Sin dalla notte dei tempi, le forme del linguaggio poetico hanno aiutato i cantori di ogni lingua e cultura a preservare le conoscenze di un popolo, quand¿ancora la scrittura era lungi dall¿essere considerata un supporto affidabile alla trasmissione delle stesse. Duemila anni dopo, nell¿era della virtual reality e del click marketing, le potenzialità comunicative del linguaggio poetico figurano come un tema del tutto sottostimato. Lo dimostra la poca attenzione che la letteratura specializzata (umanistica e scientifica) presta allo studio delle capacità mnemotecniche ed emotigene degli enunciati in versi e rima. Ci si domanda quindi se l'impiego delle strutture metrico rimiche appartenenti alla nostra grande tradizione letteraria sia funzionale allo scambio di informazioni, se, in particolare, esso incida positivamente nel processo di ricezione. In questo studio verrà sviluppato un setup sperimentale che applicherà la raccolta delle variazioni dei ritmi elettroencefalografici (EEG), della frequenza cardiaca (FC) e della conduttanza cutanea (GSR) alla visione di pubblicità appositamente create sulla base di strutture metrico-rimiche scelte, e messe a paragone con i corrispettivi spot televisivi in prosa. A parità di contenuto e di stimolo, le risposte attenzionali, emozionali e cognitive di campione di riferimento, formato da giovani studenti universitari, verranno valutate durante la ricezione dei messaggi tramite la stima di indici neurometrici (AW, EfI ed EI) ci consentiranno di misurare l'efficacia percepita di messaggi audiovisivi in termini di ricordo, attenzione ed emozione. L'indagine vorrebbe comprendere il ruolo della poesia nell¿odierna società dei consumi. Capire come il nostro sistema nervoso recepisce il linguaggio poetico vuol dire afferrarne l¿importanza nel mondo antico.
Le precedenti indagini sul linguaggio pubblicitario hanno descritto gli impieghi della rima nei testi pubblicitari, limitandosi alle funzionalità fonico-linguistiche [1] e figurativo [2]; mentre quelle più recenti si sono soffermate sul confronto tra poesia e pubblicità [3]. Sul versante scientifico, una prima indagine sugli effetti della rima nella percezione degli slogan è stata realizzata da Filkuková e Klempe nel 2013 [4]. Il loro esperimento - attuato per mezzo di un questionario valutativo - ha dimostrato che le pubblicità in rima vengono percepite non solo come più divertenti, originali e facili da ricordare, ma anche come più affidabili e persuasive rispetto alle loro controparti non in rima. Tuttavia, i due studiosi hanno trascurato l¿importanza della struttura sillabico-metrica nella fluency effect [5]. Inoltre, l¿uso del questionario come metodo di indagine presenta due svantaggi: (a) non è ecologico; (b) riduce il fenomeno della persuasione ad un giudizio chiaramente non indicativo. Al contrario, la conoscenza dei correlati neurali e fisici coinvolti nei processi di ricordo e gradimento dei messaggi in versi, segnerebbe un progresso nello studio della metrica, inquadrandola all¿interno della psicologia della persuasione [6] e spingendola oltre i metodi tradizionali attutati nell¿indagine della comunicazione persuasiva [7].
Il principale vantaggio ottenuto grazie all¿impiego degli indici neurometrici risiede nella possibilità di prelevare misure quantitative ed oggettive su fattori quali la piacevolezza all¿ascolto e la difficoltà cognitiva nel percepire un messaggio mediato da forme ritmiche diverse; fattori altrimenti non direttamente rilevabili dalle risposte dei soggetti partecipanti.
Ciò viene dimostrato dalle numerose evidenze scientifiche che nel corso di questi ultimi anni permettono di correlare tra le caratteristiche formali del linguaggio e la valutazione estetico-emotiva del discorso poetico [8,9], legata anche alla facilità di processazione delle informazioni [10] e del recupero dati [11].
Riferimenti bibliografici
[1] Appiano A. (1991), Pubblicità, comunicazione, immagine: progetto e cultura visiva, Zanichelli, Bologna, p.85.
[2] De Liso G. (2007), Creatività e Pubblicità. Manuale di metodologie e tecniche creative con un¿antologia di autori vari, Franco Angeli s.r.l, Milano, pp.201-227
[3] Ghelli F. (2015), Letteratura e Pubblicità, Le bussole, Carocci editore, Roma.
[4] Filkuková P., Klempe S. (2013), Rhyme as reason in commercial and social advertising, Scandinavian Journal of Psychology, Vol. 54, pp. 423-431.
[5] Canettieri P. (2003), Metrica e Memoria. La funzione adattiva della metrica intesa come supporto memoriale. Rivista di Filologia Cognitiva, n°I.
[6] Cavazza N. (2014), La persuasione, Terza edizione, Il Mulino, Bologna, 2018, pp.41-58; 71-100.
[7] Stiff J.B., Mongeau P.A. (2016), Persuasive communication, Third edition. The Guilford Press, New York, pp.31-54.
[8] Obermeier, C., Menninghaus, W., Von Koppenfels, M., Raettig T., Schmidt-Kassow, M., Otterbein, S. & Kotz, S. A. (2013), Aesthetic and Emotional Effects of Meter and Rhyme in Poetry. Frontiers in Psychology, 4(10).
[9] Cartocci, G., Maglione, A.G, Modica, E., Rossi, D., Canettieri, P., Combi, M., Rea, R., Gatti, L., Perrotta, C.S, Babiloni, F., Verdirosa, R., Bernaudo, R., Lerose, E. & Babiloni, F. (2016), The ¿NeuroDante Project¿: Neurometric Measurements of Participant¿s Reaction to Literary Auditory Stimuli from Dante¿s ¿Divina Commedia¿. Symbiotic Interaction, 5th International Workshop.
[10] Langus, A., Mehler, J. & Nespor, M. (2017), Rhythm in language acquisition, Neuroscience & Biobehavioral Reviews, 81(Pt B).
[11] Obermeier, C., Menninghaus, W., Von Koppenfels, M., Raettig T., Jessen, S. & Kotz, S. A. (2015), Aesthetic appreciation of poetry correlates with ease of processing in event-related potentials. CABN, 16(2).