Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2088521
Anno: 
2020
Abstract: 

Nella condizione di grande incertezza che, anche a causa degli effetti della crisi epidemica in corso, accompagnerà ancora per qualche tempo le nostre relazioni sociali e lo stesso modello organizzativo e funzionale di società, emerge la necessità-possibilità di ripensare una serie di questioni attinenti al "funzionamento" delle città e in generale del nostro ambiente di vita.
Per l'urbanistica italiana si tratta di una necessità accresciuta da una crisi disciplinare che va avanti da tempo e che, nella prospettiva di breve periodo, probabilmente di convivenza-adattamento ad una condizione parzialmente o post-epidemica, potrebbe richiedere la ridefinizione di riferimenti urbanistici quali-quantitativi a diverse scale di indagine e di progetto-intervento. È da vedere, quindi, se e come misure sanitarie per lo spazio costruito e gli spazi aperti e urbanistica possano procedere, coerentemente, in un'unica direzione.

Il progetto di ricerca intende affrontare tali questioni (rilevanti) con obiettivi (invece) necessariamente limitati a causa sia dell¿incertezza in cui ci muoviamo che della loro impegnativa portata intrinseca, e quindi con la consapevolezza della precarietà di assunti e ipotesi di ricerca.

A partire dal dibattito in atto nella letteratura scientifica nazionale e internazionale, e attraverso adeguata ricognizione e monitoraggio dell¿evoluzione normativa e degli interventi in atto (nonché una prima verifica in un territorio-area vasta a media complessità e con città medio-piccole), saranno indagate le relazioni tra urbanistica e possibili misure di adattamento spaziale e funzionale dovute a profilassi sanitarie urbane - unitamente alla sostenibilità dei pur necessari interventi per il rilancio dell¿economia -, col principale obiettivo di vagliare criticamente diverse letture interpretative di tali relazioni e verificare se e quanto possano esserci tra questi importanti ambiti dell¿azione pubblica coerenze o incompatibilità, convergenze o divergenze.

ERC: 
SH2_10
SH2_9
SH2_6
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2638195
sb_cp_is_2703208
sb_cp_is_2788749
sb_cp_is_2676320
Innovatività: 

È chiaro che niente possiamo dire oggi sull¿inveramento degli scenari sanitari sottesi agli assunti del punto precedente, siamo ancora dentro ad una condizione forse inziale, forse conclusiva. Le difficoltà sia di comprensione dei fenomeni che di azione sono molte, perché è grande la complessità, dalle interazioni tra problemi agli stessi sistemi valoriali cui oggi riconosciamo importanza. E, per questo, è grande l¿incertezza.
Per queste ragioni, è evidente che non tutti gli obiettivi di ricerca ipotizzati al punto 2. potranno essere perseguiti, né è possibile dire quali potrebbero esserlo con maggiore probabilità, per cui si è scelto di prevederne in numero probabilmente maggiore di quelli che sarà possibile raggiungere.
Le stesse ragioni hanno spinto ad un¿ipotesi di Assegno di Ricerca (v. punto 4) che non punti necessariamente su un quadro in divenire certo, ma che provi a collocare in un orizzonte più ampio e sedimentato, in parte storicizzandole, le relazioni tra città e pandemia, tra urbanistica e ¿disastri¿.
Questo ampio spettro di interessi e obiettivi è una delle caratteristiche della ricerca proposta. Quasi per definizione invece, potremmo dire, la ricerca ha caratteristiche di innovatività. Riguarda infatti, in termini generali, la possibilità e necessità di prefigurare cambiamenti nelle discipline urbanistiche che permettano di rispondere adeguatamente alle problematiche urbane, territoriali e ambientali emerse negli ultimi vent¿anni, alle quali urbanistica, pianificazione territoriale e paesaggistico-ambientali dovrebbero essere rivolte, e alle quali adesso si somma l¿emergenza sanitaria. Il confronto col tema sicurezza-sanitaria urbana vale dunque in primis come occasione per riconsiderare la disciplina urbanistica (in crisi), per capire se è possibile evitare il rischio che si introducano senza organicità misure sanitarie in grado di produrre effetti sullo spazio di vita urbano in nome di una primazia sanitaria esclusiva che porti ¿ ad esempio ¿ a mortificare ulteriormente il diritto alla città come rivendicato da H. Lefebvre nel 1968.

Come già si è fatto presente, naturalmente, non è nelle intenzioni tanto meno nelle nostre possibilità cercare soluzione a tante questioni e così rilevanti, tra cui quella urbanistica da così tanto tempo all¿ordine del giorno. E infatti la ricerca fa sue, in partenza, alcune istanze autorevoli recenti, anche istituzionali, cui si è già fatto riferimento (Gabellini; INU). Elementi di innovatività suoi propri riteniamo che possano risiedere nel confronto esplicito tra input disciplinari diversi (revisione dell¿urbanistica e pianificazione territoriale/misure per la sicurezza sanitaria urbana/misure per la ripresa dell¿economia), sia pure di diverso peso e interesse secondo la nostra specifica ottica disciplinare, e nel cercare di ¿combinare¿ questi diversi input secondo una prospettiva di compatibilità che salvaguardi autonomia e finalità costitutive dell¿urbanistica. A questo riguardo possono valere due riferimenti, che danno anche una cornice temporale a questo importante profilo dell¿ipotesi di ricerca: la particolare considerazione da parte di Giovanni Astengo del testo di Luigi Piccinato, La progettazione urbanistica, ripubblicato da Marsilio nel 1987, lì dove si enuncia il fine pratico cui tende l¿urbanistica, «dettare norme per l¿organizzazione e il funzionamento di una vita urbana che sia ad un tempo sana, bella, comoda ed economica»; e la conferma da parte di Francesco Indovina degli obiettivi costitutivi dell¿urbanistica, nel sostenere che, anche al tempo della crisi (quella finanziaria del 2008), essi non possano essere diversi da quelli ¿tradizionali¿: «migliorare la città, se del caso farla crescere, evitare il degrado urbano, assicurare la casa ai cittadini, provvedere ai servizi collettivi in grado di realizzare i diritti di cittadinanza, riqualificare continuamente gli spazi pubblici per adeguarli alle nuove esigenze, combattere la segregazione, contribuire ad aumentare l¿occupazione, garantire la mobilità e l¿accessibilità. Obiettivi di benessere, di qualità, di vivibilità» (Governare la città con l¿urbanistica, Maggioli 2012).

Per quanto detto fin qui, un possibile avanzamento delle conoscenze, sia pure limitato e parziale, dovrebbe consistere da un lato nel postulare un¿evoluzione qualitativa del quadro normativo e degli strumenti operativi, e dall¿altro nel riconoscere e valorizzare gli spazi disciplinari non normativi e non necessariamente istituzionali comunque mirati alla gestione e trasformazione di città e territorio. Contenuti, in realtà, già parzialmente presenti nelle Regioni più mature quanto a cultura urbanistico-territoriale. La ricerca dovrebbe permettere di comprendere se esiste uno spazio di comune ridefinizione culturale e tecnica, con particolare riferimento all¿interazione/integrazione nell¿urbanistica di altri input extra-disciplinari; nella fattispecie, confrontandosi con i nuovi input sanitari ed economici.

Codice Bando: 
2088521

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