Il progetto "Primate Archaeology e Primate Etology" ha come obiettivo lo studio degli strumenti litici utilizzati da cebi selvatici (Sapajus libidinosus sp.) che vivono in comunità protette nei Parchi Nazionali di Ubajara e di Sete Cidade, Brasile. Agli strumenti litici utilizzati dai cebi saranno applicate le stesse metodologie non distruttive e non invasive (analisi delle tracce d'uso e analisi dei residui) utilizzate per studiare i manufatti litici archeologici prodotti dagli hominins. L'analisi delle tracce individuabili sia a basso sia ad alto ingrandimento e la loro integrazione con l'analisi dei residui ha un potenziale interpretativo enormemente maggiore della sola applicazione della analisi delle tracce d'uso osservate a basso ingrandimento, effettuata in tutte le ricerche precedenti sugli strumenti litici di primati non-umani.
Questa ricerca permetterà di creare una collezione di confronto di tracce e residui da comparare con gli strumenti individuati in contesti archeologici di primati non umani inserendo, così, lo studio della loro tecnologia in una prospettiva cronologica.
Attraverso l'analisi integrata di tracce d'uso e di residui si interpreteranno l'uso e la gestualità connesse a tali strumenti e si potrà verificare l'effettivo utilizzo degli oggetti raccolti, anche di quelli associati a utilizzi brevi o con utilizzi connessi al trattamento di materiali non molto resistenti che possono lasciare tracce poco evidenti ad un'osservazione ad occhio nudo o a basso ingrandimento.
Si potranno così valutare e comparare tracce di utilizzo noto con strumenti provenienti da scavo o da raccolte di superficie evidenziando continuità o cambiamenti occorsi nel comportamento e, quindi, nelle dinamiche adattive di queste comunità di primati non-umani.
Si tratta di un approccio integrato mai applicato prima d'ora allo studio degli strumenti litici dei primati non umani (esempi di precedenti applicazioni, Haslam et al. 2013; Benito-Calvo et al. 2015; Arroyo et al. 2016) che potrebbe offrire nuove possibilità di interpretazione delle loro modalità di presa e delle loro modalità di utilizzo e, più in generale, sulle dinamiche culturali di gruppi distinti di cebi e sulle capacità cognitive di questa specie di primati.
L'importanza di tale studio risiede però soprattutto nella possibilità di mettere a confronto i dati originati dall'analisi delle tracce d'uso e dei residui degli strumenti utilizzati dai cebi con i dati scaturiti dall'analisi degli strumenti litici utilizzati dagli hominins olduvaiani.
Utilizzando le stesse tecniche di analisi, i dati possono essere comparati con molta precisione permettendo di valutare i processi adattivi legati all'abilità di manipolare oggetti simili in due specie distinte. Su queste basi si potranno, in futuro, mettere in luce convergenze e divergenze tra i comportamenti tecnologici di primati non-umani, i cebi, con una spiccata predisposizione per la manipolazione, e i comportamenti tecnologici del genus Homo agli inizi del suo percorso di sviluppo tecnologico.