare se le paure e preoccupazioni genitoriali possano avere un effetto sul bisogno di autonomia del bambino, evidente nel secondo anno di vita. Saranno reclutati N=50 nuclei familiari con bambini di età compresa fra i 18 ed i 24 mesi. Le diadi madre-bambino e padre-bambino saranno osservate presso il Laboratorio di Psicologia Dinamica, Clinica e Salute, in due giornate differenti, tramite videoregistrazioni delle interazioni genitore-bambino durante il gioco. Le videoregistrazioni saranno poi codificate attraverso il Coding Scheme for Toddler-Parent Interaction. Inoltre madre e padre compileranno separatamente alcuni questionari self-report e report-form, che indagano le paure e preoccupazioni rispetto alla Pandemia, ansia, depressione, stress genitoriale, supporto sociale percepito ed il funzionamento emotivo-comportamentale del bambino. Una migliore comprensione delle dinamiche esistenti e dell'eventuale collegamento fra paure e preoccupazioni relative al COVID ed interazioni genitore-bambino maggiormente disadattive, possono permettere di mettere in atto progetti di sostegno e/o intervento specifici per i bisogni dei bambini in questa fascia d'età, che diversi autori hanno indicato come il periodo di nascita della soggettivazione.
In base alla letteratura scientifica di riferimento, si ritiene importante poter indagare come le paure e preoccupazioni dei genitori relative alla pandemia di COVID-19, possa avere un impatto sullo sviluppo psico-emotivo del bambino. La comprensione dell'interazione con altre variabili relazionali e individuali, nella fascia d'età del bambino 18-24 mesi può arricchire le conoscenze rispetto alla qualità delle interazioni. In questa fase dello sviluppo, infatti, sono presenti diverse spinte verso l'autonomia (attraverso il passaggio all'alimentazione autonoma, l'incremento dell'autonomia motoria e lo sviluppo del linguaggio). Le risposte dei genitori possono non essere contingenti con le richieste di autonomia del bambino e lo studio delle variabili coinvolte è importante per lo sviluppo di politiche preventive e terapeutiche. L'utilizzo di strumenti osservativi, quali Coding Scheme for Toddler-Parent Interaction (Ballarotto et al., 2021), possono arricchire le conoscenze attuali sulle interazioni genitore-bambino. Gli strumenti osservativi possono infatti ampliare e arricchire i dati ricavati dagli strumenti self-report e report-form.
Sulla base della letteratura scientifica di riferimento, si ipotizza di verificare empiricamente come alcuni indicatori del rischio psicopatologico materno e paure e preoccupazioni relative al COVID-19 predicano la qualità generale delle interazioni con i propri bambini, nella direzione di scambi meno contingenti e sensibili verso i bisogni di autonomia dei bambini, in accordo con diversi studi empirici che hanno evidenziato l'influenza di profili di rischio materni sulle modalità interattive con i figli che si presentano poco coordinate, intrusive e scarsamente sintonizzate (Tambelli et al., 2015; Haycraft e Blissett, 2012; Kwon et al., 2012). Per quanto riguarda i padri, si vuole verificare come il rischio psicopatologico paterno e maggiori preoccupazioni relative al COVID-19, possano predire interazioni con i loro figli caratterizzate da una minore sensibilità ai segnali di interrompere l¿interazione del bambino, in linea con alcuni studi, come quello di Atzaba-Poria e coll. (2010). In accordo con alcuni studi come quello di Sarkadi, Kristiansson, Oberklaid e Bremberg (2008), si ipotizza che la qualità delle interazioni padre-figlio siano maggiormente connesse con i comportamenti manifesti del bambino, mentre le caratteristiche degli scambi diadici madre-bambino siano maggiormente collegate ad uno spettro più ampio di fattori relazionali ed intersoggettivi.
Una migliore comprensione delle dinamiche esistenti e dell'eventuale collegamento fra paure e preoccupazioni relative al COVID ed interazioni genitore-bambino maggiormente disadattive, possono permettere di mettere in atto progetti di sostegno e/o intervento specifici per i bisogni dei bambini in questa fascia d'età, che diversi autori hanno indicato come il periodo di nascita della soggettivazione.