Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1685519
Anno: 
2019
Abstract: 

Secondo la FAO, nel mondo, ogni anno, si sprecano 1.300 milioni di tonnellate di prodotti agricoli e alimentari, pari a circa il 30% della produzione globale. Perdite e sprechi sono imputabili per il 32% alla fase agricola; per il 46,3 % a quella di trasformazione e per il 21,7% a quella distributiva. Il progetto, dal titolo "Perdite e sprechi nelle filiere agroalimentari in Italia. Possibili soluzioni e nuovi modelli di produzione e consumo", si articolerà in quattro fasi. Nella prima fase si valuteranno gli sprechi e le perdite alimentari in tutte le fasi della filiera, dalla produzione al consumo. In quest'ottica si somministreranno indagini e si farà una mappatura dei sistemi virtuosi (best practices) trovati. La seconda fase prevederà la valorizzazione e recupero di scarti e/o sottoprodotti della filiera agro-alimentare, come le acque di vegetazione o le bucce dei pomodori. Nella terza fase, sarà invece studiata la shelf life di alcuni prodotti agro-alimentari e saranno valutati e sviluppati sistemi per aumentarne la conservabilità. Nell'ultima fase, invece, si procederà alla valutazione dell'impatto ambientale e socioeconomico tramite la metodologia Life Cycle Assessment (LCA). Inoltre il progetto prevederà la collaborazione con esperti accademici esterni (Università degli Studi di Bari, Università Tuscia di Viterbo), aziende agricole (Casa agricola CHIERICI) e ONLUS (Equoevento) che saranno parte integrante del progetto per il reperimento dei dati e la loro interpretazione.

ERC: 
SH2_7
SH1_11
SH1_12
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2125296
sb_cp_is_2125185
sb_cp_is_2127796
sb_cp_is_2185672
sb_cp_es_308196
sb_cp_es_308197
sb_cp_es_308198
sb_cp_es_308199
Innovatività: 

Lo spreco alimentare è un problema globale molto rilevante a causa delle sue conseguenze sulla food security, sull'economia e sulla sostenibilità ambientale [1]. La riduzione degli sprechi alimentari è il dodicesimo dei 17 obbiettivi dello sviluppo sostenibile che le Nazioni Unite si sono prefissate di raggiungere entro il 2030, ma ne coinvolge anche altre come il 2 [2].
In quest'ottica, il comportamento dei consumatori è una delle maggiori fonti di sprechi alimentari nei paesi sviluppati, e per avere dei comportamenti tesi a ridurli con successo, è necessario avere una chiara comprensione delle sue principali cause [3]. Ad oggi, il maggior numero delle ricerche a livello globale si concentra sulle perdite alimentari, mentre la letteratura riguardo lo spreco alimentare è più esigua rispetto la prima, seppur in crescita [4]. Dalla letteratura scientifica (Fonte: Scopus, parole chiave: food waste, food losses), risulta che, le ricerche in ambito di food losses risultano il doppio (64.000 ca.) di quelle in ambito di food waste (37.000). L'analisi bibliografia dello spreco alimentare in Italia risulta esigua, contando ad oggi solo 691 contributi (Fonte : Scopus, parole chiave: food waste, food losses, Italy). Per questo motivo l'innovatività del progetto di ricerca consiste nello sfruttare questo gap di letteratura scientifica per fare luce sulle dinamiche dello spreco alimentare in Italia e valutarne i fattori trainanti e come le caratteristiche socioeconomiche della popolazione possano influenzarle [5].
Inoltre, la valorizzazione dei sottoprodotti industriali è un obbiettivo fondamentale che le industrie e i ricercatori si pongono da anni. Il recupero degli scarti, che avviene dando nuova vita a queste risorse, è un obbiettivo fondamentale per la riduzione degli impatti economici, ambientali e sociali [6]. Il progetto si pone come obbiettivo il recupero e la valorizzazione delle materie prime e scarti alimentari lungo l'intera filiera agroalimentare. L'innovatività è la possibilità di utilizzare i sottoprodotti industriali, che andrebbero persi con lo smaltimento dei sottoprodotti, gravando economicamente sulle aziende, per l'ottenimento di nuove materie prime alimentari e per il recupero di composti bioattivi in essi ancora presenti [7].
Il problema dello spreco alimentare non è però solo riconducibile alla perdita e allo smaltimento di sottoprodotti ancora ottimali per la nutrizione umana. Infatti, uno dei problemi, che si riallaccia allo spreco alimentare e che colpisce maggiormente i prodotti alimentari è la loro conservabilità. Seppure sono state sviluppate nuove metodiche che hanno consentito di aumentare la shelf life del prodotto, ad oggi i consumatori e la grande distribuzione organizzata (GDO) buttano/scartano numerosi alimenti che hanno raggiunto il termine minimo di conservazione. A tal proposito, il progetto intende andare a dimostrare come alcuni alimenti possano essere ancora commestibili dopo la data di scadenza, facendo fronte in questo modo al problema del food waste [8].
L'innovatività di questo progetto verte anche sulla possibilità di fornire nuove soluzioni e una valutazione più dettagliata dello spreco alimentari in Italia, tramite la metodologia LCA. Inoltre, si prevede la possibilità di valutare nel dettaglio gli impatti che un sistema agro-alimentare non virtuoso provoca all'ambiente cercando di fornire un migliore chiarimento sull'importanza di ridurre gli sprechi e le perdite alimentari [9].

Bibliografia
[1] Principato L., Ruini L., Guidi M., Secondi L., (2019), Resources, Conservation and Recycling, Volume 144, Pages 82-89
[2] Bravi L., Murmura F., Savelli E., Viganò E., (2019), Sustainability (Switzerland), Volume 11, Issue 4, 1 February 2019, Article number 1110
[3] Fanelli, R.M (2019), y, Sustainability (Switzerland), Volume 11, Issue 4, 1 February 2019, 1183
[4] Beretta, C., Stoessel, F., Baier, U., Hellweg, S., 2013. Waste Manag. 33, 764-773.
[5]Dou, Z., Ferguson, J.D., Galligan, D.T., Kelly, A.M., Finn, S.M., Giegengack, R., 2016. Glob. Food Secur. 8, 19¿26.
[6] Segre¿, A., Gaiani, S., Falasconi, L., Vittuari, M., 2014. Food losses and waste in the mediterranean, CIHEAM.
[7]Kummu, M., de Moel, H., Porkka, M., Siebert, S., Varis, O., Ward, P.J., 2012. Sci. Total Environ. 438, 477¿489.
[8] Lebersorger, S., Schneider, F., 2014. Waste Manag. 34, 1911¿1919.
[9]Monier, V., Escalon, V., O¿Connor, C., 2010. Bio Intelligence Service, European Commission (DG Env), Final report.

Codice Bando: 
1685519

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